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Multe e polemiche ma Casartelli rilancia: “Sì al parcheggio sotto le mura per eventi speciali”

“Le auto parcheggiate sotto le mura? Potrebbero essere una soluzione, altro che scandalo”. A poche ore dalla situazione ampiamente documentata domenica scorsa tra i viali Battisti e Cattaneo, dove decine di auto sostavano a due passi dalla città murata e dalle attrazioni dei Balocchi, il presidente di Confesercenti, Claudio Casartelli, non soltanto non si strappa i capelli per le infrazioni e le polemiche ma, anzi, rilancia in grande stile.

“Confermo, non vedo così scandalosa quella situazione – dice Casartelli – Dico che in momenti di afflusso eccezionale verso il centro di Como, lasciar parcheggiare le auto per alcuni momenti della giornata sotto le mura sarebbe una soluzione per alleggerire la viabilità e rendere anche più accogliente la città. Penso alla fascia del pomeriggio-sera, ad esempio, quando il mercato smonta e cresce notevolamente il flusso di chi viene a vedere mercatini e luci, oppure gli eventi clou come l’arrivo di Babbo Natale o della Befana”.

“Con una sorveglianza adeguata credo che la sosta sotto le mura possa essere presa in considerazione – chiude il presidente di Confesercenti – Anche perché di sera è più difficile utilizzare i mezzi pubblici o posteggiare lontano. Gli ambientalisti mi attaccheranno? Fa nulla, sono abituato alle loro visioni puramente ideologiche”.

Sul tema, ieri sera in consiglio comunale, l’assessore alla Mobilità Vincenzo Bella si è però limitato ad annunciare soltanto maggiori controlli dopo quanto accaduto nel weekend.

“La sosta sotto le mura non era stata né autorizzata, né preventivata – ha affermato in aula – Sabato sera sono state elevate 44 contravvenzioni per sosta vietata in zona e i controlli saranno ulteriormente intensificati per evitare il ripetersi di situazioni simili che vanno anche a danno di chi parcheggia regolaramente”.
Pochi spiragli, in apparenza, per l’auspicio del presidente di Confesercenti.

Il quale però ne approfitta anche per tornare a chiedere all’amministrazione una modifica al tragitto delle navette ogni 15 minuti che partono dall’autosilo Valmulini. “Deve essere inclusa anche via Milano Bassa, che ora è esclusa dal giro dei mezzi deviati dalla parte alta della strada verso la tangenziale – sottolinea Casartelli – Abbiamo proposto che le navette scendano anche in via Milano Bassa, poi facciano il giro da via Mentana per riconnettersi poi sempre verso il centro passando da via XX Settembre. Attendiamo una risposta sulla possibilità di fare la modifica”.

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7 Commenti

  1. Egregio Carlo B. assolutamente, è un dato di fatto, il decadimento del commercio ha portato con se anche un decadimento del comparto residenziale per il quale i valori commerciali sono più bassi, senza giustificazione peraltro, di altre zone attigue, l’immagine che oggi genera via Mialno alta è di un quartire a forte presenza etnica, cosa peraltro molto limitata come residenti, pare evidente che una tipicita di offerta commerciale diversa si porterebbe con se una volorizzazione complessiva del quartiere a chiaro beneficio del residente, in tutte le forme del caso. La parte bassa della via comincia a presentare chiari segnali di difficolta e se non si introducono adeguate politiche di sostegno del comparto commerciale trovarsi davanti situazioni simili alla parte alta sarà inevitabile, se mi permette da agente immobiliare non ho mai riscontrato belle vie con brutti negozi o bei begozi con brutte vie, come ho già scritto le cose vanno a stretto braccetto, ciò non toglie che politiche tese a spostare sul pubblico il moviemto di persone sono essenziali per agevolare l’intera comunità, ma putroppo negli ultimi decenni, almeno a Como, ho visto solo politiche di ostruzione al traffico veicolare e quelle di incentivazione attiva del trasposrto pubblico assenti o inadeguate. Quindi è inevitabile che la soluzione immediata resta quella di dare la possibilità di parcheggiare… da non dimenticare che i “bottegai” come volgarmente vengono definiti solo persone che passano “bordo via” gran parte della loro esistenza, costituendo per molti un punto di riferimento sociale di notevole importanza, qunidi parte attiva della vità cittadina al contrario di molti residenti che in città passano solo lo stretto tempo necessario per “dormirci” il cui apporto alla comunità è spesso inesitente. Se vogliamo invece di continuare a dibattere tra “noi” bisognerebbe guardare altrove, cioè verso i veri responsabili che non riescono atrovare soluzioni adeguate a risolvere le problematiche del trasporto salvaguardando gli interessi di tutti. Buone Cose.

