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Il borgo sul Lago di Como e la magia delle sue frazioni: dove il tempo sembra essersi fermato

Fuggire dalle rotte iperturistiche sul Lago di Como è ancora possibile? Ebbene sì, basta cercare luoghi ancora lontani dall’overtourism, piccole perle non ancora investiti dal cosiddetto effetto Clooney e che ancora fanno della tranquillità e del godimento di paesaggi e atmosfere uniche la loro vera anima. Nesso, poco più di 1.1oo abitanti, è sicuramente uno di questi posti, benché già amatissimo, e il Comune – con opera davvero meritoria – ha realizzato una piccola ma curatissima mappa dei suoi nuclei storici. Le riproponiamo integralmente.

Il territorio comunale di Nesso, situato sulla costa occidentale del triangolo Lariano, nel territorio compreso tra i due rami del Lago di Como, si estende per circa 15 kmq, articolandosi tra la riva e la montagna e districandosi tra numerosi corsi d’acqua: i più rilevanti sono il torrente Nosée e il torrente Tuf che confluiscono dando origine ad una spettacolare cascata all’interno dell’Orrido di Nesso.

Sulla superficie comunale si trovano diverse frazioni e località, ognuna con caratteristiche proprie e particolari.

BORGO
Ubicato sulla riva del lago, è il centro fondamentale di Nesso, sede della chiesa plebana dei SS. Pietro e Paolo.

Di Daniel Case – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=69411745

Limitato nello sviluppo manifatturiero dall’assenza di corsi d’acqua facilmente sfruttabili a questo scopo (nel 1578 possedeva però un torchio, due frantoi e un locale con telai per drappi di lana), aveva un’importante funzione residenziale (sempre nel 1578 vi erano non meno di una ventina di case, più altre dieci cascine) e vi abitavano le principali famiglie del paese. Oltre alla chiesa dei SS. Pietro e Paolo, vi esisteva – fino all’inizio del Seicento – anche una chiesa di S. Michele, pure utilizzata come riferimento toponomastico. Nel Borgo erano anche edifici pubblici civili (una casa sulla strada interna è ancora indicata come la Pretura) e la fondamentale infrastruttura del porto. La divisione in più nuclei di alcuni paesi del lago rispondeva infatti a un’esigenza funzionale per cui a un centro situato in posizione facilmente difendibile (in questo caso Castello) si affiancava un centro (in questo caso Borgo) più facilmente accessibile dal lago, principale via di comunicazione del territorio fino all’avvento della motorizzazione di massa.

CASTELLO
Castello è uno dei nuclei fondamentali di Nesso, ubicato a meridione della valle che forma il famoso Orrido; prende nome dalla fortificazione tuttora esistente sul punto più alto dello sperone. Il Castello di Nesso non fu probabilmente un castello feudale bensì consorziale, “gestito” dall’intera popolazione; nella documentazione storica – infatti – non è tramandato alcun nome di castellano, mentre lo si ricorda variamente abitato.

Presso il Castello era – ed è – la chiesa di San Lorenzo, a volte utilizzata, come dimora la citazione dall’Estimo del 1578, in funzione di indicazione toponomastica. Altrettanto importante era il ponte che oltrepassava la valle, più o meno nello stesso punto dove si trova ancora oggi il ponte della statale Lariana; numerose sono infatti le citazioni in capite pontis, a partire da quella del 1298.

Un altro ponte esisteva – ed esiste – a lago. Anche i numerosi mulini e folle erano utilizzati come indicazioni toponomastiche, a volte arricchite di caratterizzazioni specifiche, come il molinascium citato nel 1597. A servizio di questi erano condotti e rogge, come quella citata nei pressi del capud pontis.

RIVA
Si tratta di una piccola frazione sulla riva del lago a meridione dell’Orrido. Il toponimo indica la presenza di una roggia di notevole portata, e quindi non può che essere collocato lungo il percorso della Valle di Tuff, dove si trovano gli opifici a forza idraulica di Nesso. Oggi la frazione risulta essere raggiungibile unicamente via lago o tramite una scalinata che da Castello scende verso il lago.

