Nel giorno della scomparsa del senatore Luciano Forni, storica figura della politica comasca, colonna della Democrazia Cristiana per decenni, riceviamo e volentieri pubblichiamo un ricordo di Renato Acquistapace che conobbe bene e a lungo l’onorevole. E che nel tratteggiare l’esperienza comune nella Dc non manca di sottolineare una piccola-grande ingiustizia: la mancata assegnazione dell’Abbondino d’Oro a Forni, nel 2014, quando la commissione comunale negò inspiegabilmente la benemerenza al senatore (quell’anno, infatti, i riconoscimenti furono soltanto due e non i canonici tre).
Di seguito, il ricordo di Renato Acquistapace.
Luciano Forni ci ha lasciati. In silenzio, senza disturbare, con tutto quel garbo che lo ha sempre contraddistinto.
E’ mancato oggi 9 Maggio, anniversario della morte di un altro grande democratico cristiano come Aldo Moro.
Il Senatore Forni fu molto vicino allo statista di Maglie. Visse in Parlamento la trepidazione dei 55 giorni di prigionia del Presidente della Democrazia Cristiana, terminata con l’angosciante epilogo del ritrovamento del corpo senza vita nel baule della Renault 4 rossa.
Un immagine che tutti abbiamo davanti agli occhi, immagine che Luciano Forni ha sempre ricordato con enorme dolore ogni 9 Maggio successivo.
Fece parte della Commissione Parlamentare di inchiesta per il rapimento e l’omicidio dell’Onorevole Moro.
Originario di Asso, sin da giovanissimo si innamorò della politica, una politica fatta per la gente e tra la gente. Consigliere Comunale e Assessore a Como, Deputato al Parlamento e poi Senatore della Repubblica.
E’ stato relatore della riforma del servizio sanitario nazionale e poi Presidente del Comitato di gestione della USSL 11 di Como.
Ha sempre tenuto rapporti e contatti con la sua terra d’origine. Ricordo di averlo personalmente accompagnato in più di un’occasione ad Asso a trovare un’altra importante personalità originaria di quel paese e suo amico personale, quel Monsignor Cesare Curioni che fu ispettore generale dei cappellani carcerari d’Italia, che collaborò con Paolo VI alla stesura del famoso messaggio rivolto dal Pontefice agli “uomini delle Brigate Rosse” perché liberassero l’On. Moro “senza condizioni”.
Era uomo di profonda fede. Nella vita ha avuto la straordinaria grazia di vedere il figlio Matteo diventare sacerdote, ma anche il profondo dolore di assistere alla sua morte troppo precoce.
Politico serio e preparato, condiva spesso le proprie argomentazioni con del sano sarcasmo, talora anche tagliente. Non era mai banale, non alzava mai la voce, non l’ho mai visto litigare con nessuno.
Luciano Forni merita il rispetto e il ricordo che tutti da oggi a Como gli tributeranno.
Certamente non avrebbe meritato in vita l’affronto che il Comune di Como gli ha riservato in questi ultimi anni. Quello di non avergli riconosciuto il merito di quanto ha fatto per la Città di Como, negandogli in più di un’occasione l’Abbondino d’Oro.
Ma lui risponderebbe anche oggi :”Fà nagòtt!”
Renato Acquistapace