RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Attualità

Clamoroso a Cernobbio, niente palazzi alle ex Dotti. L’azienda se ne va, Maurizio Critelli: “Nauseato dalla politica”

“Non è certo per la petizione, è la politica che mi ha nauseato. Mi dispiace ma lascio, non se ne fa più nulla”.

Come si dice, la notizia è clamorosa. Niente più palazzi a Cernobbio, il progetto per le ex grafiche Dotti torna in archivio. Non è una provocazione, non è una forzatura, è una decisione definitiva. Arriva da Maurizio Critelli presidente del Cda della Only Real Estate società che ha presentato e sviluppato l’idea.

A Como, tra l’altro, portano la firma dell’imprenditore l’operazione nell’ex Area Castelli di via Tommaso Grossi, il nuovo Grand Boutique Hotel di via Magistri Cumacini e il cantiere nell’area dell’ex Stamperia Artigiana tra via Torriani e la tangenziale.

Bassissimo profilo, nessuna voglia di apparire, niente interviste.  Una cifra quella di Critelli, una scelta imprenditoriale chiarissima da sempre. Fino a qualche giorno fa, quando ha contattato ComoZero.

Critelli vuole esprimere il “disagio di un imprenditore che credeva in qualcosa”. Dice: “Io non ho una missione, io mi innamoro dei progetti. Credo che quella di Cernobbio fosse una bella operazione, non solo per noi ma per tutta la collettività, per i servizi che avrebbe creato e che lo stesso Comune ci ha chiesto. Alla fine tutto è stato sminuito a un problema di altezza”.

Passo indietro.

Il primo maggio abbiamo dato conto della petizione, presentata da alcuni cittadini contro il piano di rigenerazione dell’area nell’area delle ex Grafiche Dotti tra via V Giornate e Via Manzoni, due condomini di otto piani ciascuno. Richiesta chiara quella del comitato Cernobbio Futura: bloccare tutto, torri troppo alte e non in linea con l’immagine della città.

Qui la cronaca:

Cernobbio, bufera e petizione contro i nuovi condomini alle ex Grafiche Dotti: “Fermate il progetto”

Sono poi arrivati in sequenza, con posizioni diverse e non poca polemica, l’ex assessore all’Urbanistica (giunta Furgoni) Daniele Lironi e l’ex sindaco Simona saladini.

Critelli, il titolo lo ha dato ed è roba tosta: lascia. Ora ci dice perché, basta una petizione?
Certo che no. Ma mi aspettavo che il sindaco Matteo Monti dicesse qualcosa, che prendesse una posizione chiara e spiegasse il senso di un lavoro che l’amministrazione conosce benissimo.

Quando è partita la pratica?
16 mesi fa, un progetto concordato dove è stata richiesta una lunghissima sfilza di integrazioni. Il via libera della Commissione Paesaggio è arrivato il 23 marzo scorso, per capirci. E’ un tempo infinito e manca ancora il Consiglio Comunale. Al momento non sono arrivate altre comunicazioni, non c’è alcun provvedimento definitivo.

Cosa ha richiesto il Comune “in cambio”?
Un parcheggio interrato e un magazzino.

Che avreste realizzato.
Certo.

La petizione contesta le altezze dei palazzi.
Le norme lo prevedono, la variante di Piano di Cernobbio è del 2017 e permette quel tipo di costruzione. Perché nessuno ha protestato quattro anni fa quando è stata varata, dov’erano tutti i professionisti che ha adesso si sperticano in commenti negativi? Ma al di là di questo, costruire in altezza permette di sfruttare il terreno, di realizzare servizi. Va bene non siamo Milano ma ormai tutti vanno in verticale.

