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Frontalieri, vola la petizione contro la tassa sulla salute: traguardo record a una manciata di firme

Vola la petizione dei frontalieri contro la nuova tassa sulla salute voluta e approvata dal governo italiano, balzello inteso come un contributo alla sanità nazionale da parte dei lavoratori che varcano il confine ogni (e che, a dire il vero, già contribuiscono a quello scopo). Ad ogni modo, la raccolta firme lanciata online sulla piattaforma Change.org continua a raccogliere adesioni, tanto che è ormai a portata di mano quota 10mila: mentre scriviamo la cifra è di 9.957 sottoscrizioni. Numero notevolissimo, insomma, che segnala quanto sia diffuso lo scontento per la nuova tassa.

“Questa petizione riguarda tutti i frontalieri – si legge nel testo di Valerio Primerano, che ha promosso l’iniziativa – è una questione di giustizia. La legge sulla tassa per la sanità dei frontalieri è ingiusta e discriminatoria. Si tratta di un prelievo forzato che colpisce solo una parte di cittadini, quelli che vivono e lavorano nelle zone di frontiera. Le zone interessate sono quelle sulla fascia di confine: le Regioni confinanti con la Svizzera e cioè Valle d’Aosta, Lombardia, Piemonte e Trentino/Alto Adige. Contribuiscono complessivamente a circa il 40% degli scambi con la Confederazione”.

Viene inoltre sottolineato che “i frontalieri pagano già la sanità con le trattenute d’imposta alla fonte e i relativi ristorni che vanno ai Comuni di frontiera. Questa tassa aggiuntiva non fa altro che aggravare ulteriormente il loro carico fiscale senza permettere invece di detrarre dalle imposte le spese mediche che vengono sostenute”.

In particolare, a essere contestata dai firmatari è anche “l’idea di aumentare gli stipendi ai medici nelle aree confinanti”; secondo i sostenitori dell’appello, questo “non risolverà il problema della carenza di personale specializzato in queste zone, ma renderà semplicemente più attrattivo il lavoro in queste strutture a discapito delle strutture in paesi distanti dal confine”.
“Chiediamo quindi l’annullamento della legge sulla tassa per la sanità dei frontalieri – conclude la petizione -. Non si può continuare a penalizzare questi cittadini con misure fiscali ingiuste e discriminatorie. Facciamo sentire le nostre voci! Firmate questa petizione”.

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11 Commenti

  1. E’ ora che i frontalieri paghino come gli altri Italiani i servizi di cui godono in Italia! La tassa sulla salute è ingiusta! Ma non certo perché è già pagato il dovuto con quel ridicolo ristorno ai comuni Italiani delle tasse svizzere, ma perché la vera giustizia sarebbe tassare il Italia il loro reddito svizzero lordo (come si tassa quello di qualsiasi altro pendolare Italiano). Si dovrebbe tassare quello in Italia, senza alcuna franchigia (altro che 10.000 euro!), determinare così l’Irpef lorda Italiana (e le addizionali locali) e poi riconoscere il credito d’imposta (detrazione dall’IRPEF lorda) delle imposte già trattenute in Svizzera. E così per tutti, vecchi e nuovi frontalieri. Solo così si ristabilirebbe un minimo di giustizia ed equità rispetto agli altri Italiani, magari pendolari con Milano che tutti quei vantaggi fiscali non hanno.
    Ogni giorno i cittadini Italiani si svegliano e sanno che debbono contribuire alla spesa pubblica. Qui invece ci si lamenta della richiesta di contribuire alla sanità di cui godono i vecchi frontalieri ed i loro figli? Siamo al paradosso! Il Governo chieda invece un contributo anche per scuole, esercito, strade, biblioteche e per tutti gli altri servizi pubblici italiani!!!! E’ ora che contribuiscano anche loro!
    PS e non si venga a dire che la tassazione agevolata del vecchio frontaliere ripaga condizioni di lavoro meno tutelate o la sveglia presto, perché ciò è ben più che ripagato dai salari ben superiori a quelli previsti in Italia per i medesimi ruoli!

  2. Io sono un frontaliere e prendo 1000€ in più di quanto prendevo in Italia, facendo le 8 ore. Esco alle 7 del mattino e torno alle 19 di sera quindi non proprio una bella vita. Quando devo prendere un appuntamento per una visita o un esame medico, mi dicono che ci vogliono minimo 6 mesi per farla allora vado in privato spendendo il triplo. Ed è sempre così, quindi io ho sempre pagato e caro tutte le mie visite ed esami. Tutto questo per dire che se le cose funzionassero in Italia e se uno prenota un esame e lo fa nel giro di poco tempo allora potremmo parlarne di questa legge ma così proprio no. Quindi io ho firmato e rifirmerei altre 10000 volte.

  3. Giusto!
    1) il vecchio frontaliere paga già la sanità italiana attraverso il ristorno che la confederazione gira all’Italia.
    2) Il governo italiano ha firmato un accordo con la confederazione Svizzera, in cui dichiarano che i vecchi frontalieri pagano le tasse solo in Svizzera. Se non andava bene, bastava mettere questa clausola nell’accordo.
    3) i vecchi frontalieri dovrebbero pagare questa tassa sulla sanità, ma non usufruiscono delle detrazioni che spettano invece a tutti i contribuenti italiani; infatti non detraggono le spese mediche, sportive, di istruzione, di ristrutturazioni, ne per sé ne per i familiari a carico.
    4) In base all’accordo tra Italia e Svizzera i vecchi frontalieri pagano le tasse solo in svizzera, se passasse questo prelievo forzato, si potrebbe poi applicare a qualunque altra voce.

