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Il Pd punta su Minghetti: “Contenta, ora coalizione per la città”. Ma Bartolich: “Rispetto, ma politica stravolta”

“Il Pd ha scelto e non posso che rispettare questa decisione. E però evidente che ci troviamo davanti a un qualcosa che non è più politica. Tutto sembra ribaltato, regnano il caos e la confusione”. Le parole sono di Adria Bartolich, all’indomani dell’assembela cittadina del Pd che ha incoronato, seppur con diverse spine, Barbara Minghetti quale candidata sindaco per il partito. ( qui il resoconto ).

L’ex deputata ed ex segretaria generale della Cisl di Como, seppur mai in maniera esplicita era il nome in primo momento appoggiato dalla parlametare del Pd Chiara Braga. Nome che non dispiaceva neanche a Civitas dell’ex assessore Magatti.

“Il voto va rispettato” ribadisce Bartolich, anche se c’è un però. Anzi una lunga lista di dubbi e perplessità. “Qui si è scelto un nome. O meglio una parte di questa fantomatica coalizione ha scelto un nome – continua l’ex segretaria Cisl ed ex parlamentare – E proprio su questo procedere per ordine sparso non posso che interrogarmi. A mio modesto parere solitamente si parte da un programma, poi dalla coalizione e infine si arriva a un nome. Qui siamo di fronte a un ribaltone. La coalizione è ancora un’entità non ben definita mentre reali sono i diversi malumori emersi in queste ore, del programma neanche l’ombra ma c’è però un nome che peraltro non sembra essere condiviso neanche da tutto il Pd. Insomma diciamo che siamo al cospetto di una politca alternativa, starvolta nei suoi connotati”.

Inevitabile però chiedere ad Adria Bartolich come regirebbe a un suo eventuale coinvolgimento nella squadra di Minghetti. In passato infatti il segretario provinciale del Pd Federico Broggi aveva invocato unità e collaborazione tra le due, in una ipotetica squadra ( qui i fatti ) . “Mi sembra prematuro. Mancano tutti i passagi che ho spiegato. Soprattutto il programma, due o tre punti almeno. Ci troviamo in una città che ha seri problemi ormai da 50 anni. Como non è una città da ristrutturare ma da ricostruire e per farlo ci vuole chiarezza, non solo sui nomi. Infine mi sembra si sia tutti in ritardo. I primi contatti con me ci sono stati ad aprile. I mesi passano e bisogna lavorare”, chiude la Bartolich.

Intanto in tarda mattinata è arrivato anche il commento di Barbara Minghetti. “Sono soddisfatta per il compattamento unanime del Pd sulla mia candidatura e colgo l’occasione per ringraziare per la fiducia che mi è stata data. Ora inizia una nuova fase in cui sarà mio principale obiettivo confrontarmi con le realtà sociali, economiche e culturali della città tutta, dalle periferie alla convalle, perché la mia idea è di costruire una coalizione della città per la città, in cui i partiti hanno un ruolo importante, ma altrettanto fondamentale sarà il contributo che potranno dare forze fresche, giovani e innovative, in grado di interpretare al meglio la sfida epocale che abbiamo di fronte”.

AGGIORNAMENTO, ALLE 14.12 ADRIA BARTOLICH E’ INTERVENUTA A COMMENTO DELL’ARTICOLO:

Rettifica: ho detto ”Il voto in democrazia è una cosa seria e va rispettato. Il Pp , partito a cui io sono iscritta ha votato per Barbara Minghetti . Ne prendo atto. E’ la democrazia”. Alla domanda su un’eventuale disponibilità a fare parte della squadra ho risposto: ”Il sindaco rappresenta una sintesi della coalizione che rappresenta. Qui non si sa ancora quale sia la coalizione, tra veti espressi e perplessità , e parlare di squadra è anticipare i tempi. Como non è una città satura, ha invece importanti parti del suo territorio, sia sul piano delle dimensioni che su quello urbanistico, che vanno riempite, riqualificandole. Su queste arre è importante che si trovi un punto di vista comune. Questi credo siano i punti da chiarire prima di decidere quello che sarà dei nostri piccoli destini personali. Non ho parlato di ribaltone, termine che non userei nemmeno sotto tortura, bensì di logica ribaltata”. Alla domanda sul ritardo nei tempi ho riposto: ”Siamo tutti in ritardo, anche il centro destra. Certo la fase è stata lunga soprattutto per me, intercettata dal mese di aprile. Per Barbara Minghetti, la cui proposta di candidatura risale a una ventina di giorni di fa , non credo si siano dilatati i tempi. Sono quelli che servono”. Questo solo solo per chiarire esattamente il mio punto di vista.
Grazie Buon lavoro