  2. Che ancora Trump non voglia prendersi le responsabilità di uno stato importante come il suo, giustifica che gli amministratori di piccole città non si prendano le loro in tema di ecologia. Cosa vogliono fare con quattro parcheggi? Continuare con le camere a gas per avere mille due persone per metro quadro in vasca anziché mille? E poi io sono andato al silo del vecchio santanna e sceso in santa pace. Pentendomi, dopo aver visto dei pazzi che selfavano delle luci a di poco eccessive.
    Casartelli fa e bene il suo lavoro ma, come dicevano altri, dipende da quale visione si vuole avere della vita. Camere a gas per vendere due pentole in più con il sovra affollamento di queste fini di settimana ? Mah.

  3. Si certo, sono una ricchezza.. ma bisogna rendersi conto che una città che permette a cittadini e turisti una fruizione positiva e sostenibile è fatta ANCHE di negozi, non SOLO.
    Come giustamente premesso dal sig. Riccardo: dipende da che idea di città uno ha. E credo che la visione da adottare debba esprimere un’adeguata complessità.
    È legittimo che il sig. Casartelli svolga il suo compito di rappresentanza, ci mancherebbe, e concordo sul fatto che sarebbe ideale evitare le contrapposizioni ideologiche. Temo però che senza una politica capace della visione complessa (e innovativa, perdinci) di cui sopra non se ne possa uscire, gli interessi differenti e le diverse sensibilità continueranno a produrre le solite inconciliabili contrapposizioni.

  4. Sig. Riccardo in buona sostanza concordo con le sue valutazioni ed è anche un tema dove gia proviamo a confrontarci per individuare possibili strade per allargare gli eventi fuori dalle mura. Sig, Ambrogio i residenti di via Milano Alta sono i primi che stanno pagando pesantemente la chiusura dei negozi e sono sicuro che sarebbero disposti a sorbirsi un po di rumore in piu pur di avere una via con dei negozi aperti e di qualità diversa da quella oggi proposta, i negozi sono una ricchezza che valorizza in primis chi ci vive finche non si capirà che le cose, pur con peculiarita diverse, vanno a stretto braccetto continueremo a danneggiarci a vicenda invece di costruire percorsi comuni.

    1. Sig.Casartelli, seriamente lei ritiene che “ …. i residenti di via Milano Alta ….. sarebbero disposti a sorbirsi un po di rumore in piu pur di avere una via con dei negozi aperti …. “???
      Rumore e inquinamento direi.
      Ma che persone felici che ambiscono a respirare a pieni polmoni i gas emessi dalle auto, l’importante però é avere sotto casa una bella boutique oppure un negozio di casalinghi o non so che altro
      I negozi chiudono (e non riaprono) per ben altre ragioni
      Ma che modello di società cittadina futura persegue?
      Invece di fare delle sacrosante battaglie per avere capienti parcheggi di corona ed un notevole potenziamento del sistema di trasporto pubblico, siamo qui a discutere sul parcheggio sotto le mura o di piazza Roma o simili nefandezze
      Sconcertante

  5. certo, tutto può essere fatto. dipende dall’idea di città che uno ha…sempre che un’idea ci sia.
    le mura, al posto di essere considerate un elemento da valorizzare e sfruttare divengono solo uno spazio morto intorno a cui parcheggiare. povera città di Como.
    l’articolo mi spinge a fare un’osservazione, sembra che chi ha organizzato gli eventi natalizi quest’anno non abbia fatto proprio alcuna valutazione in merito alla gestione del pubblico. piazza duomo, che risulta snodo fondamentale e centro di aggregazione è di fatto intasata da ogni parte, priva di sfoghi e di spazi per fare defluire e muovere la massa di gente che qui si dirige – il tutto, parrebbe, nella logica del massimo “consumo del suolo” ad uso casette, senza pensare di creare invece un evento diffuso nella città.

  6. E bravo Casartelli, che forse non si è accorto, nei fine settimana delle file di machine col motore acceso in attesa di entrare all’autosilo del tribunale, ora per accontentare i bottegai suoi associati, vuole trasformare il centro in una “camera a gas?

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