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“Il lungolago di Como non è l’area gioco di un asilo”. Stroncatura devastante in tre atti del Maarc

Maarc, a Como, non è soltanto l’acronimo di Museo virtuale Astrattismo e Architettura Razionalista. E’ anche uno dei soggetti culturali più impegnati nel dibattito pubblico sullo sviluppo e sul futuro della città (vedi la battaglia per un Museo del Razionalismo alla Casa del Fascio), oltre che essere una sorta di sentinella sugli enormi tesori architettonici lasciati sul Lario dal passato.

A capo del Maarc c’è Ebe Gianotti, e con lei una vasta schiera di professionisti e amanti dell’architettura. Queste erano le dovute premesse. Ma veniamo alla dinamite.

Dopo le anticipazioni sullo studio di fattibilità per il nuovo lungolago, commissionato dall’amministrazione comunale all’architetto paesaggista Massimo Semola, oggi la pagina Facebook del Maarc ha pubblicato tre post sul tema. Non sono firmati, ma non è questo il tema. La questione è che dalla prestigiosa associazione arriva una stroncatura durissima, pensatissima, praticamente senza appello su quanto apparso finora circa l’aspetto della futura passeggiata vista lago. Un de profundis in tre atti, insomma, che ricapitoliamo filologicamente di seguito.

Il primo post riprende le dichiarazioni dell’architetto Attilio Terragni raccolte da QuiComo con il corredo di una delle immagini pubblicate in anteprima da ComoZero. Il professionista aveva parlato di “un progetto non all’altezza delle giuste ambizioni dei nuovi arredi del lungolago. C’è sempre questo equivoco: sembra che si voglia giocare superficialmente. Ma è un gioco che porta però a una instaurazione pop che non ha nulla a che vedere con quella sottile ambiguità, quella distanza dalle icone, quel tentativo di allentare il nesso tra segno e significato che non appartengono certo alla nostra cultura”.

La risposta del Maarc: “Questa volta Attilio Terragni è stato fin troppo generoso, magari avesse la dignità di un progetto pop…”.

Il secondo post del Maarc, che cita un altro articolo di questa testata, è forse il più duro di tutti. In questo caso, il riferimento è alle immagini delle future aiuole immerse nel porfido che ospiterà anche le sagome di farfalle, libellule, tartarughe, pesci e fiori.

Qui il post a firma Maarc è una ghigliottina: “La buona architettura è razionale, raziocinanti dovrebbero essere anche le amministrazioni, raziocinanti e lungimiranti: è pensabile risolvere la passeggiata a lago, tema importante d’architettura, come fosse l’area gioco temporanea di un asilo?”.

Il terzo post allarga il campo e parte da una foto di Lorenza Ceruti. Questo il messaggio: “Sempre a proposito del progetto del nuovo lungolago: certo, qui si tratta di due architetture con la A maiuscola, ma anche una passeggiata a lago deve possedere le qualità della buona architettura”.

Insomma, come promesso peraltro dall’assessore ai Lavori pubblici Pierangelo Gervasoni, c’è davvero bisogno che ora la città sia chiamata al confronto pubblico su un progetto che il cuore (e i sentimenti) di tutti i comaschi.

Panchine a libellula, intarsi nel porfido di animali marini, insetti, piante: ecco il nuovo lungolago di Como

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4 Commenti

  1. In sintesi, l’architetto paesaggista incaricato del progetto sarebbe un emerito incompetente.
    Ma perchè questi fenomeni non hanno offerto un “mirabile progetto che tutto il mondo incanta” all’amministrazione comunale HAA a saperlo!

  2. Sarei interessato a sapere:
    “Quanto costa una LIBE-PANCA?”
    Poi, è semplice, basta moltiplicare per 70…

  3. Esercizio, altrimenti detto focus group: prendere un gruppo di ignari cittadini e mostrar loro il progetto, chiedendo dove possa essere: vincerebbe Como o Riccione?

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