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Città e lago invasi dai turisti, Binda: “Como è diventata un’enorme birreria, piazze irriconoscibili”

La città trasformata in un enorme pub, senza più negozi necessari per i residenti, travolta dal turismo più che valorizzata da esso ma nel contempo senza infrastrutture né senza visione. È questa l’immagine di Como dipinta da Nini Binda, imprenditore, ex assessore alla Viabilità con l’Amministrazione Botta ma, soprattutto, implacabile osservatore della città che cambia in particolare sotto la spinta di un turismo tumultuoso.

“Como si è trasformata in un enorme birreria, è diventata un unico tavolino – spiega Binda – è un’eredità del periodo del Covid, va bene, ma ormai le piazze sono irriconoscibili, invivibili e se a questo aggiungiamo la maleducazione sempre più diffusa, soprattutto tra i giovani, e il pensiero crescente che è vietato vietare, mi sembra che ci si sia incamminati verso una deriva difficile da fermare”.

Parole forti, insomma, che peraltro Binda non aveva risparmiato nemmeno in passato, denunciando anche “quei tremendi dehors (in verità orribili costruzioni in mezzo alle strade e sui marciapiedi, senza gusto, senza un minimo di ricerca della bellezza e del decoro) riempiti di tavolini dove siedono già dalla mattina avventori con boccali di birra o bicchieri” e portandolo addirittura a dire che “non riconosco più la mia città senza negozi graziosi o utili alla quotidianità. Va benissimo il turismo, ma diverso da quello che invade con passo grossolano le parti più belle della città”.

Ci vorrebbe poco a liquidare queste idee come semplice nostalgia di un uomo di un’altra generazione per una Como silenziosa, e forse un po’ noiosa, che abbassava le saracinesche alle sette e mezza di sera e tutti a nanna che domani ci si alza presto. Peccato che Binda sia tutt’altro che una persona ciecamente attaccata al passato ma, piuttosto, è una mente capace di ricordare che Como ha un’anima che va al di là dell’ubriacatura da turismo e movida ed è, soprattutto, un uomo che non si stanca di lottare perché quest’anima non si perda, pur lasciando spazio ai cambiamenti.

“Sia chiaro, non sono contro il turismo, sono contro quello che invade la città e sono contro le scelte che ci hanno portato a perdere ogni peculiarità – dice infatti – in centro non ci sono più negozi utili alla quotidianità, siamo diventati tutti albergatori e ristoratori. E se non dovesse durare? L’economia per essere solida deve essere variegata e, soprattutto, chi amministra la città deve avere una visione del futuro che si preoccupi principalmente di chi ci vive tutto l’anno”.

Visione: parola quasi mitologica che sembra mancare da tempo nel vocabolario della politica cittadina, ma che per Binda rappresenta l’unica soluzione per ridare davvero vita alla città: “La convalle è invasa quotidianamente da migliaia di auto e Como ha disperatamente bisogno di infrastrutture e interventi che migliorino la viabilità – è il suo pensiero – ai tempi dell’Amministrazione Botta si era pensato al tunnel che permettesse di liberare via Borgovico dalle auto e avevo anche promosso un concorso di idee a cui avevano partecipato quasi ottocento progettisti per risolvere il problema della viabilità nella zona di piazza del Popolo: le auto sarebbero passate in un tunnel liberando la superficie per i pedoni e il passaggio dei treni. Ora invece, l’unica soluzione è appellarsi al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, l’unico che può concedere una deroga permettendo di aumentare la velocità di transito dei treni. Cosa che ho già provato a chiedere, ma senza ottenere risposta”.

“Purtroppo ormai a Como anche se si ha visione, ci si scontra con situazioni incancrenite per smuovere le quali non bastano cinque anni – conclude – l’attuale Amministrazione mi pare stia lavorando bene, slegata dai partiti e più libera di decidere, ma serviranno almeno due mandati per cambiare le cose. E poi, ovviamente, saranno i fatti a permettere di giudicare il suo operato”.

Lago di Como: hotel come funghi, ogni salotto una casa vacanza. Ma chi non vive di turismo paga per tutti?

