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Como, l’estate del realismo Pd. Fanetti: “Finché saremo percepiti come élite snob, sarà dura”

C’è l’intervento (notevole) del segretario provinciale, Federico Broggi. E poi c’è la risposta dell’ex segretario cittadino, oggi capogruppo Pd a Palazzo Cernezzi, consumatissimo volpone della scena politica comasca, Stefano Fanetti.

Il quale sì, conviene su molte parti del discorso del “suo” segretario provinciale sulla necessità di andare oltre la demonizzazione di Matteo Salvini, di proporre una strada alternativa su idee e iniziative, di non fermarsi al Papeete e, anzi, di muoversi anche fisicamente di più sui territori (con tirata d’orecchie ai leader nazionali dem che preferiscono le città comode e sicure, mentre il leader della Lega solca discoteche e sagre di paese)

Ma nel contempo – in una incredibile gara al realismo democratico, cosa assai rara da quelle parti – evidenzia anche molte altre insidie.

Pubblichiamo l’intervento di Stefano Fanetti di seguito (per interventi e repliche: redazionecomozero@gmail.com)

Grazie Federico per la tua più che condivisibile riflessione.

Mi permetto di aggiungere solo una cosa: possiamo (anzi dobbiamo) parlare di temi, ma il difficile sta nel veicolare il messaggio al di fuori del nostro “zoccolo duro”.

Si dice spesso che bisogna “resistere alle barbarie” e “parlare il linguaggio della verità”: bene, ma poi occorre trovare qualcuno disposto ad ascoltare.

Fino a quando saremo percepiti come distanti, come élite snob e giudicante, sarà tutto terribilmente complicato.

Non si tratta di “cedere al populismo”, ma di mostrarsi persone normali, con le nostre paure, le nostre passioni, i nostri eccessi, le nostre sfaccettature. E allora, davanti a un birra al bar o in mezzo a una chiacchierata qualsiasi, potremo dire la nostra senza essere automaticamente coperti di insulti.

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