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Punti di vista

Un Magatti amaro ma non domo: “La partecipazione annientata a Como, il Pd, le lobby, le miserie social”

Un relazione amara ma sostenuta da uno spirito indomito che fa da ‘anima metallica’ alla volontà (forse un po’ fiaccata da avvenimenti e momento storico) di non abbandonare il campo di battaglia. Sintetizziamo così la relazione dello storico ex consigliere comunale e assessore nella Giunta Lucini, nonché fondatore dell’associazione Civitas (e molte altre cose) Bruno Magatti. Un discorso pronunciato nel corso dell’assemblea annuale dell’associazione svolta a inizio febbraio. Tanti i temi toccati, da quelli nazionali o di carattere generale (“Nelle relazioni sociali non mancano atteggiamenti protervi, violenza verbale e volontà di sopraffazione dei quali gli eccessi sui “social media” non sono che una miserabile proiezione”) a – ovviamente – quelli locali, della città di Como in particolare. E sono ampi stralci per punti di questa seconda parte – peraltro in un momento in cui persino i consigli comunali, a Como, sono diventati un ‘fastidio’ eliminato da due mesi – che pubblichiamo di seguito [per amministratori, politici e partiti che volessero inviare contributi, dibattiti, interventi la mail è redazionecomozero@gmail.com oppure il whatsapp di redazione 335.8366795].

Per quanto riguarda i territori, e quindi la nostra città, sono dati incontrovertibili la crescente disaffezione alla partecipazione attiva e al voto insieme alla distanza della politica dalla vita delle persone, per molte delle quali precarietà e ristrettezze economiche costituiscono la prima e forse unica preoccupazione.

La nostra attenzione è stata richiamata da azioni che abbiamo interpretato come volontà di ridurre gli spazi di partecipazione. Tale volontà, già implicita nell’affossamento, forse definitivo, delle assemblee di zona, si è palesata in modo subdolo nella revisione dei contributi richiesti alle associazioni per l’utilizzo degli spazi civici che ha generato difficoltà e sconcerto in molte realtà. Su questo tema abbiamo convocato e incontrato diverse associazioni per suggerire e condividere la nostra lettura critica del provvedimento di Giunta. Le nostre valutazioni sono state messe a disposizione delle associazioni interessate e consegnate al sindaco. Il provvedimento, infatti, non ha modificato il regolamento consiliare che prevede una tariffa comprensiva di tutti gli oneri ma ha impropriamente aggiunto la richiesta di contributi molto onerosi a copertura dei costi dell’amministrazione che risulterebbe, paradossalmente, applicabile solo alle associazioni che hanno diritto all’esonero dalla tariffa.

Abbiamo anche osservato che la cifra pretesa, oltre che esosa, risulta ingiustificata perché nemmeno supportata da una documentata rendicontazione dei costi storici effettivamente sostenuti dal Comune. Abbiamo tuttavia dovuto prendere atto che gran parte delle associazioni ha poi preferito percorrere strade solitarie, nella speranza di “salvare” se stesse. Questa esperienza rivela, se ce ne fosse bisogno, che è stata smarrita la consapevolezza che l’azione politica non può essere ridotta a mera salvaguardia di interessi particolari. Per quanto ci riguarda ribadiamo l’impegno a costruire equità, libertà e partecipazione sui due irrinunciabili criteri della trasparenza e dell’imparzialità.

Trascorse solo poche settimane la Giunta ha poi proposto al Consiglio Comunale di approvare la “abrogazione” di tutte le consulte. Civitas – Progetto città, che anche nel suo programma aveva posto grande attenzione all’attività delle consulte e dai banchi della minoranza aveva proposto e fatto approvare la consulta delle associazioni ambientaliste, ha sùbito osservato che la deliberazione proposta risulta in palese contrasto con l’art. 10 dello Statuto del comune di Como.

