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Lago di Como, la clamorosa beffa per chi ha la barca: impossibile fare carburante nel bacino comasco

Sul Lago di Como, secondo molti il più bello del mondo, fare rifornimento alla barca è praticamente impossibile. Se non altro nella metà comasca dell’intero bacino.

La surreale situazione si verifica per la concomitanza di due eventi, uno di lungo periodo e uno invece prettamente contingente.
Da un lato, infatti, come noto, l’11 giugno scorso il Comune di Como sigillò l’impianto di carburante dello Yacht Club, già di suo – per storia, posizione e utenza – indispensabile per molti diportisti.

“Il divieto di prosecuzione dell’esercizio dell’impianto ad uso pubblico di distribuzione di carburanti per natanti – si leggeva nell’atto ufficiale emesso da Palazzo Cernezzi – [resterà in vigore] fino a quanto non saranno eseguite le necessarie opere finalizzate alla regolarizzazione delle strutture adibite a distribuzione di carburanti, con l’ottenimento delle inerenti e conseguenti autorizzazioni previste per il detto esercizio, ivi compreso l’ottenimento di una nuova autorizzazione, dandosi evidenza, pertanto, che Codesta Associazione non è legittimata al mantenimento in esercizio dell’impianto di erogazione carburanti, meglio detto in premesse”.

Ma se questa è una questione ancora irrisolta tecnico-legale – con l’associazione impegnata a far valere le proprie argomentazioni – il maltempo di questi giorni ha aperto un secondo fronte problematico.

L’enorme massa di tronchi e detriti che è confluita nel Lago di Como dopo i violentissimi temporali, infatti, si è in parte accatastata proprio nell’area dell’unico altro distributore, quello di Faggeto Lario. Che, di fatto, almeno fino a quando non sarà pulita la superficie del lago dal materiale, è sostanzialmente irraggiungibile e inutilizzabile (come si vede dalla foto qui sotto e in copertina).

In sostanza, dunque, per gran parte del Lario – in particolare sul versante comasco – i possessori di barca devono essere certi di avere il serbatoio bello pieno, prima di qualsiasi partenza. Altrimenti, il beffardo rischio di rimanere fermi in porto o addirittura in mezzo al lago, è concreto.

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