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Dormitorio in via Cadorna, il nodo degli irregolari. Corengia: “Settanta accolti in Emergenza Freddo”

Non c’è soltanto il tema delle proteste di residenti e commercianti – portate in consiglio comunale il 4 maggio scorso dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Sergio de Santis – a fare da ostacolo alla convergenza per un nuovo dormitorio permanente a Como, e per la precisione nella struttura dell’Asst di via Cadorna come sollecitato dal presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi pochi giorni fa.

I temi sono almeno altri due: uno politico, che coincide con la posizione storica della Lega comasca, che già un anno fa votò no (con la lista Rapinese Sindaco) alla mozione trasversale in consiglio comunale, e che ripetutamente ha dichiarato la contrarietà all’apertura di un nuovo dormitorio, ancor più se pubblico come in questo caso (l’Asst è una diretta emanazione della Regione, guidata dal leghista Attilio Fontana e che ha il comasco Fabrizio Turba come rappresentante del territorio in giunta).

L’altro nodo si desume dalle più recenti affermazioni di due assessori dell’esecutivo Landriscina: il discorso pronunciato in aula la scorsa settimana dall’assessore ai Servizi Sociali, Angela Corengia, e poi la recente nota diffusa dall’assessore alla Sicurezza, Elena Negretti, dopo l’annuncio di Alessandro Fermi di un sostanziale accordo con l’Asst per destinare due piani dell’edificio di via Cadorna a dormitorio permanente.

Senzatetto, Fermi (Forza Italia): “Subito pronti due piani in via Cadorna. Sede definitiva al San Martino”

Negretti, dopo aver sottolineato che già prima dell’uscita del presidente del consiglio regionale il Comune aveva individuato i locali di via Cadorna come possibile soluzione, ha messo nero su bianco una precisazione chiarissima: “È chiaro che il comune di Como si occuperà solo delle persone senza dimora che sono in regola con tutti i permessi a norma di legge”.

Dormitorio, Negretti: “Via Cadorna è il luogo migliore ma solo per i senzatetto regolari. Stiamo lavorando con Asst”

Parole molto vincolanti ma che tradotte nella realtà potrebbero essere un problema non semplice da risolvere se si volessero accogliere tutti i senzatetto ora in strada, dopo la chiusura del 4 giugno scorso degli spazi di Emergenza Freddo in via Sirtori.

L’8 giugno scorso, infatti, in consiglio comunale l’assessore ai Servizi Sociale, Angela Corengia, ha rivelato che praticamente la metà delle persone assistite finora è irregolare.

“Per una visione più complessiva del problema – ha affermato in aula Corengia – I dati che ci vengono forniti da Caritas Porte Aperte sulle presenze nei quattro dormitori, dunque Emergenza Freddo e via Napoleona, dicono che stiamo ospitando un’ottantina di persone regolari, di cui 25 provenienti da altri comuni, anche della provincia, con i quali stiamo intraprendendo un’attività per la loro presa in carico e comunque per il riconoscimento delle spese di ospitalità”.

Poi il passaggio centrale: “Ricevono poi accoglienza in Emergenza Freddo una settantina di persone non regolari”.

Come – tra tensioni politiche e indirizzi amministrativi – si potrà bypassare questo nodo, anche con l’eventuale apertura dei due piani di via Cadorna, per la maggioranza di centrodestra rischia di essere un vero rompicapo.

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