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Da Albate a Ponte Chiasso, tutte le strade portano in una buca. Viaggio tra le ‘tartarughe millenarie’

Asfalti, strade, buche. Parole “sacre” che ogni comasco ha detto almeno una volta nella vita. Non c’è nulla da fare: si accetta tutto (o quasi) ma non le strade groviera o rattoppate. Abbiamo fatto un giro tra i quartieri e alcune zone periferiche della città, in questo senso, non se la passano per niente bene.

La tartaruga millenaria di Albate

“Una tartaruga millenaria”, così una signora che passava di lì mentre scattavamo queste foto ha definito l’asfalto della Canturina nel tratto che attraversa Albate. E in effetti è impossibile darle torto guardando le condizioni in cui versa la Strada Provinciale 36 in un punto tra i più trafficati. Al netto degli scavi di posizionamento della fibra ottica e delle chiusure temporanee con cemento rosso a cui ormai siamo abituati, il resto della sede stradale sembra quello di una via secondaria dimenticata da tutti e non di una delle principali arterie cittadine.

Manto attraversato da un reticolo di crepe, buche chiuse alla bell’e meglio in cui l’asfalto è rimasto un sogno irrealizzato, rappezzi di spessori e colori variabili con un effetto finale modello Camel Trophy (ma elegantemente maculato) e tombini che attendono infingardi la ruota del primo ciclista distratto. E non se la passano meglio neppure i marciapiedi su cui l’asfalto sembra essersi misteriosamente ritirato creando un percorso a ostacoli a rischio femore rotto. L’unica speranza è data dalle tracce di vernice spray che raccontano di prossimi cantieri e nuovi buchi: riuscirà il cantiere della fibra ottica a portare a un’asfaltatura globale della via o Albate proseguirà nella sua collezione di “toppe”?

Buche di confine a Ponte Chiasso

La situazione non è migliore a Ponte Chiasso dove, bisogna riconoscerlo, poco più di un anno fa è stata asfaltata via Bellinzona che però all’occhio dei più attenti dà già qualche problema. Cominciano infatti a “saltare” dei pezzi di asfalto creando dei piccoli buchi sul manto stradale. Un vero peccato che, a fronte dell’asfaltatura dell’arteria principale, non sia stato rifatto anche il marciapiede groviera di fronte al parco giochi, esattamente di fronte a piazzale Anna Frank.

Non che all’interno dell’area per i bambini vada meglio: il fondo è una buca unica ed è difficile pensare che i piccoli possano correre e giocare in sicurezza, il rischio di inciampare e cadere è altissimo. Proseguendo nella nostra passeggiata verso la dogana arriviamo in piazza XXIV maggio dove la situazione è al limite: oltre ai sampietrini saltati sul marciapiede centrale dell’area, la carreggiata è costellata di fosse, rattoppi e asfalto ormai sbriciolato nell’attesa che qualcuno dia nuova vita al manto stradale. Proseguendo non va meglio nelle due parallele: via Vela e via Marchesi. I tombini o sporgono dalla superficie della strada nell’attesa di un ciclista distratto o sprofondano per venti centimetri e in questo caso a stare attenti devono essere i motociclisti.

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