  4. Giustissimo Paolo, sempre la solita zolfa che i frontalieri sono dei superlavoratori che fanno orari impossibili. Ma finiamola, in Italia c’è gente che fa appunto orari e condizioni peggiori per moooolto meno e le tasse le paga eccome.
    Alla fine il frontaliere varca il confine, se ne torna in Italia e usufruisce di tutti i servizi, dalla sanità agli altri, come gli altri Italiani che lavorano e le tasse le pagano in Italia. Quindi è giusto siano stra tassati. Purtroppo il lavoro transfrontaliero così come è di base sbagliato. Da una parte si sfrutta chi dall’altra parte guadagna meno, così si sviluppano attività all’estero e non nelle zone di confine italiane. Poi a guardar bene sappiamo tutti che la maggior parte dei frontalieri fanno lavori che sono comunque sottopagati rispetto agli svizzeri o li svizzeri non vogliono fare. La storia è dovunque così nel mondo. Ammiro di più i giovani di oggi che si fanno si il culo incominciando una vita da capo e vanno a vivere e lavorare all’estero.

  5. Ottima iniziativa del Governo! Era davvero ora!
    Finalmente ci si rende conto che i frontalieri “vecchia maniera” usufruiscono dei servizi italiani, ma contribuiscono localmente per un’inezia (il “Ristorno” di una minima quota di imposte Svizzere al Comune di residenza come da accordo del ’74). Nessun altro contributo al territorio Italiano, come invece fanno, con le proprie imposte tutti gli altri cittadini. Se si considerano scuole, sanità, strade, esercito e tutti gli altri servizi… di cui godono in territorio Italiano… beh il contributo è solo un atto (minimo) di giustizia.
    Ben meglio e giusto sarebbe stato invece equiparare la tassazione dei vecchi frontalieri a chi non è frontaliero: si dichiari il reddito lordo svizzero in Italia, senza nessuna franchigia, si applichino le imposte italiane e si deduca da queste il credito d’imposta per le imposte sul reddito già tassato in Svizzera. Questa sarebbe stata equità.
    E non si venga a dire che il vantaggio fiscale per loro è compensato da una regole lavoristiche che proteggono ben meno, perché questo svantaggio è già coperto dagli importi ben più elevati delle retribuzioni percepite (senza considerare il tasso di cambio).
    Non ci sono scuse! Spero che nessun politico locale, in cerca di facili voti, si erga a paladino della cancellazione del contributo sanitario.

    1. Benissimo, allora fateci detrarre le sdoese mediche ecc ecc…. Provi Lei ad alzarsi alle cinque (se va bene, mio marito l’ultimo anno alle 3 e mezza la notte!!), x la maggior parte fanno lavori pesanti che nn hanno certo gli stipendi deri medici…. Ma di cosa sta parlando?
      La realtà è ben diversa da quedl che descrive, bisogna provare x credere, prima a far sacrifici, in uno stato straniero nn ci si sente certo a “casa”, io ho lavorato in camiceria e li stipendio era di ben poco superiore a d uno italiano,… Nn sto a dirle le condizioni…, ma nei comuni di frontiera o si va in Svizzera o niente…. Se solo ci fosse stata l’opportunità di lavorare in Italia!!!
      Questa tassa è ingiusta… Facciano pagare ai medici che si formano in Italia e poi varcano il confine x guadagnare molto…. Nn a tutti gli altri…., ma d’altro canto cosa ne sa gente che da aria alla bocca è nn ha provato la vita del frontaliere !!

  6. Da svizzero sono indignato per arrivare al punto di far pagare a gente che tutti i giorni raggiungono il Cantone Ticino per guadagnarsi la “pagnotta”. Gente che si alza al mattino alle 5 e rientra a casa la sera tardi dopo una giornata di lavoro.
    Lucrare sulla pelle di questa gente per pagare chi lavora in Italia con stipendi da fame e turni massacranti è una vera schifezza. I soldi per il reddito di cittadinanza hanno azzerato le riserve grazie ai 5 Stelle e allora massacriamo chi lavora mentre altri per anni riposava sul divano.
    Avete raschiato il fondo e spero che abbiate un attimo di lucidità per sopprimere questa porcata.

    1. Come lo fanno migliaia di pendolari da Como a Milano, o migliaia di muratori che dalla Bergamasca vanno in giro per la Lombardia, che per “guadagnarsi la pagnotta” si “alzano alle 5”, ma loro la sanità (e tutti gli altri servizi) se la pagano profumatamente con le imposte pagate in Italia.
      Lo facciano anche i frontalieri vecchio stile!

    2. Paolo, mi sembra stia parlando senza una buona cognizione di causa. Se pensa che i frontalieri siano “privilegiati” perche’ non ha deciso di diventare anche lei frontaliere? Ci sono degli accordi in essere che regolamento in maniera molto precisa questo tipo di lavoratori. Riguardo alle tasse…. I frontalieri ad esclusione dell’imposta sui redditi regolata da suddetti accordi pagano regolarmente come tutti i cittadini le tasse in Italia, bollo, canone tv, servizio s.s.n. nell’asssicurazione, imu, tasi, iva sugli acquisti, etc. Per curiosita, che professione esercita lei Paolo?

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