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Giardini Norma Cossetto, l’Anpi: “Di fronte alla Casa del Fascio, scelta politica?”. Ira Butti: “Offesa profonda e senza senso”

L’Anpi di Como contesta la decisione della giunta di Como di dedicare i giardini di piazza del Popolo a Norma Cossetto, studentessa istriana martire delle foibe. Ma i partigiani non vanno tanto contro la scelta di ricordo la giovanissima vittima delle brutalità dei partigiani titini, visto che sulla cui tragica vicenda specifica della ragazza nulla viene eccepito.

La scelta dell’esecutivo di Palazzo Cernezzi, piuttosto, viene giudicata parziale dall’Anpi poiché non rivelatrice delle violenze compiute negli anni della Seconda Guerra Mondiale da fascisti e nazisti nelle terre allora jugoslave e sul cosiddetto Fronte Orientale. Tema delicatissimo e specialistico, ovviamente, anche se, tutto sommato, riconducibile nell’alveo del dibattito storico.

I giardini di piazza del Popolo intitolati a Norma Cossetto: torturata, uccisa e infoibata dai partigiani titini

C’è un passaggio, però, nella lunga nota diffusa oggi stesso dall’Anpi che è di stampo più prettamente polemico/politico. Il seguente, testuale: “La scelta dei giardini di Piazza del Popolo è casuale o il fatto di essere di fronte alla ex Casa del fascio è una scelta di coerenza politica?”.

Parole, queste ultime, che hanno fatto infuriare l’assessore all’Urbanistica di Fratelli d’Italia, Marco Butti.

“Ho sempre nutrito massimo rispetto per la memoria storica e per l’immane tragedia della Seconda guerra mondiale, con tutto quanto connesso. Non ho mai apprezzato i derby ideologici e men che meno li apprezzo oggi, nel 2021, quando il nostro Paese avrebbe bisogno di ben altro”, esordisce l’assessore.

“Rispetto alle Foibe, in questo inizio di 2021 avrei preferito ricordare solo le parole pronunciate dal Presidente Mattarella in occasione delle celebrazioni della Giornata dei Ricordo. Invece non mi ricorderò solo di quelle parole ma anche della presa di posizione odierna dell’Anpi comasca, in occasione della cerimonia d’intitolazione dei giardini di Piazza del Popolo a Norma Cossetto – prosegue Butti – In particolare nel comunicato odierno. Già per l’inizio del comunicato, dove si parla delle foibe come una conseguenza, si potrebbe discutere ma preferisco sorvolare”.

“Al contrario ritengo inaccettabile il pensiero finale del comunicato, finalizzato unicamente ad alimentare sospetti, fantasie e dietrologie, come troppo spesso accade – conclude l’assessore di Fratelli d’Italia – Cita la fine del testo: la scelta dei giardini di Piazza del Popolo è casuale o il fatto di essere di fronte alla ex Casa del fascio è una scelta di coerenza politica?. Non c’è stata alcuna valutazione politica e questa domanda è una profonda offesa, senza alcun senso”.

Di seguito, comunque, l’intervento integrale dell’Anpi di Como.

Certamente le foibe sono una brutta pagina della storia che ha vissuto il nostro paese, conseguenza di un comportamento verso gli slavi di italianizzazione forzata con centinaia di migliaia di episodi di violenze, abusi, stupri, incendi e assassinii da parte dei fascisti italiani. Certamente, e non da oggi, l’ANPI condanna le foibe come atto crudele fatto dai partigiani Jugoslavi consapevoli che le vendette comportano vittime innocenti, e la studentessa Norma Cossetto fu una di questi.

Ci piacerebbe che con i morti delle foibe venga celebrato il ricordo delle migliaia di slavi, i così detti “allogeni” (1) e degli italiani antifascisti morti di fame, di stenti e di torture nei numerosi campi di concentramento italiani in territorio slavo (ben 5 ufficiali e di grandi dimensioni, fino a 10.000/15,000 internati come in quello più noto di Arbe) o i 36 stanziati in Italia e riservati in prevalenza a cittadini italiani di origine slava, tra cui il famigerato lager della Risiera di San Sabba a Trieste, unico campo in Italia a essere fornito anche di forno crematorio.
Campo gestito dalle truppe tedesche in territorio controllato dalla famigerata Repubblica Sociale di Salò, e destinato agli oppositori politici (vittime stimate tra le tremila e le cinquemila).

Non si dica che è l’ANPI a voler nascondere certe verità, si provi a chiedere ragione a chi, al governo per tre interi decenni con le forze di centro destra, non ha mai sentito il dovere o l’obbligo di chiedere spiegazioni al Governo Jugoslavo, o quelle forze politiche della destra nazionale che per anni, in particolar modo dal 1956 per tutti gli anni sessanta l’unica rivendicazione che portarono avanti fu quella revanscista sui territori italiani, eppure quanto successo nelle foibe era di pubblico dominio già da allora.

Forse una chiave di lettura la indichiamo noi, non è che se il Governo Italiano avesse chiesto ragione dei fatti relativi alle foibe il Governo Jugoslavo avrebbe chiesto di processare i responsabili dei campi di concentramento slavi e tutti quelli che amministrarono le terre occupate dagli italiani? L’ANPI comasca è stata l’unica in questi anni ad aver organizzato non manifestazioni demagogiche, ma più di un convegno sul tema del Fronte Orientale, foibe comprese.

L’ultimo giusto quattro anni fa in Biblioteca Comunale con la partecipazione di due storici, Eric Gobetti, ricercatore di Storia Contemporanea presso l’università di Torino (ci verrà fatto rilevare che si tratta di uno storico di sinistra, ebbene sì, ne siamo consapevoli) e il prof. Giorgio Conetti (di lui però non si può dire), per anni docente di Diritto Internazionale e Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Dell’Insubria di Como e presidente di quella Commissione Storico-culturale Italo-Slovena (2) che dopo ben sette anni di lavori produsse un corposo dossier, reso pubblico su sollecitazione di molti organismi fra cui l’ANPI e il Governo Sloveno dopo ben otto mesi.

Un’ultima cosa, la scelta dei giardini di Piazza del Popolo è casuale o il fatto di essere di fronte alla ex Casa del fascio è una scelta di coerenza politica?

Grazie per l’attenzione.

La segreteria del Comitato Provinciale di Como

© RIPRODUZIONE RISERVATA

3 Commenti

  1. L’assessore Butti si attarda a fare polemica sulle ultime due righe del lungo documento
    dell’Anpi provinciale di COMO .
    E non si confronta invece sul documento Anpi che richiama all’analisi il contesto 1922-1945 del confine orientale che è ineccepibile e rigoroso dal punto di vista storico .
    “La retorica di italiani brava gente” vedo che è dura a morire.

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