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Villa Olmo: “Chi siete? Cosa portate? Un fiorino!” Anzi, 1 milione e 300mila euro. Un mese senza il parco è un fatto gravissimo

Villa Olmo chiude un mese. E adesso che facciamo? Meglio, dove andiamo?

La questione tiene banco da giorni e ce ne siamo ampiamente occupati: il magnate straniero si sposa, cerca un posto bello et voilà, dove va? A Como ovvio, vuol far le cose in grande, il grano lo ha e fa bene. Ma non fa, strafà, chiede la villa per 30 giorni e versa una cifra che solo a dirla viene da sentirsi poraccy veri: unmilione&trecentomilaeuro.

VIDEO Villa Olmo al magnate per un mese, blindata così: transenne, recinzioni e via i parcheggi

E dici, beh però, sono tanti soldi, ci servono. Mica tanto invece visto che l’amministrazione cittadina ha un avanzo non speso di 27 milioni.

Così abbiamo raccontato, tra le altre cose, gli inevitabili, quando non disastrosi, disagi per i gestori del Lido (qui) e abbiamo interpellato quattro candidati sindaco: Rapinese, Minghetti, Bartolich e Molteni (qui). Minghetti e Como Comune poi hanno rincarato la dose oggi con due comunicati (qui).

Il tema, anzi il problema gigantesco, è stato declinato correttamente in molti modi: bene pubblico, arte, cultura, ne vale la pena, etc.

Ma bisognerebbe anche chiedere all’amministrazione in carica come sia giunta alla decisione. Cioè, gli emissari del ricco sono arrivati, hanno messo sul piatto l’assegnone e la risposta è stata: “Ok, grazie, prendiamo la pecunia, vi lasciamo la villa”. E’ questa dunque una città di servizi o al servizio?

Poi, due questioni. La prima è semplice, se decidi di affittare villa Olmo per un mese a giugno (!) magari spieghi pure perché lo hai fatto e come intendi investire la cifra incassata. Visto che i soldi sotto il materasso, si diceva, non mancano. Magari ti inventi un’opera, un intervento sociale importante, un aiuto a chi è in difficoltà. Non si sa come verrà utilizzato il tesoretto. E questo già non va bene. Non va bene perché se chiedi alla città una rinuncia importante allora devi giustificare il sacrificio.

Sì, sacrificio, ecco la seconda questione. La più importante. Villa Olmo, soprattutto la mattina e soprattutto nei giorni feriali (che nel fine settimana la si evita come un lazzaretto) è fin dalle primissime ore del giorno il luogo dei cittadini. Ma sul serio: zie e nonne a passeggio, sportivi, chi medita, chi va a spasso col cane, chi fa yoga, chi se ne va a piedi a Cernobbio. Passeggiata e parco sono il cuore di un’attività intensa, vissuta, piena, è un fatto.

Ora, a tutte queste persone che alternativa è data? I giardini a lago non la sono e non possono esserla, tanto che presentando il nuovo progetto di restyling della zona l’amministrazione e i progettisti hanno detto chiaramente di essersi ispirati al parco della dimora neoclassica.

Viale Geno nemmeno, area bella non v’è dubbio ma logisticamente improponibile. Il parco del San Martino non è ancora realmente praticabile.

Bene, resta la Valbasca. Il che significa che ogni cittadino in teoria, per una boccata d’aria e per fare quello che vuole fare, dovrebbe infognarsi in auto e andare fino al cimitero di Lipomo o ad Albate. Un bel modo sereno per iniziare la giornata prima di andare al lavoro, eh?

Siamo in campagna elettorale, manca poco al 12 giugno, e ogni cinque anni parte il refrain su visione, impegno, strategia cui si aggancia in genere il sostantivo più brutto della storia linguistica di questo Paese: progettualità. Tutto giusto, comunque, almeno nelle (buone?) intenzioni.

Ma in questa precisa circostanza sarebbe bastato il buon senso della zia Pina. Abdicare, cedere uno spazio pubblico al privato in nome del denaro è una scelta cieca, di basso profilo e che (sic!) non valuta il contesto stagionale, cittadino, sociale, pure urbano.

Certo, il gioco varrebbe la candela se quel milione&trecentomilaeuro servisse come base per un progetto serio. Per dire: creare i tanto invocati corridoi pedonali che da Como permettano di raggiungere Monte Goj, Valbasca, e tutto quel pezzo di Spina Verde che oggi è, si diceva, arrivabile solo bruciando benzina e gomme.

