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Caso Como Nuoto, Giovanni Dato: “In campagna elettorale Rapinese sapeva ogni cavillo, ora scarica sugli uffici”

Continua a salire la temperatura attorno alla Como Nuoto. Dopo la lettera diffusa dal gruppo di Svolta Civica, oggi interviene nuovamente il presidente di Pallanuoto Como, Giovanni Dato (reduce, peraltro, dalla vittoria netta colta al Tribunale penale di Como, dove il Giudice per le indagini preliminari, Walter Lietti, ha deliberato il non luogo a procedere con formula piena nei suoi confronti dopo le infondate accuse di turbativa d’asta e falso ideologico indotto nella Commissione Aggiudicatrice ai tempi dell’assegnazione del compendio sportivo in Viale Geno 14. Qui tutta la vicenda).

A scatenarne una presa di posizione, oggi, è il mancato ottenimento – nonostante ripetute richieste al sindaco e alla giunta da parte del gruppo di opposizione di Svolta Civica – di documenti e atti relativi proprio a quella assegnazione.

“Il signor Rapinese quando era un semplice consigliere di opposizione in campagna elettorale, sembrava conoscere ogni singolo snodo e cavillo di Viale Geno – dice ora Dato – Poi con le ultime sentenze si è scoperto che in realtà non conosceva le cose come credeva, ma tant’è”.

“Oggi che fa il sindaco e ha l’onore e l’onere di amministrare la città, con una modalità tipica della vecchia politica da cui dice di essere tanto diverso scarica ogni responsabilità sugli uffici tecnici, anche di fronte a domande elementari”, conclude l’affondo Giovanni Dato.

La lettera di Svolta Civica: “Sui lavori alla Como Nuoto atti negati e dal sindaco nessuna risposta. Ora verifiche”

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