Lamenta i tempi elefantiaci della macchina comunale. Cosa è successo?
Non ne ho idea ma per esperienza so che quando i tempi si dilatano di solito c’è indecisione quando non impreparazione amministrativa, condizioni che poi lasciano spazio ai giudizi senza fondamento. Mi hanno attaccato ovunque, soprattutto sui social, perché? Ribadisco, il progetto rispetta ampiamente le norme previste dall’amministrazione. Se un privato non può muoversi alla fine se ne va, naturalmente quando può permetterselo. Io posso ma, chiedo, altri imprenditori che puntano su un lavoro cosa fanno, tengono gli operai fermi 16 mesi?

A inizio maggio abbiamo cercato il sindaco, in genere disponibilissimo, per una replica ma non ci ha risposto. Però, stando a quanto ha dichiarato durante i lavori della Commissione del 20 aprile scorso non pareva contrario all’operazione, anzi.
E’ un silenzio che mi ha indisposto. Ripeto, abbiamo raccolto ogni richiesta dell’amministrazione (si contano otto domande di integrazione tra 2020 e 21, Ndr) ci hanno pure detto di cambiare i fiori e le essenze, per capirci.

La petizione dice di fatto che snaturate la zona.
Accetto le critiche, ci sta ma non quelle di certi professionisti però che dovrebbero capire. Si facciano avanti quanti hanno firmato, si facciano carico dell’area e la rilancino. Ricordo quante aste sono andate deserte prima che le banche ci chiesero, quasi in ginocchio, di partecipare all’operazione.

E’ arrabbiato, per dirla eufemisticamente, si vede.
Non ho dormito la notte prima di prendere la decisione. Sono nauseato è un problema solo politico, con rimpalli di responsabilità tra vecchie e nuove amministrazioni. Se un imprenditore incontra la politica, perde sempre. Mentre le strategie di mercato cambiano di continuo e la politica blocca tutto. Pensi che nel prossimo Consiglio Comunale devono ancora stabilire se le ex Grafiche Dotti sono un’area dismessa. E’ un paradosso.

Quanto avete investito?
Tra acquisto e progetti, a oggi circa un milione di euro.

Brutta perdita.
Recupereremo. Facciamo bene a investire altrove, non ci si stupisca se poi gli imprenditori lasciano il territorio. Di solito nei Comuni piccoli è tutto più facile, meno tecnici, meno dirigenti, una conoscenza diretta. Cernobbio è più faticoso di Como dove comunque non è una passeggiata, per fare l’hotel in via Cumacini ci sono voluti sei anni, un investitore straniero sarebbe scappato molto prima.

Può accadere qualcosa che le faccia cambiare idea?
Estremamente difficile, la settimana prossima porto la decisione in Cda. Stiamo costruendo un albergo in Sardegna, siamo presissimi. Non ho tempo da perdere.

Ha un messaggio per il sindaco Monti?
No

In effetti basta il “me ne vado”.
L’ho già comunicato al progettista.

E l’area che fine fa?
O la compra qualcuno o la utilizzeremo così come è.

Per fare cosa?
Vedremo. Ma è evidente che Cernobbio la terrà così, non è possibile operare. Si figuri che nel 2017 hanno pure tolto la possibilità di costruire Hotel. Il nostro era un progetto di qualità, totalmente green, di alto livello tecnologico, un’operazione da 11 milioni che avrebbe portato vantaggi e non un dormitorio per frontalieri. Non siamo speculatori o operatori mordi e fuggi, peccato. Alla prossima variante ne facciano un parco a questo punto.

Il comitato comprensibilmente si ascriverà la battaglia vinta, lo sa?
Si incensino pure. I fatti dicono che nessuno fa niente. E’ una vittoria non fare niente? Vengano a comprarsela, facile discutere senza mettere un soldo. La verità è che da una quindicina di anni, qui da noi, la politica ha raggiunto il livello più basso.

(Ps: rinnoviamo, ancora una volta, la possibiltà di un confronto con il sindaco Monti che sa come contattarci)

© RIPRODUZIONE RISERVATA
TAG ARTICOLO:

3 Commenti

Lascia un commento

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo