Le parole sono del mese scorso e accompagnano al Natale, non per questo perdono di valenza e, anzi, mantengono l’efficacia di uno schiaffo ben assestato alla coscienza pubblica, sia essa religiosa o meno.
Don Giusto Della Valle le ha affidate, come sempre, a “Il Focolare”, periodico delle parrocchie di Rebbio e Camerlata.
Una lunga riflessione (la pubblichiamo integralmente sotto) dove spicca un passaggio: “[…] per tutto il marciume organizzato che a como fa affari sulle fragilità altrui chiediamo conversione e restituzione di vita […]”. Tosto, al solito. Per questo abbiamo contattato don Giusto.
“Mi riferisco alla rete criminale e allo spaccio – ha puntualizzato il parrocco – non appena individuano una debolezza, una fragilità ci si avventano sopra. Sono dei cannibali”. Parole che assonano drammaticamente con un altro editoriale del prete, un allarme durissimo, lanciato nel maggio del 2018
“Padri che spacciano ai figli, madri pusher”. Rebbio: l’agghiacciante cronaca di Don Giusto
E’ cambiato poco, dunque? “E così a Como e non molto differente altrove. Allo spaccio si aggiungono alcuni fenomeni migratori come quello dei gambiani utilizzati come bassa manovalanza dalle industrie della droga, sono loro quelli che finiscono in galera non i capi, i pezzi grossi che non li tocca nessuno”.
Così, scrive Giusto: “Attendiamo che i nostri quartieri tornino a rigurgitare vita, che le scuole tornino a riempirsi di tanti bambini”.
ECCO L’EDITORIALE
Carissimi Parrocchiani di Camerlatae Rebbio.
E’ Avvento.
io attendo,
noi attendiamo
e l’attesa ci plasma, ci trasforma.
L’Atteso ci plasma, ci fa essere come Lui.Mi chiedo cosa attendessero dalla vita i giovani coetaneri di 22 anni, Gaetano e Alina, morti tragicamente l’uno a Rebbio, l’altra a Camerlata: quali germogli di vita ci hanno trasmesso? Attendiamo per le loro famiglie, che sappiamo essere perseveranti nella prova, per loro desideriamo la pace del cuore.
E per tutto il marciume organizzato che a Como fa gli affari sulle fragilità altrui chiediamo conversione e restituzione di vita.
Attendiamo che i nostri quartieri tornino a riempirsi di tanti bambini.La terra, nostra madre, si attende che la custodiamo e che la coltiviamo e che la contempliamo mentre e dopo averla coltivata.
Mi chiedo cosa si attendono dall’Italia migliaia di giovani Miranti che dalla Libia e dalla rotta balcanica gridano desiderio di vita e di vita piena. Chiedo a Dio cosa di aspetti da noi italiani, nazione-ponte tra l’Africa, l’Asia e l’Europa.
Una nostra “sorella” Sara Fortunato, col nome di Suor Sara Maria Maddalena, Gesù ha scelto perché stesse con lui nel monastero della Visitazione in via Briantea a Como. Anche a Lei affidiamo le nostre attese perché, purificate al fuoco della preghiera, le porti al Padre.
Buon Avvento e Buon Natale,
Giusto della Valle