Effettuare una ricognizione delle azioni intraprese, analizzarle, sviluppare strategie di miglioramento e condividerle a livello globale. Questa è la strategia per affrontare le future pandemie. I massimi esperti si confrontano sul tema, per proporre nuovi approcci ed essere in grado così di affrontare situazioni che proprio per la loro portata potrebbero non essere gestite tempestivamente e al meglio. Oggi viene in aiuto il Piano Pandemico 2024-2028 che ha tra i suoi obiettivi l’applicazione di azioni appropriate e tempestive per il coordinamento a livello nazionale e locale delle emergenze e la riduzione dell’impatto della pandemia sui servizi sanitari e sociali, garantendo la continuità dei servizi essenziali.
Alla Winter School 2024 di Motore Sanità, promossa in media partnership con Mondosanità, La Provincia, Eurocomunicazione, Askanews, Espansione Tv e Italpress, si confrontano sul tema Fabrizio Pregliasco, Direttore sanitario aziendale IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio, e Virologo Università degli Studi di Milano, Aberto Firenze, Commissario AO Papardo Messina, Massimo Scaccabarozzi, Presidente ON RADAR, Fondazione Internazionale Menarini e Massimo Appiotti, Director of the Board & Partner Oxygi, Milano.
Secondo Alberto Firenze, Commissario AO Papardo Messina, “con la pandemia da Covid-19 abbiamo vissuto la medicina delle catastrofi e il ruolo delle strutture commissariali è stato quello di testimone di questa crisi senza precedenti. Affrontare le pandemie future significa anzitutto effettuare una ricognizione delle azioni intraprese, analizzarle, sviluppare strategie di miglioramento e condividerle a livello globale. Il Covid-19 ha evidenziato l’incapacità di prevedere, prepararsi e rispondere efficacemente alle pandemie, con conseguenze umane, sociali ed economiche devastanti. I Paesi dell’OMS stanno collaborando a un nuovo strumento globale volto a migliorare la prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie future, con un approccio One health, considerando le interrelazioni tra la salute delle persone, degli animali e dell’ambiente. A livello nazionale, siamo oggi alle battute finali per la pubblicazione del nuovo Piano Pandemico 2024-2028 che ha tra i suoi obiettivi l’applicazione di azioni appropriate e tempestive per il coordinamento a livello nazionale e locale delle emergenze, la riduzione dell’impatto della pandemia sui servizi sanitari e sociali, garantendo la continuità dei servizi essenziali”.
“Molto importante è l’imminente approdo, alla Conferenza Stato-Regioni, dell’aggiornamento del Piano pandemico 2024-2028”, così Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario Aziendale IRCCS Ospedale Galeazzi, Sant’Ambrogio e Virologo Università degli Studi di Milano. “L’obiettivo del Piano è garantire una risposta rapida ed efficace alle emergenze sanitarie, aprendo la strada ad un approccio integrato e coordinato per affrontare le minacce provenienti dall’intera gamma di patogeni respiratori. Le lezioni apprese dalla recente pandemia hanno riconosciuto, con forza, il ruolo cruciale dei vaccini, nonché l’importanza dei Dipartimenti di Prevenzione e il ruolo cruciale dell’epidemiologia. Incognita è ancora la sostenibilità dell’attuazione del piano con la necessaria allocazione di risorse a livello centrale ma soprattutto a livello regionale per la reale attuazione dei piani sul territorio”.
“Nel futuro dovremo affrontare una nuova pandemia dovuta alla crescente resistenza dei batteri agli attuali antibiotici e alla mancanza di antibiotici in grado di affrontare il problema”, chiosa Massimo Scaccabarozzi, Presidente ON RADAR, Fondazione Internazionale Menarini. “Se è vero che l’innovazione cambia il futuro dobbiamo permetterle di farlo e cambiare il modo di conservare l’innovazione negli antibiotici. Trovare, sviluppare e produrre in nuovo antibiotico non è un’impresa semplice. Se non cambierà il modo di considerare i nuovi antibiotici come soluzioni veramente innovative e alla stregua di terapie orfane, l’innovazione in questo campo non cambierà e con essa non cambierà nemmeno il futuro”.
“L’antimicrobico resistenza – commenta Massimo Appiotti, Director of the Board & Partner Oxygi, Milano – non è un problema puramente clinico, ma dipende molto dai comportamenti umani. Per migliorare, rendere efficaci e standardizzare i comportamenti c’è bisogno di disegnare processi, organizzare ruoli e responsabilità implementare e strutturare nuove componenti organizzative e utilizzare la tecnologia per rendere il tutto semplice ed efficace. In poche parole bisogna ridisegnare ed innovare i modelli operativi del sistema ospedale/territorio”.