Con una lettera dettagliata e argomentata abbiamo comunicato al sindaco, a tutti i consiglieri comunali e agli organi di informazione le nostre argomentazioni critiche. Nessuno degli eletti in Consiglio comunale ha ritenuto di inviarci due righe di riscontro e la delibera è stata approvata anche con i voti delle minoranze. La delibera, oltre ad abrogare i regolamenti e quindi tutte le consulte previste e in essere nel comune di Como, ha varato un nuovo regolamento per la partecipazione grazie al quale l’amministrazione potrà interagire (con le modalità brevi introdotte per favorire l’affidamento di beni e servizi al sistema delle cooperative) esclusivamente con le realtà iscritte al Registro unico nazionale del terzo settore. In questo modo oggi le libere associazioni che per le più diverse ragioni non hanno ritenuto di aderire al RUNTS sono escluse da qualunque relazione formale col comune e, soprattutto, non esiste più un luogo istituzionale nel quale vengano coordinate e raccolte le loro istanze, le loro critiche, le loro proposte.

Con l’obiettivo di promuovere l’interlocuzione della nostra associazione con le realtà del territorio il direttivo ha chiesto e ottenuto un incontro con la nuova segretaria provinciale del PD, Carla Gaiani. Il colloquio è stato l’occasione per riaffermare il primato della politica e l’indisponibilità di Civitas – Progetto città a operazioni che, bypassando il disagio sociale e la disaffezione dei cittadini, presumano che le elezioni possano essere vinte con improvvisazioni affidate a candidati “immagine” facilmente riconducibili a gruppi di interessi o lobby locali.

Nell’autunno Vittorio Bergna, membro del nostro direttivo, è stato delegato adaccompagnare i lavori di preparazione delle elezioni amministrative di Cantù. La proposta che con Vittorio Bergna abbiamo sostenuto è quella di arrivare a presentare un’unica lista di qualità, senza primogeniture, composta da persone espresse dalla pluralità del centro-sinistra con un/a candidata/a sindaco/a in modo tale da comunicare agli elettori l’impegno, non formale, a concretizzare un progetto unitario capace di dar voce alla coralità che lo esprime.

Nella nostra città, per alcune categorie sociali, l’accesso alla casa è un problema che sta generando difficoltà e preoccupazione crescenti. Le rendita offerta dagli affitti brevi non è compensata da politiche attente alle esigenze dei residenti. La situazione è particolarmente grave a motivo sia dell’indifferenza di chi attualmente amministra sia dei colpevoli ritardi frutto di improvvisazione, impreparazione e miopia politica. Il problema è particolarmente sentito anche da alcuni settori: i dipendenti della pubblica amministrazione che vincono un concorso a Como e non hanno modo di trovar casa, gli stagionali del settore alberghiero e della ristorazione e molti lavoratori delle cooperative di servizi compressi da rapporti di lavoro poveri e precari. Nel mese di dicembre abbiamo quindi con determinazione aderito all’invito a condividere un percorso con diverse realtà sindacali, sociali e politiche. Nella riunione alla quale abbiamo partecipato è stato tratteggiato il quadro complessivo del problema è da parte nostra si è sollecitata, anche in modo formale con uno scritto, la condivisione di informazioni e dati, in particolare riguardo a sfratti e disponibilità di alloggi. L’obiettivo minimo è che il tema diventi oggetto di dibattito pubblico e che si arrivi a proposte argomentate e condivise.

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4 Commenti

  1. Desidero fare notare al prof. Magatti che la delibera in questione non è stata approvata dal sottoscritto consigliere di minoranza di Svolta Civica. Il testo non riguardava solo l’abrogazione delle consulte ma anche l’approvazione del nuovo regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni materiali che era stato scritto con il contributo fondamentale degli enti del terzo settore ed era quindi meritevole di attenzione perché valorizzava gli apporti culturali le possibilità di ampliamento delle attività di interesse generale. Nella dichiarazione di voto il sottoscritto ha censurato duramente la surrettizia, ingiustificata e pretestuosa abrogazione delle Consulte che nulla aveva a che fare con l’amministrazione condivisa dei beni. Non ha partecipato al voto e si è allontanato dall’ aula.

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