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Minori stranieri, lo strappo del Comune con Rebbio Solidale. Gaiani: “Liquidati anni di servizio, Rapinese ci ripensi”

Suscita polemiche mancato rinnovo da parte del Comune di Como del contratto di collaborazione con Rebbio Solidale, associazione che fa riferimento alla parrocchia di Rebbio di don Giusto Della Valle per la gestione dei minori stranieri non accompagnati. Dopo la presa di posizione dell’associazione stessa, oggi arriva una nota della segreteria provinciale del Pd.

“Quel che mi chiedo è se alla città davvero importi del futuro di questi ragazzi – scrive la segretaria provinciale Carla Gaiani – Il minore straniero non accompagnato, come il neo maggiorenne sono un peso da scaricare oppure delle persone a cui voler bene e aiutare nella crescita globale?’ La questione di fondo è racchiusa in questa domanda rivolta alla città da chi da anni, insieme ad altre realtà, a Como si preoccupa di accogliere e inserire i ragazzi stranieri non accompagnati nel tessuto sociale del nostro territorio per dare loro la speranza di una vita dignitosa e che oggi viene inspiegabilmente messo alla porta dal Comune di Como”.

“Un mero atto di natura gestionale è stata la fredda risposta del Sindaco senza peraltro farsi carico di proporre soluzioni alternative ad un fenomeno migratorio esistente in città, destinato in futuro a ripresentarsi. Una scelta che come Partito democratico di Como consideriamo insensata e socialmente deprecabile, che sa tanto di pretesto nei confronti della Parrocchia di Rebbio. Si liquidano così anni di collaborazione e di servizio reso alla città di Como; un impegno importante e costante che don Giusto ha svolto senza mai tirarsi indietro, nemmeno di fronte alle emergenze che molto spesso hanno messo in seria difficoltà enti locali e istituzioni del comasco e non solo – prosegue Gaiani – Perché il paradosso – continua la segretaria dem – è anche questo, che l’accoglienza di Rebbio viene ricercata da diversi altri Comuni fuori provincia mentre qui a Como ci si permette addirittura di abbandonarla. Un controsenso che esprime plasticamente la mancanza di volontà politica del Comune di Como di gestire la presenza dei minori non accompagnati in città, non capendo che lavarsene le mani, giocare allo scaricabarile e quindi non intervenire in maniera adeguata sui processi di accoglienza, puntando su percorsi di inclusione e formazione, trasformerà questo fenomeno in un problema sociale. Perchè abbandonare a sé stessi questi ragazzi, non gestirli significa consegnarli al rischio di inclusione in circuiti malavitosi”.

“Siamo convinti che l’accoglienza e l’inclusione di oggi – conclude Gaiani – gettino le basi per la società del prossimo futuro. Per questo occorre lavorare tutti cercando di gestire al meglio un fenomeno complesso, certamente di non facile soluzione. L’auspicio è che il Sindaco Rapinese possa ripensarci e tornare sulla sua decisione, per il lavoro sin qui fatto da don Giusto, per la città di Como, ma primariamente per dare speranza di una vita migliore a tanti ragazzi già oggi segnati da sofferenze e dolori”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

2 Commenti

  1. Errata corrige: declinazione italiana al femminile dei nomi e delle cariche titoli e funzioni: Segretaria Provinciale e non segretario. Carla Gaiani é donna.
    Anche La Crusca raccomanda l’ uso del femminile in Italiano quando esiste.

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