Ieri mattina intorno alle 11,45 una pattuglia dell’unità operativa della Polizia locale è intervenuta in via Regina Teodolinda, nell’area di sosta davanti all’entrata del cimitero monumentale, in seguito alla segnalazione di un uomo che chiedeva denaro in modo insistente alle persone che parcheggiavano.
Fallito ogni tentativo di convincerlo a smettere, i due agenti lo hanno invitato a mostrare un documento d’identità. L’uomo, invece di presentare i documenti, li ha insultati e minacciando loro e pure le famiglie, aggiungendo “in Ghana vi avrei tagliato la gola” e poi “in Italia la giustizia fa schifo e non potete farmi niente”.
Nonostante fosse stato nuovamente invitato a mantenere la calma, ha proseguito con altre minacce, iniziato a spintonare gli agenti e cercato di colpirli con calci, pugni e testate. Pur con difficoltà e riportando lesioni guaribili in cinque giorni, i due operatori sono riusciti ad arrestarlo.
Con la perquisizione effettuata al Comando è stata trovata una tessera sanitaria che corrisponde a un uomo di 49 anni, A.E., nato ad Accra (Ghana) e residente a Rozzano. Dalle banche dati del Comando di Polizia locale e dal Gabinetto di Polizia Scientifica della Questura di Como, dove l’uomo è stato trasferito per i rilievi foto dattiloscopici e per ulteriori accertamenti sulla regolarità della permanenza sul territorio italiano, è stato appurato che a carico dell’indagato risultano procedimenti specifici per rapina, immigrazione clandestina, detenzione e spaccio di stupefacenti, occupazione abusiva di immobili.
Processato stamattina per direttissima, ha patteggiato ed è stato condannato alla reclusione per un anno (la pena è stata sospesa) e al divieto di dimora in Como e provincia, per violazione degli artt. 336 (violenza e minacce a Pubblico Ufficiale), 337 (resistenza a Pubblico Ufficiale), 582 (lesione personale aggravate), 651 (rifiuto di declinare le proprie generalità), sanzione amministrativa per l’art. 688 c.p. (ubriachezza molesta).
“Esprimo la mia vicinanza e auguro una pronta guarigione ai due agenti – l’assessore alla Polizia locale Elena Negretti – L’episodio testimonia la prontezza e l’efficacia con la quale si interviene a tutela dei nostri cittadini, anche mettendo a repentaglio la propria incolumità fisica, rendendo esperienza concreta il concetto più alto e autentico di ‘servizio’, come nella migliore tradizione del corpo di Polizia locale di Como”.
15 Commenti
Ti smentisce il fatto che quando i due americani uccisero il carabiniere ci fu un grandissimo fermento mediatico. Qui poi l’indignazione è a maggior ragione motivata dall’elenco dei precedenti del soggetto. Poi tu sei libero di tenere la testa sotto la sabbia.
Senti senti che eccitazione ha suscitato l’episodio di cronaca di cui si è reso protagonista un balordo straniero. Vi sareste eccitati nello stesso modo se si fosse trattato di un tedesco?
Ma guarda caso ora, qui NON è un tedesco…
Premesso che io, per lavoro, ho spesso a che fare con gente come il “simpatico” protagonista della vicenda (non è difficile capire che professione faccia), mi è capitato, a volte, di chiedere ad alcuni di loro come mai restassero in Italia, nonostante avessero decreti di espulsione e condanne penali definitive e, quindi, in caso di ulteriori arresti rischiassero di finire dentro.
La risposta conferma quello che dice Alberto: negli altri paesi, Francia, Germania ecc…ecc…non vogliono andarci perchè sanno, da amici, parenti o per esperienza personale, che lì finirebbero in galera molto, ma molto, prima che in Italia.
Di solito, mi rispondono sorridendo che qui i giudici sono più buoni…le carceri, invece, i pochi che hanno visto sia quelle italiane, sia quelle estere, dicono siano peggio da noi.
Condivido sulla certezza della pena, ma non che dotazioni quali il taser non servano a nulla. Nei paesi occidentali siamo rimasti solo noi a non dotarne le forze dell’ordine, e infatti si vede, solo le nostre vengono continuamente aggredite, malmenate e accoltellate.
Chi difende sempre i delinquenti non si è fatto mai un giro in altri paesi. Ho vissuto 13 tra Australia e Gran Bretagna. Sono paesi multiculturali, condivido, e mi hanno fatto lavorare da professionista ben pagato nonostante fossi straniero, ma provate a trasgredire le loro leggi e poi mi dite. Prima di tutto non te la fanno far franca, e se non righi dritto non ci pensano due volte a sbatterti fuori dal loro paese, anche se ti hanno naturalizzato come cittadino. Permesso di soggiorno o cittadinanza, come li acquisisci li perdi pure.
Dunque, riassumendo… Un anno per tutto ciò che ha combinato, senza farsi un giorno di carcere perché la pena è sospesa. Non può risiedere lì,ma può andare dove cacchio gli pare perché è libero….
Hai ragione tu amico del Ghana.. la giustizia fa schifo.
Solo un appunto: nell’articolo si legge che a suo carico risultano procedimenti specifici per altri gravi reati, non condanne. Se quanto riportato è corretto, si tratta di un soggetto ancora incensurato (fino ad oggi) e, quindi, la sospensione della pena è una conseguenza di ciò.
Altrimenti, tale beneficio non sarebbe stato concesso ad una persona che avesse avuto anche una solo condanna definitiva per uno dei reati elencati.
Un anno è congruo per il primo reato, ma leggendo l’elenco dei suoi precedenti:
-rapina,
-immigrazione clandestina,
-detenzione e spaccio di stupefacenti,
-occupazione abusiva di immobili
forse una riflessione va fatta.
Non si tratta di razzismo, anche se fosse italiano penserei lo stesso.
Un anno di pena per aver insultato e spintonato mi sembra la corretta applicazione del codice. Voi vorreste una giustizia differente a seconda della nazionalità, un abominio giuridico. Questo,in un paese civile,si chiama giustizialismo!!!
Il giudice non lo ha messo dentro perchè ancora non lo hanno vaccinato.
Solo su una cosa aveva ragione… La nostra giustizia fa schifo. Lo hanno lasciato libero di andare a delinquere altrove in Italia.. È come fregarsene di noi stessi.. O la galera o a casa sua
Ha ragione, la nostra giustizia fa schifo, difatti lui continuera’ a fare cio’ che vuole libero di insultare i nostri agenti, complimenti al giudice che vedendo il suo curriculum ha ritenuto di sospendere la pena e lasciarlo girare libero, tanto ha solo occupato un immobile, qualche rapina, spaccio, che sara’ mai ?? benvenuto in Italia !!!!
Sig.ra Negretti, nessuno pensa in maniera negativa dei nostri agenti, quello che avrebbe dovuto commentare riguardava il giudizio e la pena ridicola…..
Condivido. Il problema è questo. Non servono “taser”; manganelli; fucilate o altro. Quello che serve è la certezza della pena e la cancellazione del senso di impunità che ti lasciano in bocca questi episodi. Questo è l’aspetto della vicenda che fa più riflettere e che consente a un delinquentello qualsiasi di non prendere sul serio la Giustizia italiana.
Ministro dell’interno, con un curriculum del genere non può tornare in Ghana e fare il bulletto lì?