 

L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE: ECCO DOVE PUOI TROVARLO

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13 Commenti

  1. Quali sarebbero le città che proibiscono i cani in centro? Sono le automobili che devono essere interdette, non gli animali…

  2. Il turismo di massa va contenuto e gestito. Ognuno qui fa quello che vuole. Troppo spesso gli stranieri non pagano le multe comportandosi peggio dei comaschi. Servono:

    1) almeno 20 vigili urbani in più. 50 Carabinieri in più.
    Oppure come in Svizzera per alcune funzioni usare polizie private debitamente addestrate (anche di prestanza fisica che si faccinao rispettare).

    2) ri-parlare del tunnel del Borgovico e la variante autostrada Lomazzo-Bizzarone-Mendrisio.

    3) proibire i cani in centro come molte città del mondo. Oppure: multe da pagarso sul posto col p.o.s. per defecazioni, urine (sacchetti applicati al cane che raccolgono), oggetti e sigarette gettati per terra (a Singapore fino a 500 dollari ed una notte arrestato per un mozzicone).
    Ma servono anche i netturbini a pulire (attingiamo dai disocuppati o dai veri/finti profughi che manteniamo e gironzolano nullafacenti);
    almeno una volta a settimana lavare le strade con camion a pompa.
    Lo so, per gli italiani questa è ‘roba da fascisti’. Viaggiate e guardate le migliori città cosa fanno senza far finta di ‘indignarci’. Purtroppo con la maleducazione serve la repressione (e sapere che se sgarri paghi). Il resto sono ormai fesserie da ideologizzati o gente che preferisce il caos. Non è questione di Destra o Sinistra. È civiltà.

    4) Stadio. A Grandate/Lazzago

    5). Forse il più facile da cui cominciare. Auto ferme al silos del vecchio S. Anna o Ticosa con biglietto valido su qualsiasi bus in transito (urbano ed extraurbano).

    E, nell’incolpare (giustamente) ‘i politici’ (che sono lo specchio nostro), proponiamo cose concrete e meno astratte.

  3. La città non sembra reggerà a lungo: prezzi impronunciabili, sporco ovunque, qualità della ristorazione scadente, cortesia latitante, ignoranza linguistica imbarazzante, trasporti pubblici difficile… ho dimenticato qualcosa? Certo non ho esagerato

    1. D’accordo con te, questo turismo non può continuare e saranno gli stessi turisti a non voler più tornare in questa bolgia

  4. Quindi volete una città turistica ma solo con il turista russo che spende nei negozi che dite voi giusto?
    Per il resto deve essere una città morta con 4 negozietti per pensionati che escono dal loro appartamento in centro per fare due compere.
    La città è già alla deriva ma da 30 anni proprio per questa mentalità bigotta e ottusa.

  5. E’ possibile che Como diventi come Venezia: non più una città per i cittadini, ma una disneyland per turisti.
    Siamo già sulla buona strada.

  6. Vorrei leggere una copia della Strategia del turismo del Lago di Como. Dove posso ottenerne una copia? Grazie

  7. Dire che è più facile prendersela con i turisti piuttosto che con l’assenza di progettualità, o “visione”, della classe politica è esattamente la stessa cosa. Purtroppo, tuttavia, per quanto si possa essere ottimisti e “visionari” è assai difficile leggere nell’operato dell’attuale Giunta comunale un significativo cambio di passo. Ma questo è soltanto un mio modesto parere.

  8. C’è la strana tendenza a pensare, l’intervista a Peduzzi di Cpt ne è la dimostrazione, che il turismo di massa a Como e più in generale sul lago sia un turismo destinato a durare, senza contrazioni, nel tempo. Il turismo di massa della costa romagnola è un turismo organizzato ed è per questo motivo che dura nel tempo. L’obiettivo degli operatori turistici romagnoli non è fare arrivare la gente ma soprattutto farla tornare negli anni a venire. A Como non sembra proprio che il turismo di massa sia organizzato. Siamo sicuri che gente che è costretta a code bibliche per una gita in battello, torni l’anno prossimo per farsi un’altra coda biblica o preferisca andare dove è un po’ meno bello ma molto meglio organizzato? Siamo sicuri che chi si fa la coda da Camerlata per prendere un cono gelato in riva al lago, la prossima volta abbia ancora voglia di stare tre ore in auto per mezz’ora di passeggiata sul lungolago? Mah….beato Peduzzi che anche stando in coda si guarda il panorama! E beati quelli che pensano che il business del turismo sia semplice come riempire un cono di gelato o fare un caffè.

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