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Viale Varese, immagine-shock di residenti e Legambiente: “Dopo i lavori sarà così”

Mossa a tinte forti del fronte contrario al progetto presentato al Comune dalla Nessi&Majocchi per rivedere il verde e l’area di sosta di viale Varese, realizzando anche 85 nuovi parcheggi.

Le associazioni e i residenti che contestano l’ipotesi, infatti, oggi hanno diffuso un rendering molto diverso da quelli ormai noti e realizzati dai privati: il viale, nella ricostruzione degli ambientalisti sulla base delle immagini ufficiali appare come un grande posteggio su due lati, inframezzato dalla strada e con il verde molto ridotto rispetto a oggi. Lo vedete qui sotto.

Mentre di seguito avete i due originali della Nessi&Majocchi.

E mentre la cronaca amministrativa registra i primi fatti concreti (ieri la giunta ha dato l’ok all’individuazione del Responsabile unico del procedimento e alla costituzione dell’ufficio che dovrà dichiarare l’interesse pubblico del progetto), la promotrice della raccolta firme e residente, Luisa Todeschini, e il circolo di Legambiente “Angelo Vassallo” vanno all’attacco con una nota ufficiale.

“Il Comune di Como – si legge – nega alle associazioni richiedenti e ai cittadini residenti in viale Varese promotori della raccolta firme contro il progetto di ampliamento del parcheggio nello stesso viale il diritto a visionare il progetto. La motivazione fa riferimento al vincolo di riservatezza chiesto esplicitamente dall’impresa Nessi&Maiocchi, soggetto proponente, a tutela del know how e dei segreti tecnici e commerciali. Non chiediamo di violare alcun segreto, vogliamo che sia resa pubblica la proposta progettuale e dare conto alla cittadinanza delle reali ripercussioni sull’area”.

“Negando il diritto di accesso agli atti si vuole negare l’evidenza della situazione che si creerebbe in viale Varese nel caso il
progetto procedesse. Questa sarebbe più o meno la realtà (il riferimento è al rendering ricostruito e modificato, ndr): l’eliminazione del giardino attuale, ridotto a vialetto laterale, un parcheggio a rotazione lungo tutto il viale ingombro di auto e code in entrata nelle ore di punta”.

“Oltre che un danno economico per la collettività, per l’eventuale cessione al privato per anni degli oneri derivanti dalla concessione del parcheggio stesso – si chiude il comunicato – Siamo sconcertati e chiediamo un ultimo sforzo ai comaschi: informatevi e partecipate sabato 23 giugno al banchetto in piazza Boldoni dalle 9 alle 14 per la raccolta firme contro il progetto o inviando l’adesione via email all’indirizzo sosvialevarese@gmail.com“.

Intanto le firme sono quasi 400 e lunedì 25 giugno la delegazione di residenti e ambientalisti è attesa in consiglio comunale a Como.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

8 Commenti

  1. Mi chiedo come si possa anche solo pensare di dare l’ok ad un progetto del genere che porti altro smog a ridosso addirittura delle mura! Tutte le moderne città mondiali tendono a scoraggiare l’avvicinamento al centro città con soluzioni diverse (dal mero divieto, all’organizzazione di parcheggi esterni ben collegati, all’istituzione di ticket d’ingresso ecc.).
    La centralina di rilevazione dello smog in altro proprio a Viale Varese testimonia già da sola la criticità di quella zona dal punto di vista della qualità dell’aria e deve essere un pesantissimo monito per tutti. Senza contare il pessimo esempio già dato dall’autosilo Valduce (che peraltro sarebbe dovuto servire per una nuova ala dell’ospedale, mai realizzata!) in tema di ingorghi generati in Viale Lecco durante i giorni clou. Vogliamo bloccare anche il Viale Varese ?!?!?!
    Serve coraggio di questa amministrazione, serve che rigetti totalmente quel progetto ed invogli la destinazione a parcheggio di aree di corona più esterne come: area ex Danzas, palazzina fatiscente lato Vigili Urbani, parcheggio in Ticosa, così come raddioppio in altezza (stile Tavernola) dell’Ippocastano. Non ci vuole molto, solo lungimiranza ed attenzione ai polmoni dei propri cittadini.
    Ed ora vado a firmare e a far firmare!

  2. Sono pochi, pochissimi, in assoluto e rispetto al totale dei membri di Confcommercio, eppure pretendono di dominare e imporre la loro visione – ristretta e cieca – all’intera comunità. Per qualche soldo in piu’ (nelle loro tasche), non si tirano indietro dal pregiudicare il futuro di Como e la salute di chi, in convalle, abita. E quel che è peggio, la Giunta Landriscina sembra prestargli attenzione: stanno forse aspettando che la gente si stanchi di protestare per far passare il tutto zitti zitti? Sarebbe una mossa molto rischiosa: siamo ancora lontani dalle prossime elezioni, ma assecondare le elucubrazioni mentali di questa gente porterebbe a una serie di ricorsi e controricorsi, che si chiuderebbero solo molto vicino all’appuntamento elettorale, o addirittura potrebbero causare un tale conflitto anche all’interno della maggioranza da portare alla chiusura anticipata del’Amministrazione. E a una ulteriore batosta elettorale per Forza Italia (sponsor della follia).

