Alla fine, la scelta è stata fatta: l’ex deputata e già segretaria provinciale della Cisl Adria Bartolich è la candidata sindaca (con la “a” anche sui manifesti) di Civitas, alleata forse con il Movimento Cinque Stelle (al netto della querelle sulla possibilità di usare il simbolo del partito, come ammesso dagli stessi interessati) e sicuramente con il Comitato Assemblee Popolari.
La scelta è stata ufficializzata questa mattina in una conferenza stampa convocata al Palazzo del Borgo e con la nascita di questo polo alternativo al centrosinistra “classico” che sostiene la candidata Barbara Minghetti, si completa sostanzialmente lo scacchiere comasco verso il voto di primavera.
“Non siamo contro nessuno, non siamo qui per fare polemica – ha premesso Bartolich – Io voglio rappresentare i ceti popolari, la gente che ha più problemi, perché sono di estrazione socialista. Il Pd (per cui era tesserata, ndr)? Ho ancora molti amici ma ho scelto di non rinnovare la tessera”.
“Prima di candidarmi ho analizzato i dati elettorali, la maggioranza degli elettori non si reca a votare, a Como siamo arrivati a meno della metà nel 2017 – ha poi proseguito la candidata di Civitas – Mi sono chiesta il perché, e una delle ragioni che mi sono data è che può essere che ci sia un’offerta politica che non copre la richiesta totale dei cittadini – ha spiegato Bartolich – Abbiamo stimato un’area di 9mila persone di centrosinistra che non si reca a votare e allora serve una gamma che permetta a tutti di riconoscersi. Dobbiamo recuperare la partecipazione perché una città che viene amministrata dal 20-30% delle persone che votano, non va bene”.
“Bisogna ripensare il Comune perché non è vero che l’amministrazione pubblica ridotta all’osso funziona meglio. Non è andata così, il ruolo delle amministrazioni è stato ed è fondamentale per sostenere i momenti di disagio e di povertà economica determinati dalle crisi – ha proseguito – La sussidiarietà circolare funziona solo se va bene l’economia e il privato non riesce a sostituire il pubblico, soprattutto per le persone più deboli. E non è portare i cda esterni in Comune che risolve i problemi, le istituzioni devono rappresentare tutti e non soltanto alcuni. Dove non si muove l’amministrazione pubblica si muovono i capitali privati ma non sempre nell’interesse pubblico, lo fanno in forma disordinata”.
Un accenno anche alla recente intervista dell’architetto Di Salvo apparsa su ComoZero.
L’architetto Di Salvo: “Il centro al servizio solo di profitto e turismo. Como, addio identità”
“Il centro depauperato dalle sue relazioni sociali è diventato un grande centro commerciale, occupato da grandi catene, ristoranti e posti per aperitivi, ma un centro storico non ha solo questa funzione – ha sottolineato Bartolich – Senza contare che i prezzi dell’immobiliare sono alle stelle e non esistono più i negozi che servono ai cittadini che vi abitano. Io non voglio dividere la città in centro e periferie, ma va detto che sui quartieri esterni abbiamo investito poco o niente, abbiamo spostato lì tutto ciò che per il centro risultava meno gradevole”.
Alcuni accenni a temi specifici, a partire dal Mercato Coperto che secondo Bartolich “deve mantenere la sua dimensione di mercato popolare, che non è un diminutivo”.
Grande distanza con la coalizione di centrosinistra che appoggia Barbara Minghetti sull’eventuale secondo lotto della Tangenziale.
“Io sulla Tangenziale qualche dubbio ce l’ho. Ovvio essere a favore di una liberazione di Lora dal traffico ma prima servono rilevazioni puntuali su traffico ed esigenze, altrimenti riprodurremo tangenziali all’infinito senza risolvere i problemi alla radice. Non ci sbarazziamo facilmente del traffico in convalle, anche solo per il fatto che ci sono molti frontalieri e siamo vicini alla Svizzera”.
Sulla Ticosa: “Fu acquistata dal sindaco Spallino per trattenere il secondario in città. Io ne vedo un futuro prevalentemente pubblico magari a partire da un parco a servizio del quartiere, collegato alla Spina Verde e con attrezzature sportive che lì non ci sono. Oltre l’aperitivo, restituiamo un pezzo di città ai ragazzi”.
Sul consumo di suolo: “E’ arrivato alla soglia massima e la maggior parte degli interventi futuri deve essere di recupero, ma serve un settore edile molto più specializzato di quello che costruiva e basta. Un esempio di zona da recuperare è la parte sinistra a scendere della Napoleona entrando in città”.
14 Commenti
Mah si ragazzi era tutto già scritto il buon Magatti è il solito a che coltiva solo il suo orticello e per quanto riguarda le tessere della signora Bartolich gli sono ben servite per fare la parlamentare e portarsi a casa tanti bei soldoni senza contare la lauta pensione da ex deputata.
perfetto:la Vera Sinistra e’ una sicurezza.belle dichiarazioni di principio,parchi verdi(in Ticosa?)in cui giuocheranno i bimbi,parole generiche su periferie,inclusione,classi meno abbienti:nessuno straccio di proposta realistica,nessuna idea precisa,nessuna visione ma l’illusione di un ritorno ad un passato piu'”a misura d’uomo”..e sorvolo sulla coerenza di Bartolich(ora dice.”non ho piu’ la tessera”?bah..).Un bel 4%,sufficiente a danneggiare Minghetti.
