Continua a susciare reazioni forti e accuse la situazione dell’ospedale Sant’Anna di Como, che ha appena registrato l’addio di alcuni medici in particolare nel reparto di Urologia. Oggi, dopo che ieri era intervenuta la Cisl, fa sentire la propria voce la Cgil.
“Il malessere è oggettivo ed evidente – esordisce netto Matteo Mandressi, componente della segreteria della Camera del Lavoro – Le denunce pubbliche mettono in risalto una situazione difficile. Dal canto nostro, riceviamo tutti i giorni segnalazioni e manifestazioni di malcontento da parte dei lavoratori. In particolare, si vivono le riorganizzazioni come ordini improvvisi calati dall’alto e non come processi su cui c’è una condivisione o quantomeno un confronto con i sindacati”.
“Ma proprio perché siamo in una condizione emergenziale – continua Mandressi – il coinvolgimento nelle scelte dovrebbe essere continuo. La mancanza di un confronto aperto e duraturo non nasce oggi e l’abbiamo sempre denunciato. Le polemiche di questi giorni provano che, senza un dialogo, si crea una situazione vissuta come imposta e non condivisa. A maggior ragione oggi, in un contesto ancora pandemico”.
Come esempio il sindacalista porta i recenti sviluppi sull’area di via Napoleona: “Da anni, varie associazioni e realtà parlano della cittadella della salute – precisa Mandressi – improvvisamente, compare un cartello fuori dalla sede che indica l’ex Sant’Anna come ospedale e casa di comunità. Per il momento siamo agli annunci, ma l’Asst Lariana è partita senza condividere nulla con nessuno”.
Infine, sempre secondo il punto di vista della Cgil comasca, la riforma regionale sanitaria ha spezzettato il territorio, indebolendolo: “Siamo stati i primi a denunciare il problema – conclude Mandressi – è evidente che il peso politico si sia spostato su Varese. Di conseguenza, Como si svuota sempre più, con i centri decisionali orma fuori dal territorio. Si parlava di un’Ats comasca: non so se sia la soluzione giusta, ma comunque perché si è smesso di discuterne? Su base provinciale renderebbe più fluida e capillare la gestione sul territorio”.