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Como, l’assedio dei furgoni nel centro storico: cantieri e consegne, giungla in città murata

Passano gli anni, si alternano le Amministrazioni, anche il lungolago è prossimo – facendo tutti gli scongiuri del caso – ad essere ultimato ma c’è un aspetto di Como che rimane pressoché immutato se non peggiorato, ovvero lo scorrazzare di mezzi, furgoni e furgoncini nel centro storico. Un via vai che si può osservare ad ogni ora del giorno con buona pace dei residenti e di chi lavora o passa in zona. I corrieri impegnati in mille consegne, a volte anche di minuscoli pacchetti, invadono le mura di Como, parcheggiano e spariscono, risucchiati da bar, negozi e abitazioni. Basta infatti fare una passeggiata da Porta Torre fino al lago per imbattersi in un numero elevato di veicoli all’opera. E nella fretta degli orari da rispettare, a volte i furgoni vengono lasciati in mezzo al passaggio, come ben testimoniato dalle foto scattate negli ultimi giorni. Nessun angolo è esente.

 

Si parte da via Giovio e fino ad arrivare in piazza Duomo è possibile, anzi certo, imbattersi in questa presenza di mezzi, sicuramente necessaria per le consegne, ma decisamente sregolata. Da anni c’è chi denuncia questa situazione ormai al limite. Patrizia Signorotto, residente del centro storico ed esponente di Legambiente già più volte in passato aveva evidenziato il problema. “Nulla è cambiato nel corso degli anni. Anzi, posso dire che la situazione, per certi aspetti, è peggiorata – racconta – purtroppo ci sono, a mio avviso, troppe fasce e orari per poter entrare in centro. Fatto che permette di muoversi sempre. Se poi si aggiunge che sia durante il Covid che dopo è aumentato il ricorso all’e-commerce e a servizi quali la spesa a domicilio, il passaggio dei mezzi è continuo”.

 

E in effetti le specifiche previste per le diverse categorie di veicoli sono tantissime e ognuna ha orari e giorni prestabiliti. Solo a titolo esemplificativo il rifornimento alle attività commerciali (dei mezzi inferiori ai sei metri di lunghezza), avviene dal lunedì al venerdì dalle 6 alle 10.30 e dalle 14 alle 15.30 e il sabato dalle 6 alle 10. Per un limite di 30 minuti (non valido nei giorni festivi anche infrasettimanali). Spesso però, almeno a giudicare dalla presenza massiccia di tali veicoli, forse c’è chi “preferisce” prendere una multa pur di completare il giro.

 

“Ho invece notato con piacere il fatto che ci sono in centro più vigili che si muovono e controllano – aggiunge Signorotto – positiva, anche se da implementare, la creazione di piccoli punti di raccolta come quello Amazon in via Natta. Bisogna fare qualcosa perché questo sovraffollamento di mezzi è stato uno degli aspetti che ha portato molte persone a lasciare il centro. Il passaggio continuo, il rumore dei furgoni sulla pavimentazione delicata e l’inquinamento sono problemi da risolvere”. Come altrettanto serio è il tema parcheggi. “La sosta selvaggia è una costante. Durante la notte, anche se è vietato, ci sono auto in tutte le vie del centro storico fino al mattino. Basta andare in piazza Bordoli e via Tatti, via Volta e in una parte di via Diaz”, chiude Signorotto.

E chi del tema si occupa da sempre per trovare soluzioni è l’“Acus”, l’associazione civica utenti strade. A intervenire è l’avvocato Mario Lavatelli, che ne è presidente: “Il tema decisivo è capire se è possibile intervenire per cambiare o rendere più omogenee le varie tabelle con giorni e fasce orarie di ingresso in centro. In effetti a volte si può osservare come ci siano veramente molti mezzi all’opera. Va capito come contemperare le esigenze di residenti, negozianti e turisti”. E infine una particolare attenzione va riservata “all’uso di mezzi ecologici, elettrici e di piccole dimensioni viste anche la caratteristiche del cento storico con vie piccole e tortuose”, conclude Lavatelli.

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4 Commenti

  1. Aggiungo una osservazione; è ormai consuetudine che , non solo furgoni e camioncini parcheggino ovunque, ma anche lo facciano ponendo il veicolo, per metà sulla carreggiata e, per metà, sui marciapiedi, nella convinzione che le maledette quattro frecce li pongano al riparo da ogni contravvenzione.
    I pedoni, per non parlare di mamme con i passeggini e dei disabili in carrozzina, sono costretti a scendere dal marciapiede con grossi rischi di essere travolti dai veicoli che sopraggiungono
    Si deve Insegnare l’educazione a questi maleducati!
    Un po’ di contravvenzioni e relativa pubblicità potrebbero fungere da deterrente

  2. Magari sarebbe anche ora di ridurre gli acquisti on line. Capisco che siano utili per chi abita in posti sperduti dove non ci sono negozi e attività commerciali, ma per chi vive in città c’è proprio bisogno di comprare tutto (abbiglimento, cibo, prodotti tecnologici e altro) su internet? Non siamo più capaci di fare quattro passi e andare a prendere una pizza d’asporto? Non ha senso, da un lato, spingere per la diffusione delle auto elettriche e, dall’altro, continuare ad incrementare questo tipo di commercio che, considerando tutta la filiera, comporta un aumento dell’inquinamento di vario tipo (carburanti, rumore, traffico) e della pancia degli utenti finali che, ormai, non si muovono più nemmeno per fare la spesa.

  3. C’era una proposta interessante nel programma elettorale di Rapinese Candidato. Era l’idea di Sacconi di organizzare una rete di raider che con tricicli e biciclette avrebbero portato nei negozi del centro storico la merce da vendere. Non era un’idea balzana. Avrebbe evitato, oltre che il caos del traffico, inquinamento e rumore. Si sa come è andata a finire. Povero Sacconi, povero Lombardi e poveri tutti quelli che all’inizio hanno pensato che Rapinese Sindaco e la sua Giunta avrebbero fatto qualcosa che non scimmiottasse le idee, molto balzane, dei tanti “megafono e distintivo” che pensano che solo a suon di multe e di manganellate si risolvano i problemi.

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