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Due anime intrecciate, 16 coperti, un grande ristorante nel centro di Como: i 10 magnifici anni di Federico e Elisa

Il ristorante Feel, nel pieno centro di Como, festeggia un compleanno veramente speciale: 10 anni di successi, crescita  e soddisfazioni (soprattutto per chi ha avuto la fortuna di sedersi a quei tavoli ). Due anime, due protagonisti complementari (non a caso “Feel” nasce, come parola, dalla fusione delle prime lettere dei rispettivi nomi) e due storie che si sono intrecciate due lustri fa ma che già vantano un percorso partito da lontano. In un continuo crescendo quello di chef Beretta, nato nel 1983 a Milano ma con radici venete da parte di madre: a 20 anni consegue il diploma di Tecnico dei Servizi Ristorativi all’istituto Alberghiero Amerigo Vespucci del capoluogo lombardo, città dove lavora per un altro decennio (alternando però esperienze all’estero) prima inaugurare la nuova avventura del Feel con la moglie nel 2014.

Per Elisa, architetto di formazione, quella data segna la partenza per nuovi traguardi nella propria crescita professionale: nel 2017 consegue il titolo di Sommelier presso l’AIS (oggi si occupa dei vini in carta, fra trecentocinquanta e quattrocento etichette legate a piccole realtà produttive dell’arco alpino nonché una “mini carta” per gli Champagne) e, nello stesso anno, anche il diploma di Coffee Sommelier alla Nespresso Academy. La sua visione caratterizza gli arredi, i colori e l’identità del locale, ricavato in un ex negozio e con dimensioni a misura di cliente: sei tavoli interni presenti nelle due sale antiche per un totale di 16 coperti (inevitabile quindi la prenotazione) e un “genius loci” che prende forma con il passare del tempo, diventando un tratto peculiare della proposta di Feel.

È in questo contesto che il lavoro di Beretta ai fornelli rappresenta la naturale prosecuzione di una prospettiva ben chiara fin dalle prime battute: “I piatti che cucino rappresentano una personale visione del territorio in cui vivo composto da monti, prati, boschi e acque interne – spiega chef Beretta, sintetizzando in poche pennellate anni di impegno e sperimentazione -. Questa cucina di prossimità regala sapori ed esperienze uniche e traduce la natura di questo meraviglioso angolo di mondo”.

Una visione ambiziosa, certo, ma premiata e confermata dai vari riconoscimenti conseguiti da Beretta sia da stampa, pubblicazioni di settore e guide di riferimento per l’alta cucina italiana (si pensi alla menzione della Guida Michelin e agli articoli apparsi su riviste italiane e testate internazionali, su tutte il “Daily Telegraph” o il “New York Times”) sia da prestigiose realtà del settore. Già nel 2016, non a caso, Beretta entra a fare parte dell’associazione “CHIC Charming Italian Chef”.

Nello stesso anno fa il proprio ingresso nell’Alleanza Slow Food dei Cuochi per l’impegno dimostrato nel fare cultura tramite il cibo e solo tre anni dopo è chiamato nella prestigiosa JRE, l’associazione Jeunes Restaurateurs d’Europe. Nel 2020 – quasi a ideale completamento di un ciclo – è nominato chef Ambasciatore del Territorio per la provincia di Como dalla Guida del Gambero Rosso mentre nel 2023 è “arruolato” fra gli Ambasciatori del Gusto, sodalizio che promuove il meglio della cucina “made in Italy” nel mondo. Ultimo, ma solo in ordine di tempo, è il nuovo impegno di Beretta nella NIR, la Nazionale Italiana Ristoratori che raggruppa un manipolo di appassionati “chef calciatori” impegnati (in campo, in cucina, negli istituti alberghieri e nelle scuole di ogni ordine e grado) a promuovere la cultura della legalità, i principi della sana alimentazione e i valori dello sport.

Che genuinità e originalità siano alla base di tutto questo lo si capisce anche senza conoscere il corposo curriculum dei due titolari. Basta leggere il menù. Le proposte variano in base alla stagione e a quanto offrono boschi, acque e montagne circostanti, i veri “fornitori” del ristorante, a conferma di come sia la natura con i suoi sapori e con i suoi sempre diversi ingredienti a indirizzare il lavoro dello chef: erbe, frutti, fiori, funghi, germogli, tartufi, miele, essenze, aromi, perfino le pigne e i cinorrodi (i falsi frutti, dall’acceso colore rosso) della rosa canina sono base, complemento e struttura per carni, pesci di lago, volatili e lumache.

L’identità di un territorio in un piatto: quale modo migliore dell’esperienza che ci donano i sensi per intraprendere un viaggio di conoscenza comodamente seduti a un tavolo?.

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2 Commenti

  1. Bravissimi! La cucina e l’enologia di un territorio osservata, studiata e proposta nel rispetto dei sapori locali, offerti in un ambiente intimo, elegante e attento ai desideri di una clientela alla ricerca dell’unicità di un ricordo.

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