    In quanto ai presunti segreti tecnici e commerciali avanzati da Nessi & Maiocchi, non esistono: si tratta di un progetto pubblico, tutto deve essere pubblico, dalla prima all’ultima virgola. Anche questo è un motivo di scontro in tribunale, con relativi blocchi e fermi e ritardi, polemiche e dibattiti accesi, molto accesi: ma davvero qualcuno, nella Giunta Landriscina, è propenso e voglioso di sottoporre la città ad un’altra Ticosa, un altro Lungolago, cantieri aperti per anni ed anni, carabiniei e gdf in Comune a rovistare e sequestrare documenti, dirigenti, assessori e sindaco sotto accusa e a processo, e vicende giudiziarie varie?

  3. @Cittadino, ho espresso proprio quanto da Lei sostenuto, nell’affermare che “non appena verrà avviato il procedimento che si concluderà con la Concessione al Privato il diritto di accesso ai controinteressati non potrà essere loro negato.”

  4. @gigi che le piaccia o meno, quanto ho scritto è l’iter amministrativo che viene seguito, quanto a ledere i diritti dei Cittadini, uno studio su una proposta di fattibilità non lede un bel nulla. D’altronde Lei mi insegna che chi ci amministra ha avuto la delega con voto della maggioranza dei votanti, l’indirizzo politico quindi riflette il voto degli elettori. Nulla è certo e definitivo, lasciate che gli uffici facciano i loro approfondimenti, solo dopo si conoscerà la volontà della Giunta, chi lo sa che non resti solo una proposta è nulla di più.

  5. @Cittadino, i controinteressati devono essere posti nelle condizioni di poter difendere i propri interessi prima dell’emanazione del provvedimento finale che potrebbe ledere gli stessi. Pertanto, Giunta e Consiglio procedano con tutte le Delibere che ritengono necessarie ma rimane il fatto che non appena verrà avviato il procedimento che si concluderà con la Concessione al Privato il diritto di accesso ai controinteressati non potrà essere loro negato.
    @l’armando, se in 30 anni le Casse Comunali perderanno milioni di euro si ricordi che quei soldi pubblici (anche suoi) avrebbero potuto essere realizzati per riqualificare la nostra città, con un “ristoro” ben superiore dell’aver 85 posti auto a discapito del prezioso verde.

  6. I commenti ancorché con grossi errori, lasciano il tempo che trovano…
    Con buona probabilità i cittadini comaschi riceveranno un ristoro superiore di quanto stanno ricevendo…

  7. Il Comune non acconsente all’accesso agli atti, in quanto, da regolamento dell’ente, in fase propedeutica ciò non è possibile. Ad oggi l’ammini non ha espresso la volontà di procedere alla realizzazione dell’opera in questione, ma ha semplicemente designato il Responsabile Unico di Procedimento per valutazione di fattibilità. Alla fine dell’iter amministrativo, è solo allora la Giunta e poi il Consiglio Comunale si esprimerà in merito. L’accesso agli atti potrà avvenire solo dopo Delibera di Giunta.

  8. Come tutti i procedimenti amministrativi l’amministrazione procedente ha l’OBBLIGO di comunicare l’avvio del procedimento a tutti i potenziali controinteressati (in tal caso la collettività intera). È ovvio che per consentire ai controinteressati di poter presentare le proprie controdeduzioni/osservazioni gli stessi devono essere messi nelle condizioni di poter capire in che modo il provvedimento finale potrebbe ledere i propri interessi. Nella fattispecie concreta, se non si permette alla collettività di conoscere quale sarà l’impatto ambientale del progetto che si intende realizzare, con dati più o meno tecnici e rendering più o meno fedeli, è palese che verrebbe leso il principio che sta alla base dell’obbligo di comunicazione previsto dalla Legge 241 del 90, con tutto quello ne potrebbe conseguire (impugnazione ed annullamento del provvedimento finale).
    Sono proprio curioso di vedere come il responsabile unico del procedimento nonché l’ufficio preposto dichiareranno e giustificheranno la sussistenza dell’interesse pubblico e come l’Amministrazione riuscirà a giustificare l’evidente perdita che subiranno le Casse Comunali nel concedere ad UN PRIVATO, per ben 30 anni, la gestione di posteggi PUBBLICI. Ai posteri (e alla Corte dei Conti) l’ardua sentenza.

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