Si è tanto discusso, nei giorni scorsi, del progetto (già al tramonto) presentato dall’associazione Officina Como per il futuro dell’area Ticosa. Al di là della fine che farà la proposta – assai poco gradita dalla maggioranza di centrodestra soprattutto sull’insediamento di 200 alloggi per housing sociale – qualsiasi cosa si voglia fare nella zona dipenderà comunque dal superamento di un eterno scoglio: il completamento della bonifica di acque e sottosuolo, non ancora terminata a 7 anni esatti dal suo avvio (9 gennaio 2012, giunta Bruni).
Ebbene, il momento fatidico per rivedere ruspe e operai in Ticosa sembra abbastanza vicino, ma quello che davvero colpisce è quanto spenderà alla fine di tutto l’amministrazione: quasi 9 milioni di euro. Nove-milioni-di-euro.
I conti sono presto fatti, d’altronde, e sono disponibili da fonti ufficiali.
La prima è una riunione di Commissione Urbanistica del 17 marzo 2016, quando l’allora assessore all’Ambiente, Bruno Magatti, ufficializzò quanto già speso da Palazzo Cernezzi a partire dal 2012. Ovvero, quasi 5 milioni di euro. Il resto lo aggiunge, suo malgrado, l’attuale titolare della delega nella giunta Landriscina, Marco Galli. “Abbiamo stimato un costo di 4 milioni per completare definitivamente la bonifica. Si tratta di una cifra ingente, lo sappiamo, ma potrebbe anche diminuire grazie ai ribassi per la gara d’appalto relativa ai lavori. Ma, comunque, siamo intorno a quella somma”.
Dunque, ecco il totale: 8,5 milioni. Per dare un’idea, l’intera area, nel 2006, venne venduta a Multi (come noto, poi, senza esito) per circa 12. La proporzione è clamorosa.
Tornando all’operazione di bonifica in sé, Galli fissa la roadmap. “Entro fine mese porterò l’indirizzo operativo in giunta per la bonifica totale dell’intera area, con particolare riguardo per la nota “cella 3” . – afferma – Il piano di bonifica riguarderà sia le acque che il terreno, poi depositeremo il documento unitario in Provincia per avere il nullaosta finale al progetto. Infine andranno reperiti in bilancio, indicativamente tra fine marzo e aprile, i circa 4 milioni stimati prudenzialmente per i lavori veri e propri”.
I tempi: “Faremo il possibile – chiude Galli – ma credo sarà molto difficile avere l’area per il parcheggio per Natale 2019”.
L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.
4 Commenti
Però Landriscina ha ammesso che è contento che la Ticosa è tornata ai comaschi…
E se si coprisse tutto con prati e alberi si potrebbe evitare la bonifica e risparmiare?
No, Andreab. Il Testo Unico ambientale prevede che, una volta accertata una contaminazione del suolo, si debba procedere alla bonifica. Esistono limiti tabellari alle concentrazioni di inquinanti secondo l’uso che deve essere fatto del suolo (residenziale/ricreativo, con limiti più restrittivi, più bassi, o industriale, meno restrittivo). Da un punto di vista urbanistico sui mappali permangono dei vincoli finché la bonifica non viene portata a termine. Anche per questo è importante stabilire l’uso finale delle aree.
Magari allora cerchiamo di capire cosa fare dell area in questo anno..