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Inferriata anti-senzatetto a San Francesco. Rabbia Cominciamo da Como: “Lega burattinaia del sindaco. Ci opporremo con ogni mezzo”

Una nuova posizione si aggiunge nel durissimo dibattito in corso sull’emergenza senzatetto. La proposta della Lega, risalente al febbraio scorso, di installare un’inferriata tra le colonne dell’ex chiesa di San Francesco sta alzando non poco il livello dello scontro in città.

Negli ultimi due giorni hanno preso posizione chiarissima e convergente due personaggi che difficilmente si sovrapporrebbero, quantomeno in astratto.

Il leader di Fratelli d’Italia nel comasco, il deputato Alessio Butti:

La Lega e il cancello anti-senzatetto a San Francesco. Butti: “Non si scopa la polvere sotto il tappeto, italiani e stranieri regolari vanno aiutati”

E Flavio Bogani, volto notissimo del volontariato cattolico a Como:

“Se la dignità non ha più dimora”. Senzatetto, devastante lettera di Bogani che non salva (quasi) nessuno: consiglieri tutti, Ats e Prefettura

In queste ore si fa sentire la voce di Cominciamo da Como che invia una lettera durissima:

Prima della sospensione dei lavori del consiglio comunale per la pausa estiva, una parte della cittadinanza comasca aveva ricordato alla sua giunta che i problemi della città, troppo a lungo trascurati, non sarebbero andati in vacanza. Ora l’estate è finita, ma la musica non è cambiata. Anzi, quella suonata dalla giunta Landriscina è ancora più stonata di prima.

La situazione delle persone che dimorano a San Francesco perdura da mesi ed è sempre più grave, come non ci stanchiamo di dire sin dal giorno della chiusura del dormitorio allestito per “Emergenza freddo”. L’urgenza di una sua soluzione è ormai chiara a tutta la città, a cominciare dalle persone colpite in prima persona dalla privazione di una dimora fissa, fino ad arrivare a chi vive e/o attraversa la zona. Come abbiamo sempre denunciato, l’incapacità e la mancanza di volontà da parte dell’amministrazione comunale fanno sì che il problema si prolunghi nel tempo e non venga risolto adeguatamente.

L’ultimo capitolo di questo indegno spettacolo di inettitudine politica è la mozione con cui la Lega, forza di maggioranza e vera burattinaia del sindaco Landriscina, propone l’installazione di grate che impediscano lo stazionamento sotto i portici di San Francesco.

La mozione sarà sottoposta al voto del prossimo consiglio comunale, il 9 settembre 2020.

Le intenzioni dietro questa proposta sono talmente elementari da non poter sfuggire. Anziché amministrare la città come dovrebbe, la maggioranza è impegnata in una campagna elettorale permanente che conduce sulla pelle delle persone senza fissa dimora, a scapito di tutte le persone che vivono in città, sia quelle che hanno una casa sia quelle non ce l’hanno.

La stessa strategia è stata messa in campo a più riprese negli anni passati, basti pensare alle grate installate all’autosilo Valmulini, alle panchine rimosse in piazzale San Rocco e alla chiusura di alcune fontanelle utilizzate dai migranti.

Risulta immediatamente chiaro a chiunque che la proposta di installazione delle grate a San Francesco non costituisce alcun tipo di soluzione, nemmeno parziale, al problema. In assenza di una soluzione abitativa, le persone senza fissa dimora saranno costrette a spostarsi altrove, come già successo in passato, ricreando la stessa situazione in un altro punto della città e con le medesime conseguenze. È facile prevedere anzi che la situazione sarà resa ancora più problematica dalla rottura dei già fragili equilibri che si sono creati tra le persone che vivono questo grave disagio, dando luogo ad altri episodi drammatici come quelli visti nell’ultimo periodo.

Ancora una volta, si propone di sprecare tempo e soldi pubblici per dei volgari giochi di palazzo. Tempo e soldi che dovrebbero essere impiegati per affrontare concretamente i problemi della città, come imporrebbe il mandato elettorale ricevuto dalla cittadinanza, e che potrebbero portare al reinserimento sociale delle persone in difficoltà nell’interesse di tutta la città.

Ancora una volta, gli stessi politicanti che si ammantano di pragmatismo e che pretendono di rappresentare gli interessi popolari dimostrano di essere preoccupati solo di salvaguardare la propria immagine, ignorando le necessità tanto dei residenti di Como quanto delle fasce popolari, dei disoccupati, di chi insomma non è sufficientemente ricco da permettersi una casa o di chi potrebbe perderla a breve. Chi propone o appoggia mozioni di questo tipo dimostra di essere solo il partito di un’élite che non deve subire i problemi della città nella propria vita di tutti i giorni.

Ancora una volta, questa giunta dimostra di essere completamente inadatta al ruolo a cui è chiamata. Mentre una parte della maggioranza propone mozioni sconclusionate per bieco interesse di bottega, la parte rimanente della maggioranza ha subito preso posizione contraria. Tra questi due fuochi, il sindaco e la sua lista risultano non pervenuti. Viene da chiedersi come una giunta così spaccata al suo interno possa pretendere di amministrare una città con serietà ed efficacia.

Ancora una volta, la città di Como deve constatare l’inadeguatezza di rappresentanti politici che non merita. Di fronte allo spettacolo indecente messo in scena dalla maggioranza, anche una parte della minoranza disattende al proprio ruolo di opposizione seria. Il consigliere Rapinese, che ama presentarsi come oppositore inflessibile dell’amministrazione, ha annunciato invece che sosterrà la proposta della Lega, prestandosi a volgari manovre di partito.

Come abbiamo sempre ribadito, la cittadinanza di Como è vigile e attiva, e non è disposta a tollerare questa ennesima umiliazione da parte di chi la amministra. L’eventuale approvazione della mozione sarebbe un atto gravissimo. Confidiamo che le forze in consiglio comunale che hanno espresso la propria contrarietà dimostrino la propria credibilità opponendosi alla proposta che sarà votata il 9 settembre.

Noi, come tutta la cittadinanza comasca, rimaniamo fuori dal palazzo, e ci opporremo a questo oltraggio con tutti i mezzi a nostra disposizione in vista del prossimo consiglio comunale.

Dormi(torio) Como, un anno e un mese dopo. E’ il primo settembre 2020: esattamente, quanto vale un voto in questa città?

 

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