Una santa apparizione illumina i Dem sulla via che porta al sommo scranno del Cernezzi.
E potrebbe pure portare il miracolo unendo il partito, all’interno, e gli alleati della coalizione. Senza dibattiti, rivoli, primarie e tenzoni, in vista delle elezioni 2022 per il rinnovo del sindaco di Como.
Il deus ex machina per il Partito Democratico comasco e, più in generale, per il centrosinistra potrebbe essere Mauro Guerra, sindaco di Tremezzina, presidente di Anci Lombardia, ex parlamentare di Rifondazione Comunista, poi Ulivo, quindi Democratico per un totale di quattro legislature. Nome nobile, unificante, che porta in dote, sia a livello locale che nazionale, ammirazione trasversale dai partiti, assai apprezzato anche dalla società civile.
Nel maggio 2019 è stato rieletto sindaco del Comune lacustre, peraltro appena nato dalla maxifusione di quattro amministrazioni, ed è riuscito (conti alla mano, comparando l’elezione amministrativa con quella contestuale europea) a prendere voti anche dai salviniani.
E’ il compagno che piace ai lumbard, in un’intervista su ComoZero.it disse: “Ho sempre vinto in terra straniera e parlo dialetto meglio dei leghisti”.
La fortezza Bastiani Dem è comasca. Segreto di Guerra: “Parlo dialetto meglio dei leghisti”
Ebbene, un paio di mesi fa, da queste pagine, anticipavamo il primo nome emerso quale possibile candidato del centrosinistra a Como, Mauro Frangi, presidente di Confcooperative. Ipotesi non sfumata ma che ora se la gioca con la pesante opzione Guerra, sempre più insistente fra le stanze delle Botteghe Oscure lariane. “E’ emerso molte, moltissime volte”, sussurrano i beninformati.
Perché? Spiega una nostra Mata Hari (che è somma di più voci): “Perché Guerra nel partito ha un profilo talmente alto e unificante da poter garantire ampi consensi interni e dai futuri alleati, perché piace oltre l’area strettamente partitica. E poi ha talento, storia e pensiero”.
Bene, ma lui lo sa? “Nì, forse, certo nulla è stato proposto ufficialmente”. Conoscendo Guerra, aggiungiamo noi, è dura che lasci un impegno preso per lasciarlo a metà. Ma è pure uomo di partito tutto vecchiascuola&disciplina. Si vedrà. Intanto qualcuno sogna un ticket con la consigliera Patrizia Lissi, vicesindaco. Additivo che offrirebbe un contatto sul campo, un legame profondissimo col territorio, la base e l’associazionismo.
L’orizzonte non offusca anche, voltando pagina, un’ipotesi Maurizio Traglio-bis. L’ex candidato potrebbe tornare in pista anche se i rapporti coi Dem (in parte) e con Civitas (del tutto) non finirono proprio a tarallucci e vino dopo la vittoria di Mario Landriscina nel 2017.
Guerra, Frangi, Traglio. Mettiamo anche l’opzione Vittorio Nessi, capogruppo della tragliesca lista Svolta Civica, nome che fu fatto, non tutti sanno, già nel 2016. Poi gli alleati, magari Civitas con Bruno Magatti. Primarie dunque? Meglio un nome condiviso, dice ancora Mata Hari, in passato sono state una risorsa oggi sembrano più ammissione di debolezza e incapacità di decidere.
Insomma se Guerra dicesse sì quasi ogni problema sarebbe risolto. Ma si sa, al Pd piacciono i problemi.