In alternativa per il prossimo mese ci si troverà tutti al Baradello e al parco delle Rimembranze, mica male, sicuro. Ma quando una cosa non è una scelta è solo un obbligo, o il male minore. E il cittadino (che spesso è elettore, già) non ha sempre voglia di dire: “Ok, grazie, fate vobis”.

E’ la peggior topica, soprattutto in chiusura di mandato, dell’amministrazione. Sottrarre un bene per così tanto tempo alla comunità (una settimana invece sarebbe stata accettabilissima) in nome del denaro è il senso diametralmente opposto che si attribuisce (o attribuirebbe) all’azione politica che per norma e prassi ha per primo mandato il dovere di organizzare e dirigere, per bene e con osservazione e pure un filino di cuore, la vita pubblica. NON privata.

PS: vengono in testa Troisi e Benigni, giocoforza

Per approfondire:

Il magnate chiude Villa Olmo per un mese (e oltre un milione): tutti i divieti di sosta con rimozione

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9 Commenti

  1. Mr. Citizen +K la decisione è della Giunta, poi è ovvio che interessi politici e personali potrebbero essersi uniti.

  2. Ecco perché non importa se gli svizzeri non pagano le multe e posteggiano dove vogliono, le multe non vengono ricosse con autorevolezza perché il comune è già ricco! Quindi viene concesso tutto…agli stranieri, ma gli stranieri non pagano le tasse….e specialmente NON votano!

  3. Come funzionano queste cose? Immagino che chi spende un milione e trecentomila euro per una casa-vacanza voglia tutto perfetto. A disposizione un funzionario, ma che dico, un dirigente o l’assessore in persona per tutti i piccoli inconvenienti. Il Magnate non tratta queste cose, incarica il Maggiordomo, la Governante o qualche loro aiutante. C’è da immaginarsi la scena: “My God, perde il rubinetto….”; “My God, le pulizie lasciano a desiderare….”, e l’assessore e il dirigente: “Immediately Sir” e sistemano. Un milione e trecentomila euro non sono bruscolini e i Maggiordomi inglesi non sono alla buona come noi comaschi. Poveracci, un mese di inferno li attende. Mah…a vederla così forse sarebbe stato opportuno affittargli anche l’Asilo Sant’Elia come nursery per i bambini dei loro facoltosi ospiti: all’ennesimo “My God……” sarebbe stata la volta buona che il Maggiordomo ci avrebbe fatto sistemare le tapparelle……! 😊

  4. – Or bene, – gli disse il bravo, all’orecchio, ma in tono solenne di comando, – questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai. – Ma, signori miei, – replicò don Abbondio, con la voce mansueta e gentile di chi vuol persuadere un impaziente, – ma, signori miei, si degnino di mettersi ne’ miei panni.

  5. E’ da qualche mese che lo si sapeva. La notizia era stata data anche da ComoZero.
    Adesso fate tutti le anime belle che cadono dal pero?
    Questi sono i comaschi : solo chiacchiere e distintivo.

  6. Occorre a mio avviso verificare la congruenza della procedura di locazione in riferimento alle norme vigenti. Infatti, se Como fosse stata in condizioni di grave crisi finanziaria, priva di risorse alternative, i cui cittadini in miseria non fossero in grado di versare le tasse, si potrebbe giustificare la scelta straordinaria di monetizzare cedendo per un mese il patrimonio pubblico. Viceversa, la stessa decisione in una condizione di relativa prosperità, attribuibile al dilettantismo e all’assai discutibile cultura di governo di chi è stato mandato allo sbaraglio per la guida della comunità, non dovrebbe trovare appigli né giustificazioni per il sacrificio immotivato imposto ai contribuenti.

  7. Fuori il nome dell’assessore che ha perorato la causa, fuori i nomi. Vogliamo i colpevoli.
    E che i soldi tornino a noi cittadini Comaschi che subiamo solo i disagi del turismo di massa e queste ulteriori privazioni e non abbiamo nemmeno il privilegio di vivere in una città gioiello, visto lo schifoso stato in cui versa.
    Vergogna totale

  8. Ma chi è la società organizzatrice? Chi cura l’immagine dell’evento? Si hanno le visite camerali delle società coinvolte?

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