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11 Commenti

  1. Meno male che il fiuto politico di alcuni ha evitato la candidatura della Bartolich!
    Si sarebbe tramutata, ad osservare gli ultimi sviluppi della situazione, in un vero e proprio autogol.
    Como, che già sta subendo il sindaco del Nulla (Nulla nei fatti, e ancor meno del Nulla nelle dichiarazioni), non si merita senz’altro candidati sindaco a rischio di grave squaglio emotivo.

  2. Il passaggio che più mi lascia perplesso delle dichiarazioni di Bartolich è questo:
    “Qui si è scelto un nome. O meglio una parte di questa fantomatica coalizione ha scelto un nome – continua l’ex segretaria Cisl ed ex parlamentare – E proprio su questo procedere per ordine sparso non posso che interrogarmi. A mio modesto parere solitamente si parte da un programma, poi dalla coalizione e infine si arriva a un nome. (…) La coalizione è ancora un’entità non ben definita mentre reali sono i diversi malumori emersi in queste ore, del programma neanche l’ombra ma c’è però un nome che peraltro non sembra essere condiviso neanche da tutto il Pd. Insomma diciamo che siamo al cospetto di una politca alternativa, starvolta nei suoi connotati”.
    A luglio sono stato contattato da un esponente di Civitas col quale ho chiacchierato un paio d’ore davanti ad un caffè che mi chiedeva cosa ne pensassi come coordinatore di + Europa della candidatura di Bartolich. La situazione a luglio su programma e perimetro della coalizione era ancora più confusa di quella attuale ma veniva già portato avanti un nome (forse a sua insaputa?) utilizzando il medesimo meccanismo che oggi Bartolich contesta.
    Singolare, veramente.

    1. Francesco Cima Vivarelli,
      a parte che esistono i telefoni e per togliersi qualche curiosità sono il mezzo più pratico, mi pare che lei non colga la sostanziale differenza tra un’ipotesi di candidato , e ce ne sono stati diversi , più o meno veri , Guerra, Manatovani, Cosenza, De Santis , Bongiasca , Lissi, e anche la sottoscritta naturalmente , oltre a Minghetti, e un candidato passato da un voto in assemblea del partito più grande della coalizione. Andava chiesto il programma a tutti ? Ripeto quello che ho detto ad un altro che mi ha fatto la stessa obiezione, mi organizza una bella assemblea e vengo ad esporlo? Coglie la differenza tra un’insieme di trattative in embrione e la chiusura con voto e un’ipotesi di entrata in giunta? Lei entrerebbe in una giunta senza conoscere il programma e la coalizione che lo esprime? Io no. Singolare veramente che quando le è stato fatto il nome non mi abbia chiesto di esporle il programma, se nutriva una curiosità in tal senso. Ci conosciamo , poteva farlo. Salvo aver riserve sul mio nome, legittime, e io non sono permalosa, ma di questo stiamo parlando . Sul percorso della coalizione, come lei sa perchè partecipa al tavolo, io non ho possibilità di influire , lei invece sì. Chiudo dicendo che, non so come mai, cose che normalmente vengono considerate come ragionevoli e di prassi, e perfino dichiarazioni moderate, di questi tempi scatenano titoli come ” attacco durissimo” ” attacco violento” e robe del genere e sono più da teoria delle catastrofi che da dibattito politico. Dove naturalmente la contrapposizione è tra anime dannate ( io ad esempio) e veri e propri santi senza peccato, ingiustamente attaccati , senza che per altro ci sia stata l’intenzione di farlo. Per non parlare degli interventi di profili fake di romani che si occupano di cose comasche , piuttosto che di nomi inventati che commentano giorno e notte tutto quello che esce. Siccome non siamo nati ieri sappiamo come va il giro. La politica ha le sue asprezze. Se riguardano i contenuti vanno perfino bene, se riguardano altro come commenti sul carattere, l’aspetto e altre castronerie del genere forse sono il segno dei tempi ma non un bel segno per la politica .

