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Il segretario del Pd Broggi: “Non basta agitare lo spettro del nemico alle porte, chi vota chiede contenuti”

Il segretario provinciale del Pd, Federico Broggi, ha affidato a facebook le prime reazioni “ancora molto parziali” dopo il voto per le Politiche, con il partito che – al netto della sconfitta sul piano nazionale – ha colto un 16% a livello provinciale e il 20 a Como città.

“Il centrosinistra ha perso nettamente, spaccandosi (ancora) in tre e perdendo un’opportunità – dice Broggi – La destra si è presentata unita e ha vinto. Di certo una semplificazione che nasconde molte altre ragioni (e molti problemi), politiche e di campagna elettorale, ma il dato è chiaro, gli elettori hanno deciso in modo netto e la scelta va rispettata, non ridicolizzata, né tanto meno sottovalutata”

Dopo un “in bocca al lupo a Giorgia Meloni perché ci si deve sempre e solo augurare il meglio per i cittadini e le Istituzioni. In tempi difficili come questi, la speranza è quella che ogni Governo possa lavorare bene”, il segretario del Pd prosegue nell’analisi.

“Il PD starà all’opposizione. Si riparte da lì e si deve provare a ricostruire quasi tutto – afferma Broggi – Ma limitarsi a cambiare un Segretario, l’ennesimo, e addossare a Letta ogni colpa non potrà essere la risposta anche a questo giro. Ben consapevoli che in molti praticheranno solo questo sport, ma si commetterebbe l’errore già fatto altre volte: nascondere la polvere sotto al tappeto. Prima serve una discussione seria e profonda che risponda ad alcune domande. Che direzione vogliamo seguire? Che partito vogliamo essere? Quali battaglie vogliamo combattere per disegnare la nostra idea di Paese?”.

Poi il passaggio forse più significativo, in relazione al tipo di campagna elettorale condotta fino a due giorni fa: “Per essere credibili servono progetti e proposte forti, non può bastare agitare lo spettro del nemico alle porte, perché chi vota chiede contenuti (e se fai l’amministratore, sai bene che hai solo i contenuti per convincere i tuoi concittadini della bontà di un progetto). Solo allora potremo scegliere il nuovo Segretario e i compagni di viaggio. Non invertiamo ancora una volta l’ordine delle cose”.

E dunque, ecco i primi passi pratici: “Lo dovremo fare sicuramente anche a Como, riunendo le Segreterie, l’assemblea e le sezioni locali, e mettendoci in discussione tutti. Dal cuore va però va un grazie a tutti coloro hanno dato il massimo sul territorio perché il PD ottenesse un buon risultato a queste elezioni. La nostra comunità è la nostra forza: va allargata e rafforzata con lo sguardo verso le prossime prove, la prima delle quali dista solo pochi mesi”.

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4 Commenti

  1. Ha ragione Federico Broggi nel dire che per essere credibili ci vogliono proposte e non è sufficiente agitare lo spettro del nemico alle porte. Tuttavia, non si può non porsi una domanda. Quali proposte potrebbe fare il Partito democratico che non comportino l’accusa di “lesa maestà” di una parte del Partito? Per intendersi, le proposte dell’allora Segretario Renzi hanno portato a una protesta diffusa nell’area della sinistra del Partito, alla scissione di Bersani, D’Alema e Speranza, all’esternazioni dell’allora Senatore Mineo, a tanti mal di pancia. Le proposte di Zingaretti non sono neppure uscite dalla stanza dei bottoni perché minate all’origine dai distinguo di Franceschini e dell’area riformista. Le proposte di Letta sono state ambigue come ambigua è stata la posizione del Partito che sperava di mettere allo stesso tavolo Fratoianni/Bonelli con Calenda; Conte con i renziani. Insomma, le proposte ci sarebbero ma andrebbero sempre bene a una metà del partito ma all’altra chi ci penserebbe? L’impressione è che l’epoca del Partito Democratico è alla fine o forse non è mai iniziata. L’unione tra PDS e Margherita ricorda quei matrimoni con molto affetto ma senza passione. Come diceva Bartali, s’è tutto da rifare! 😊

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