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Cà d’Industria, è rottura. I sindacati: “Sciopero e corteo, il contratto non va cambiato”

Cgil, Cisl, Uil e Rsu hanno indetto lo sciopero di tutto il personale della Fondazione Ca d’Industria di Como sabato 25 settembre. Per promuovere l’iniziativa di protesta è previsto un corteo per le vie del centro cittadino dalle 9.30 alle 12.30.

Inoltre oggi alle 21.00 le organizzazioni sindacali incontreranno il personale in un’assemblea a distanza.

I sindacati, dopo l’esito negativo delle trattative in Prefettura, “chiedono a tutta la città di partecipare al corteo che si terrà sabato 25 settembre”.

La protesta è contro la scelta della Fondazione di cambiare dal primo ottobre 2021 il contratto collettivo nazionale applicato.

“In questi mesi la partecipazione non è mancata e per questo CGIL CISL  e  UIL ringraziano tutte le lavoratrici ed i lavoratori che nelle sono state/i presenti ai presidi e durante i volantinaggi dei mesi di giugno e luglio e che hanno sostenuto – si legge nella nota – Mancano oramai poche settimane e il nostro obiettivo deve essere chiaro e netto convincere il Consiglio di Amministrazione a tornare sui propri passi. Il contratto non va cambiato, e la Ca d’Industria deve mantenere il contratto pubblico per tutto il personale”.

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“Restiamo convinti che il futuro della Fondazione Ca d’Industria non sia il cambio del contratto e l’impoverimento del personale, tutti gli sforzi della Fondazione e del personale devono direzionarsi verso l’obiettivo comune di riempimento dei posti letto vuoti e di organizzazione di servizi che diano nuove prospettive rispondendo ai bisogni degli anziani della città di Como – spiega la nota – Come sindacati e Rsu riteniamo serva un Piano di rilancio condiviso con le Istituzioni cittadine (in particolare del Comune di Como) e con il sostegno da parte di Regione Lombardia, serve progettare forme alternative di assistenza ed un’offerta di servizi all’avanguardia che sia di qualità per gli ospiti anziani e per gli operatori”.

“La Fondazione dopo aver dichiarato che il personale era in eccedenza e che il problema dei posti letto vuoti determinava un esubero di organico, ha deciso di bandire un concorso per assunzioni a tempo determinato di operatori socio assistenziali a partire dal primo di ottobre già con il contratto Uneba – proseguono i sindacati – Questa decisione conferma che la scelta di cambiare il contratto nazionale al personale non è comunque collegata allo stato di difficoltà economica della Fondazione”.

“Il cambio di contratto è stato deciso indipendentemente dallo stato dei bilanci e ha come unico obiettivo l’impoverimento delle condizioni di lavoro dei nuovi assunti – è la conclusione – Come organizzazioni sindacali e RSU non accettiamo questa modalità di gestione e riteniamo questo comportamento scorretto, chiediamo alle istituzioni di intervenire rapidamente per istituire un tavolo di confronto trasversale (tra Fondazione, Comune e rappresentanti della Regione), che abbia l’obiettivo di provare a costruire un nuovo futuro per la fondazione e per il personale che in essa opera”.

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