Per chi vive il centro città è un’immagine decisamente anomala (infatti segnalata).
Frutto certamente dei timori, o della prudenza (finanche al momento eccessiva), più che di dati oggettivi: Como e provincia infatti non registrano, per ora, alcun caso o allarme ufficiale sul fronte coronavirus.
Forse i pronto soccorso disertati per paura del contagio (lo ricordiamo sotto), hanno spinto le persone alla guardia medica o, se possibile visto il festivo, da qualche medico di turno. Comunque sia niente autoprescrizioni o autodiagnosi.
Così questa sera, viale Varese, una coda (anomala e non l’unica ci dicono) fuori della farmacia affacciata sulla strada ha attirato l’attenzione di molti passanti che hanno deciso di immortalare: sono diverse le foto arrivate in redazione.
Foto che, sia molto chiaro, non testimoniano un allarme ma un sentito sociale, così come quelle che mostravamo poche ore fa: pronto soccorso vuoti e scaffali di amuchina (o simili) presi d’assalto.
Niente panico però, è fondamentale. Vogliamo ricordare come l’appello degli specialisti (medici, biologi, tecnici delle unità di crisi) sia l’unico da ascoltare: non vi è ragione per la paura e per la corsa a derrate di cibo e farmaci. Per questo, ricordiamo le regole diffuse dall’Ordine dei Medici di Como:
Il vademecum dei medici di Como: “Le nostre sei regole fondamentali”
Coronavirus, Valduce e Sant’Anna: pronto soccorso deserti. Amuchina, scaffali vuoti
CORONAVIRUS: QUI TROVATE OGNI INFORMAZIONE UTILE SULLA SITUAZIONE COMASCA E LOMBARDA
Un commento
I supermercati e le Farmacie dovrebbero vietare l’acquisto multiplo comunque spropositato di Amuchina, onde consentirne l’acquisto a tutti, e dovrebbero contestualmente tranquillizzare la popolazione sulle scorte di cibo. Polizia Locale, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza dovrebbero vigilare su possibili speculazioni sui prezzi di vendita dei suddetti prodotti. Le Ditte Private e gli Uffici Pubblici, Uffici Comunali in primis, dovrebbero attrezzarsi per consentire il telelavoro, onde evitare che si paralizzi totalmente l’economia italiana, mentre le scuole si devono attrezzare per consentire lezioni in video conferenza.