  3. E se il fatto di essere riusciti ad andare oltre ai “suggerimenti” di Roma – invece che una zoppa partenza – si rivelasse una forma di riappropriazione, non sarebbe già una bella cosa?
    Sicuri-sicuri-sicuri che un partito eterodiretto riscuota più simpatie rispetto a un movimento di territorio, dove intanto convergono il principale partito di centro sinistra insieme alla principale lista civica?
    Sicuri-sicuri-sicuri che il pd non abbia il disperato bisogno di ridefinirsi movimento di popolo e non ramificazione di apparato?
    Su una cosa Adria Bartolich ha ragione: adesso sotto con i programmi. E come dice Barbara Minghetti, si dia ascolto a tutta la città, dalla città murata ai quartieri di cintura.
    Si individuino le criticità e si mettano in campo soluzioni assolutamente concrete e percorribili.

  4. Che brutte dichiarazioni rilasciate a caldo! Trasudano quasi astio malcelato. Insomma, sembra di capire dal ragionamento, si sarebbe sbagliato tutto fin dal principio.
    E, principalmente, a non scegliere come capocordata il nome di qualcun’altro.
    Purtroppo anche in politica, come nella vita, bisogna imparare ad aspettare, ed anche a perdere!

    1. Col piccolo particolare che il principio “prima i nomi” è partito proprio col suo di nome.

      Così Magatti un mese e mezzo fa: https://comozero.it/politica/campagna-elettorale-al-via-per-civitas-magatti-non-si-candida-sindaco-due-nomi-da-discutere-coi-dem-bartolich-in-pole-laltro-segreto/

      Zero accenni a programmi, coalizione o altro: subito due nomi.

      Sono d’accordo con la signora Bartolich: metodo deprecabile, da criticare.
      Ma da subito, a maggior ragione se avessero fatto il mio di nome!

  5. Rettifica:
    ho detto ” Il voto in democrazia è una cosa seria e va rispettato. Il PD , partito a cui io sono iscritta ha votato per Barbara Minghetti . Ne prendo atto. E’ la democrazia. ” Alla domanda su un’eventuale disponibilità a fare parte della squadra ho risposto ” Il sindaco rappresenta una sintesi della coalizione che rappresenta. Qui non si sa ancora quale sia la coalizione, tra veti espressi e perplessità , e parlare di squadra è anticipare i tempi. Como non è una città satura , ha invece importanti parti del suo territorio, sia sul piano delle dimensioni che su quello urbanistico , che vanno riempite , riqualificandole. Su queste arre è importante che si trovi un punto di vista comune. Questi credo siano i punti da chiarire prima di decidere quello che sarà dei nostri piccoli destini personali. Non ho parlato di ribaltone, termine che non userei nemmeno sotto tortura, bensì di logica ribaltata. ” . Alla domanda sul ritardo nei tempi ho riposto ” Siamo tutti in ritardo, anche il centro destra. Certo la fase è stata lunga soprattutto per me, intercettata dal mese di aprile. Per Barbara Minghetti, la cui proposta di candidatura risale a una ventina di giorni di fa , non credo si siano dilatati i tempi. Sono quelli che servono ” Questo solo solo per chiarire esattamente il mio punto di vista.
    Grazie Buona lavoro

  6. il leader della coalizione deve essere carismastico; fungere da train;, essere il motore della coalizione, interpretare le diverse anime che lo/la appoggiano. Oppure vogliamo il leader maximo come si definisce “il Nulla” nel suo c.v. ?

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