Da anni, o meglio per l’esattezza dal 17 luglio del 2023, si parla di “nuovi frontalieri”. E di quanto dovranno pagare di tasse, con il nuovo regime fiscale.

Ebbene sono più di diecimila i “nuovi” frontalieri. A certificarlo la Divisione delle contribuzioni del cantone che ha trasmesso all’Italia nei giorni scorsi – come riportato alla RSI – i dati di questi frontalieri, in funzione della tassazione per il 2024 che sta creando tensione.

Si tratta di una prima storica: per l’esattezza sono 10.167 i nuovi frontalieri arrivati in Ticino dopo la fatidica data del 17 luglio del 2023, quando il nuovo accordo è entrato in vigore.

La massa salariale a essi riconducibile è di circa 227 milioni di franchi, mentre il totale dell’imposta trattenuta ammonta a quasi 13 milioni.

Ovviamente essendo il primo anno di contribuzione con le nuove disposizioni alcuni meccanismi dovranno essere rodati e per adesso si tende a parlare di “casi” perché un lavoratore potrebbe avere un impiego a metà tempo presso un datore di lavoro e un altro a metà tempo presso un altro datore di lavoro, generando dunque diverse fattispecie lavorative non ancora tutte inquadrate.

Alle autorità italiane sono stati quindi trasmessi 21mila casi: 10mila sono frontalieri collocati “in fasce ai sensi dell’accordo”, mentre “i rimanenti 11mila no”, dicono dalla Divisone delle contribuzioni. Per queste ultime posizioni si tratta di lavoratori tassati alla fonte al 100%, che generano una massa salariale di circa 420 milioni di franchi e un’imposta trattenuta di 40 milioni. Non sono considerati frontalieri per le seguenti ragioni: non rientrano quotidianamente a domicilio, oppure esulano dalla fascia di 20 chilometri dal confine stabilita dal nuovo accordo, oppure ancora non rientrano nella vecchia lista dei comuni che per il Cantone fa stato. Infine va detto che oggi per i nuovi frontalieri si trattiene l’80% delle imposte alla fonte.