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La drammatica caduta degli idoli: il museo Giovio da blindare e lo scempio del Tempio

Tempo fa, dalle pagine di ComoZero.it, anticipavamo il concreto rischio chiusura per il museo Giovio che (magia amministrativa) si è scoperto privo di Certificazione Antincendio da non-si-sa-quanto. La più classica delle situazioni, anche volendo puntare il ditone accusatorio è difficile individuare un nome, un tempo, una data, un responsabile.

Non è uno scherzo, si tratta di un certificato essenziale, il grado zero della sicurezza. Situazione tanto grave quanto antica. Molto antica: al momento non è stato nemmeno chiarito se il documento sia mai stato prodotto.

Museo Giovio, tutto confermato: niente certificato antincendio. Attivata la procura.

Il controllo da parte del comando di via Valleggio è scattato dopo l’ipotesi (ormai una quasi-certezza) di esporre delle monete romane (il tesoro inestimabile trovato un anno fa durante gli scavi nell’ex cineteatro Cressoni) appunto all’interno del Museo. Mostra che però dovrebbe essere garantita.

L’allestimento, infatti, potrebbe essere aperto nella Chiesa delle Orfanelle, gli uffici comunali stanno immaginando, in caso di chiusura del Museo per gli adeguamenti, di far entrare i visitatori da via Balestra, trasformando il vecchio ristorante dei Combattenti e Reduci in un caffè con book-shop e garantendo un ingresso al Giovio in tutta sicurezza.

Ma cosa accadrà al museo nel suo complesso? Guidare senza patente non si può, quindi l’ipotesi di una blindatura (totale, quantomeno parziale, certamente temporanea) non è affatto minoritaria. “Chiudere il museo non spetta a me – precisa l’assessore ai Lavori Pubblici, Vincenzo Bella – è una competenza degli uffici, comunque spero ciò non avvenga, sarebbe una sconfitta”.

Resta che senza certificato non si va lontano. “E’ una realtà”.

Altro giro, altra beffa, sempre da queste pagine annunciavamo gli agognati lavori tra settembre e ottobre. Al momento non si è mossa nemmeno mezza mosca.

5 anni fa (era la notte del 3 luglio 2014) 2 metri quadrati di intonaco si staccarono dal soffitto della loggia del Tempio Voltiano. I lavori di ripristino sono stati annunciati decine di volte, le amministrazioni si sono date il cambio ma niente è accaduto.

Anzi, qualcosa sì, il Tempio Maledetto ha continuato a perdere pezzi: infiltrazioni d’acqua all’ingresso e nella zona dei bagni (marzo 2017) ai problemi di tenuta anche del piano terra (giugno 2017) fino alla caduta di alcuni vetri, per fortuna di notte, dall’oculo al centro della volta, rimossi ma non ancora sostituiti (marzo 2019).

Vincenzo e il Tempio maledetto. I lavori (dopo cinque anni) solo tra settembre e ottobre

Poi lo scorso luglio sempre Bella aveva annunciato: “Il progetto di restauro è pronto, stiamo aggiornando l’elenco prezzi ma dovremmo rimanere all’incirca nella cifra di 130 mila euro già indicata a gennaio”.

Tempi? “Entro fine luglio verrà dato l’appalto e i lavori inizieranno tra settembre e ottobre”. E siamo quasi a metà novembre.

Che succede? “Purtroppo – dice l’assessore – non sempre le verità si trasformano in azioni, comunque l’impresa c’è e i lavori saranno avviati entro fine anno”. Bene, ma perché questo nuovo ritardo? “Ci sono i tempi di assegnazione, le valutazioni da condividere con la direzione lavori, ci sono molti passaggi”.

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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