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Menaggio l’eroica: “Qualità, online, sacrifici. Così resistiamo a crisi e Regina chiusa”. Spaggiari: “Siamo ancora in piedi”

Un tema molto delicato sul lago è quello della mancanza di turisti, a causa sia della pandemia che della chiusura della statale Regina per l’avvio del cantiere della Variante della Tremezzina. Da due anni a questa parte, paesi come Menaggio si sono dovuti adattare a tutti questi cambiamenti. Come sarà andata? Lo abbiamo chiesto direttamente a coloro che sono stati più coinvolti, ovvero i commercianti.

Uno dei primi argomenti che emerge è constatare come sia cambiato il modo delle persone di fare acquisti: “L’online è decisamente incrementato, ma le attività come la mia non possono stare al passo con i tempi dei grandi colossi – sottolinea Elisabetta Solinas, titolare della merceria Pollini – Quando termino una merce, i grandi store possono spedirla a casa in pochi giorni ai clienti. Questo, unito alla pandemia e alla chiusura della Regina, non ha aiutato in questi ultimi due anni”.

Infatti è stato proprio il cantiere della Variante a infliggere un altro duro colpo alle attività: “Se senza gli americani abbiamo perso il 50% del fatturato, con la strada chiusa siamo arrivati all’80% – denuncia Anna Maria Di Gaspare della Cartoleria Tarelli – Personalmente non ho avuto nemmeno il tempo di andare agli incontri con il Comune, con questa crisi ho avuto molto da fare”.

Arrivati a questo punto, le attività sono andate incontro a una profonda trasformazione: “Ci siamo dovuti adeguare migliorando il nostro store online e facendo promozioni di ogni genere – spiega Simona Bobbes, del negozio di abbigliamento Bollicine – Per differenziarci dalle grandi catene teniamo solo capi di altissima qualità, altrimenti avremmo rischiato di chiudere”.

Un dato di fatto confermato anche dall’incredibile storia di Cristian Carboni, titolare dell’Enoteca Re di Quadri: “Rispetto al 2019 ho incrementato il fatturato del 10% – racconta – abbiamo tenuto solo vino di alta qualità e ci siamo adeguati con asporti e consegne a domicilio. I clienti affezionati, sia locali che stranieri, ci hanno dato una grossa mano”.

C’è anche però chi ha dovuto rivoluzionare totalmente la sua attività in questi ultimi due anni: “Prima della pandemia avevamo una dipendente che prima abbiamo dovuto mettere in cassa integrazione e poi si è licenziata – racconta Massimo Prestinari, del Bar Al Paladar – ora siamo rimasti solo io e il mio socio e facciamo quello che possiamo. La situazione non è facile e con la Regina chiusa abbiamo perso nel weekend il turismo di prossimità”.

La sintesi è tutta qua: una piccola e grande realtà come Menaggio, nel giro di due anni trasformata dalla pandemia, forse per sempre, ma che resta in attesa della prossima estate per tirare le somme.

Sindaco Spaggiari: “Siamo rimasti in piedi”

Dopo aver ascoltato le voci dei commercianti sulla trasformazione di Menaggio in questi quasi due anni di pandemia (vedi articolo sopra), abbiamo voluto sentire la voce del primo cittadino del celebre borgo sul lago, Michele Spaggiari.

Il turismo, fattore chiave dell’economia del paese, sembra essere andato un po’ a singhiozzo tra il 2020 e il 2021: “Fortunatamente il lago di Como è stato molto frequentato, quando ovviamente l’allentamento delle restrizioni lo permetteva – racconta il primo cittadino – I picchi di afflussi si sono sicuramente avuti durante l’estate. Abbiamo però comunque perso per due anni la Pasqua e molti ponti durante l’anno, momenti di festa nei quali i turisti stranieri erano molto pochi”.

Nonostante tutto, Menaggio ha resistito a questi ultimi due anni difficili: “Durante l’estate comunque abbiamo avuto molti visitatori e le attività sono riuscite a lavorare parecchio. Addirittura la scorsa stagione, nei mesi con poche restrizioni, si sono registrati dei picchi di affluenza superiori a quelli avuti nel 2019. Questo ci ha permesso di rimanere in piedi, nonostante le difficoltà non siano mancate. Ora speriamo che, se la situazione sanitaria lo permetterà, comincino a diminuire le limitazioni in modo tale da far tornare il turismo di prima”.

La pandemia comunque ha paradossalmente aiutato il territorio a farsi conoscere di più rispetto a prima: “Gli americani sono stati sostituiti dagli europei – conclude – Infatti molti di loro, che prima non si fermavano sul Lario prediligendo altre mete italiane, adesso utilizzano Menaggio e il lago di Como come tappa intermedia dei loro viaggi. Ora il paese, i suoi cittadini e tutte le sue attività, potranno solo che attendere la nuova stagione, incrociando le dita affinché l’emergenza sanitaria finisca presto”.

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