Dopo un lunghissimo silenzio, l’ex sindaco di Como Stefano Bruni commenta l’esito – a lui favorevole – del processo paratie (qui le altre sentenze). Poche parole, affidate a Facebook ma certamente al sapore di rivincita.
“La mia posizione è estinta per prescrizione – ha sottolineato l’ex primo cittadino dal 2002 al 2012 – Ma si riferiva a fatti non commessi. Evviva e grazie a tutti quelli che fin dall’inizio lo sapevano, in particolare i miei famigliari, i miei amici e gli avvocati Giuseppe Sassi e Walter Gatti”. E’ però l’ultima frase quella senza dubbio più appuntita: “Il teorema che Como fosse governata dal malaffare è stato risolutamente smentito dai fatti”.
Durissima, però, la presa di posizione della parlamentare comasca del Pd, Chiara Braga, che ha definito un paradosso la condanna dell’ex sindaco Mario Lucini a un anno e mezzo e ha attaccato sulle responsabiltà politiche di Stefano Bruni “che non si cancellano” (qui l’articolo integrale).
9 Commenti
Il reato è prescritto. Il reato.
Caro Emanuele, mi scuso di non avere visto la sua mail e la ringrazio della risposta cortese (a differenza della mia, ma solo perché ipotizzavo una censura nei miei confronti).
Vorrei tuttavia rassicurarla circa i rischi di una possibile querela da parte di Bruni, poiché il patteggiamento (tecnicamente “applicazione della pena su richiesta delle parti”) è un procedimento speciale che consiste in un accordo tra l’imputato e il pubblico ministero circa l’entità della pena da irrogare. In sostanza trattasi di uno “sconto” della pena, grazie alla quale l’imputato rinuncia, tra l’altro, a far valere la propria innocenza.
Ergo, per non essere condannato per il gravissimo reato (soprattutto per un ex sindaco) di bancarotta fraudolenta, Bruni ha preferito patteggiare, ottenendo uno sconto di pena ma ammettendo la propria responsabilità penale. Questi sono i fatti.
Ma lasciamo correre che Bruni sia stato o meno condannato. E’ la medesima, gravissima accusa di bancarotta fraudolenta (per la quale ha preferito patteggiare) che grava sul suo passato – anche politico – e che dovrebbe consigliarlo a tacere invece di esultare nell’occasione della condanna di Lucini, che può invece vantare uno specchiatissimo passato politico e personale.
Non dimentichiamo inoltre che sulla questione paratie, Bruni “è stato prescritto”, come si usa volgarmente dire in gergo giuridico. Il che non significa affatto che non abbia commesso reati.
Penso che questa vicenda, che vede come unico condannato “politico” Lucini, il quale ha certamente commesso errori ma senza alcun dolo, dovrebbe farci riflettere tutti. Soprattutto sull’indecenza dell’istituto della prescrizione, che mi auguro sia presto abolito. Infine mi auguro che Bruni abbia almeno la decenza di tenere la bocca chiusa e di sparire definitivamente dalla scena civile e politica.
Mi scuso ancora di avere dubitato della vostra correttezza.
Fate anche voi come la storica “testata”, che censura i commenti dei lettori, anche quelli a prova di rischio giuridico?
Mi sbagliavo o Bruni era già stato condannato (patteggiando) nel 2017 per bancarotta fraudolenta? Solo per sapere.
E attenti alle cattive abitudini, perché il successo è fugace e può durare il tempo di… ehm… un alito di vento.
Carissimo, le ho anche scritto una mail privata per spiegarle perché il suo precedente commento – che conteneva una inesattezza potenzialmente passibile di querela per entrambi – non era pubblicabile, chiedendole di modificare la parte sbagliata. Non ho, non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Mi trova costretto a prendere le distanze da ciò che scrive, lasciandole la piena responsabilità: Stefano Bruni ha patteggiato nel 2017. Non equivale, in assoluto, a una condanna. Dell’inesattezza, nel caso, risponderà unicamente lei. Come redazione ci dissociamo dalla sua affermazione, sul punto specifico.
Evviva per Bruni !!!! Finalmente si è chiuso per lui e la sua famiglia questo triste capitolo! D’altronde anche l’idagine di Pizzotti non aveva portato a nulla, c’e chi ha voluto accanirsi per dare maggiore risalto mediatico alla vicenda, e oggi mastica amaro…si può dire che da un punto amministrativo il procedimento non sia stato gestito al meglio, ma da qui alle pene richieste ce ne passa…e soprattutto non è stata ravviata una sola tangente come i più maligni hanno ipotizzato.
Ora attendiamo il secondo grado di giudizio con le assoluzioni per Gilardoni e Ferro.
Il teorema non è affatto smentito, Dott. Bruni, e, se Lei non rinuncia alla prescrizione, non sapremo mai la verità.
Faccia un favore a Lei stesso, alla sua coscienza, e alla città: rinunci alla prescrizione e si faccia giudicare nel merito.
Che faccia di …bronzo
Mi risulta che la prescrizione estingua il reato, confermando quindi che un reato è stato commesso. In caso di sicura innocenza, si può anche rinunciare alla prescrizione, anziché festeggiare troppo per gli escamotages previsti dalla legge. Soprattutto quando un sindaco è stato condannato, e anche in carcere, pur se non per motivi legati alla sua funzione pubblica. Solidarietà a Mario Lucini, da tutti riconosciuto come una persona onesta. In questi tempi non è poco. Mi auguro che in appello venga assolto, e non per prescrizione.
prescrizione ≠ innocenza