TRONNO
E’ uno dei nuclei urbani centrali di Nesso, ubicato tra Lissogno e Onzanigo e tra la Valle di Tuff e quella di Nosée. Per quanto di ridotte dimensioni (nel 1578 non conta più di una ventina di edifici, comprese tre cascine coperte da paglia), la sua importanza è testimoniata dall’uso estensivo del suo nome a designare molti elementi circostanti. La valle è quella di Tuff, sopra la quale è costruito il ponte. Il toponimo è forse raffrontabile con la voce Tron, ovvero “mattone crudo”. Boselli propone anche Trona “caverna”, dal latino Tribuna “sotterraneo”. Sul luogo, Tron è invece avvicinato al trono, per la particolare conformazione morfologica della zona. Esiste infine anche la possibilità di risalire a Tron, voce dialettale per “tuono”, sia per la possibilità che nella zona i tuoni risuonino in modo particolarmente evidente, oppure per il rumore del torrente sia assimilabile a quello del tuono. Nel Lombardo-Veneto il toponimo identifica anche la zona di Onzanigo sul versante meridionale della Valle di Tuff.

VICO
Collocato in posizione sopraelevata rispetto al lago, è, insieme a Borgo e Castello, uno dei tre centri principali di Nesso, caratterizzato dalla presenza della Chiesa e dell’Ospedale di Santa Maria.

Nel 1578 era probabilmente il nucleo residenziale più importante, con non meno di venticinque case e una decina di cascine; vi era però del tutto assente l’attività manifatturiera, per l’assenza di corsi d’acqua sfruttabili come fonti di energia. Il nome deriva da Vicus “villaggio” e, per il ruolo che i Vici avevano nell’organizzazione territoriale romana, potrebbe stare a indicare la priorità della sua fondazione rispetto agli altri nuclei del comune.

SCERIO
E’ uno dei nuclei storici di Nesso, ubicato tra Vico e Onzanigo, a settentrione della Val de Tuff. Nel 1578 aveva solo una decina di edifici ed era quindi – insieme a Coatesa – il più piccolo dei centri abitati, oltre tutto quasi completamente privo di attività manifatturiere. Le attestazioni cinquecentesche sono particolarmente interessanti: non tanto per la strada (che è ovviamente quella che attraversa il centro collegando Vico a Onzanigo), quanto per la giesola, che documenta l’esistenza di un piccolo edificio di culto altrimenti sconosciuto. E’ da sottolineare anche il fatto che nell’Estimo del 1558 il nome del nucleo è quasi sempre declinato al femminile, quasi che questa fosse effettivamente la forma più antica. Il nome è avvicinabile al milanese Scer “cerro”, tipo di quercia.

ONZANIGO
E’ uno dei nuclei storici di Nesso, collocato a lato della Val de uff, a monte di Tronno. La sua importanza è testimoniata dall’ampiezza dell’abitato (nel 1578 contava una ventina di edifici, poco meno di quanto ne contavano Borgo, Castello, Vico e Lissogno), con una moderata presenza manifatturiera (due mulini e una pesta) lungo il corso d’acqua, la cui limitatezza era probabilmente dovuta alla distanza dal lago. Come per gli altri nuclei, anche per Onzanigo si assiste a una “influenza” toponomastica che determina l’assimilazione di elementi contigui: la “valle” è la Val de Tuff, il “ponte” è quello sopra la stessa valle. Per quanto riguarda l’origine del nome, Olivieri propone una derivazione, con suffisso -icus, dal nome personale Autianus, attraverso un Olzanigo con assimilazione della “l” alla “n”.

CARENO
Comune autonomo fino al 1928, oggi Careno è urbanisticamente ancora ben distinta dal capoluogo e facilmente individuabile per la sua straordinaria disposizione a triangolo rovesciato con il vertice inferiore presso il lago (in corrispondenza della chiesa di San Martino) e in lato superiore coincidente con la strada statale.

Il nucleo abitato fu sempre di limitate dimensioni: nel 1751 aveva 123 abitanti, saliti a 189 nel 1859 e poi a 251 nel 1921. L’etimologia ritenuta più probabile è quella che risale a nomi personali, con diverse ipotesi: Carinna, Carenus (romano) o Carena (medioevale). Si propone inoltre come origine il celtico Carn “rupe” oppure il prelatino Cara, Carra “sasso”, “luogo sassoso”.

LISSOGNO
E’ uno dei nuclei fondamentali di Nesso, per quanto in posizione storicamente subordinata rispetto ai tre centri Borgo, Castello e Vico. La sua importanza è testimoniata dall’ampiezza dell’abitato che nel 1578 contava non meno di una trentina di edifici; speciale rilievo, accanto alla funzione manifatturiera (con quattro mulini, una segheria, una pesta e un torchio), vi aveva la funzione residenziale (le abitazioni erano presumibilmente in numero superiore rispetto si a Castello che a Borgo e pari a quelle di Vico), testimoniata anche dalla caratteristica organizzazione in corti. Il nome potrebbe derivare da Ilicea (Ilex, “leccio”, ovvero un tipo di quercia).

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