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Como, controlli anti-Covid: chiuso il bar La Quinta. Sfogo di Marco: “C’era una sola cliente, eccessivo”

Nell’ultimo weekend di zona arancione, prima del passaggio ufficiale di Como e Lombardia in zona rossa scattato lunedì 15 marzo, un altro locale del centro città è stato chiuso per violazione delle normative anti-Covid.

Sabato scorso infatti, per il bar La Quinta di piazza Perretta è scattata la sanzione economica assieme all’obbligo di chiusura per cinque giorni: da sabato 13 a mercoledì 17 marzo.

Ma, proprio nelle giornate di chiusura, ecco comparire in vetrina un cartello firmato dal titolare:

Questo locale è stato chiuso sabato pomeriggio perché al suo interno era presente UNA sola persona in attesa di utilizzare il bagno che si era momentaneamente appoggiata al banco.

I nostri cari vigili sono entrati con grande sprezzo del pericolo mettendo a repentaglio la loro stessa vita, si sono fatti largo tra le innumerevoli persone (?) e hanno constatato la grande pericolosità della situazione chiudendo questa attività per ben 5 giorni.

Ringraziamo per il prezioso lavoro di questi signori che non hanno tenuto minimamente conto della reale situazione e del momento storico visto che è un anno che stiamo “lavorando” meno della metà del nostro solito, tra chiusure e aperture dell’ultimo secondo.

E’ lo stesso titolare del locale, Marco Viganò, a spiegarci le motivazioni del messaggio: “Io sono sempre stato dalla parte delle forze dell’ordine, auspicando una collaborazione anche da parte nostra, ma in questo caso il provvedimento mi è sembrato un po’ esagerato – afferma – quando sono entrati i vigili, sabato pomeriggio alle 4, c’era una sola cliente che aveva appoggiato il bicchiere al bancone perché doveva andare in bagno e stavamo parlando. E’ vero che ha sbagliato, perché non doveva essere dentro il locale e quindi è andata contro le normative anti-Covid, però non c’era sicuramente assembramento né pericolo”.

E aggiunge: “Chiudere per cinque giorni in questo periodo è davvero pesante, dopo un anno praticamente senza lavoro speravo in un minimo di collaborazione da parte delle forze dell’ordine. Ho chiuso il locale e pagato la multa, non farò ricorso perché ho sbagliato ma mi è sembrata una sanzione eccessiva”.

Marco, ci tiene a sottolinearlo ulteriormente, nonostante la sanzione rimane solidale verso gli agenti che si trovano di fronte a una situazione difficile da controllare.

“Nel mio locale ho sempre seguito tutte le normative, a partire dal distanziamento dei tavoli, imponendone il rispetto a tutti i clienti – conclude – spesso è difficile anche per noi, perché molti clienti cercano di avvicinare le sedie e fare tavolate. Quindi mi rendo conto delle difficoltà delle forze dell’ordine di garantire l’ordine pubblico e gestire questa situazione, ma nel mio caso davvero non c’era nulla da gestire. Era solo una questione di buon senso”.

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2 Commenti

  1. Certo, bisogna rispettare le regole … il problema è chi le imposta e con quali criteri … il governo non ha buon senso e tutto è fatto apposta per farci impazzire … se sapessero che il terzo L’onda potrebbe arrivare, perché sabato e domenica scorsi non hanno fatto zona rossa che Como e Los Lagos erano pieni di milanesi impazziti che erano in gran parte la colpa dei recenti contagi … Gestiscono la situazione senza buon senso, come se lo fossero bambini che giocano in piazza ….

  2. Articolo fondato sul nulla. Se si rispettassero le norme – sempre – non si incorrerebbe in sanzioni evitabilissime.

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