Francamente c’era da sperare in qualcosa di più. È come andare in un ristorante stellato e vedersi proporre un brodino per di più fatto con il dado. Una serie di proposte rivolte al passato. Un po’ come dire, una volta il mondo mi piaceva di più perché c’erano i negozi di vicinato, perché la gente andava al mercato a comprare un chilo di pane dal sciur Luigi, perché i bimbi giocavano all’oratorio, perché la Messa era piena di gente che cantava, perché le signore chiacchieravano fuori dall’uscio, perché c’era più solidarietà, perché c’era più popolo e meno fighetti, perché, in fin dei conti, c’era tutto quello che piaceva a me. La politica può permettersi molte cose meno che non essere resiliente. Il mondo cambia e l’offerta politica non può far finta che non sia cambiato. Viviamo nell’era dell’e-commerce, della grande distribuzione, delle chat, dei videogiochi, dello smartworking, del car sharing, dell’efficiente customer care anche nel servizio pubblico. Se Minghetti si propone come il Sindaco dello Sviluppo, Bartolich si propone come il Sindaco della Nostalgia? Mah….
Dio li fa, e poi li accoppia! La “pasionaria” Bartholich si allea con il “pasionario” Magatti.
Per entrambi, un nostalgico e deprimente avvenire da rifondazione catto-comunista…
Il suo è un programma che sicuramente verrà realizzato: il nulla in continuità con le giunte precedenti. Tutto deve rimanere com’è, la Ticosa che è già un semi-parco, il bel traffico da Tavernerio a Como, il mercato e il suo intasamento indotto, lì fermo. Assunzioni pubbliche a iosa e poi chi li dirigerà? Non certo gli assessori. Poi, le solite dichiarazioni di principio, sulla periferia e sul centro. Ma con che soluzioni concrete? Rifare il Pgt? Con che maggioranza? Con il PD non credo, visto che sarà l’artefice della sua incredibile sconfitta. Con la destra, manco a parlarne. Vabbè che il trasformismo di civitas la può portare ovunque, con i 5 stelle o con Rapinese (tranquillo Ale, so che non la vuoi…).
Se parla delle licenze in centro la de-regulation è del 1998 con Bersani ministro e Lei seduta in Parlamento.
Egr. Sig. Luigi, ringrazi la legge Basaglia. Manca la proposta di mettere il Dazio a Camerlata per l’ingresso in Como, dove lasceremo i cavalli?< <meglio poche idee che c….
Prima di fare la parte di tangenziale che manca si sistemi RAPIDAMENTE il viadotto dei Lavatoi che rappresenta uno scandalo terribile e una testimonianza della situazione Manzonia in cui siamo immersi da decenni di BUROFOLLIA.
Poi va immediatamente sistemata la stazione di Albate.
Poi si deve vietare tog per sempre il passaggio delle auto dal lungolago che deve diventare tutto pedonale.
Poi si deve spostare il capolinea bus di linea dal lago a viale lecco lato ferrovia.
Poi si devono piantare migliaia di alberi ed essenze in Ticosa e in tutte le zone libere centrali.
Poi si deve decidere se chiudere tutto il girone o una parte come viale Varese e viale Lecco che diventerebbero parchi ciclopedonali urbani VERDI.
Poi si deve decidere come risolvere il problema BORGOVICO….
MA NULLA DI TUTTO CIÒ VIENE MINIMAMENTE ACCENNATO… ANCHE DALL’ALTRA CANDIDATA…
IN SINTESI POCHE IDEE BEN CONFUSE…
Finalmente a Como una novità seria di candidatura a sindaco. Quando la Politica vuole una strada da percorrere la trova. Il programma in sintesi interessante perché finalmente parla della città ad includendum e non di periferia con atteggiamento quasi sprezzante. Ma di luoghi della stessa città che vanno coinvolti in un quadro di trasformazione e di vivibilità urbana.
Come disperdere i voti e regalare la città alla destra, solo per ambizioni personali.
Putin cittadino onorario.
Quando faceva comodo “abbiamo proposto alla coalizione una candidata del PD stesso”, ora invece per inseguire ambizioni personali “non ho rinnovato la tessera”.
Per il resto posizioni abbastanza conservatrici: il mercato deve rimanere com’è, in Ticosa non bisogna farci nulla di che, giusto un parco, la tangenziale non è detto serva, etc…
Se prima del candidato, si doveva partire da programmi e visioni, temo si siano dimenticati qualcosa.
Grandissima Adria, programma perfetto. E con il manifesto Bartolich sindaca per me ha già vinto!
Matteo ha vinto ‘orsetto di pelouche, forse neanche quello.