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Stop assegni famigliari per i frontalieri, durissimi i sindacati: “Silenzio Inps ma il tempo è scaduto”

Il grande pasticcio degli assegni famigliari dei frontalieri, bloccati da diversi mesi dopo l’entrata in vigore in Italia dell’assegno unico, nel marzo scorso, è ormai diventato un tema caldo sul confine (tutti gli approfondimenti) . Dopo i recenti sviluppi solo sul fronte svizzero (qui i dettagli) e il silenzio protratto da parte dell’Inps, parte in causa, arriva una presa di posizione unitaria dei sindacati nazionali dei frontalieri. A intervenire sono i coordinatori nazionali di Cgil Cisl Uil Frontalieri, Giuseppe Augurusa, Luca Caretti e Pancrazio Raimondo.

“A distanza di sei mesi dall’entrata in vigore dell’assegno unico universale non c’è nessuna soluzione per i frontalieri che vedono ancora bloccate le erogazioni degli assegni familiari percepiti all’estero da parte delle casse di compensazione e degli istituti della sicurezza sociale dei Paesi di lavoro, per mancanza della corretta trasmissione a quest’ultime degli importi erogati da parte dell’Inps in Italia”. I sindacati hanno anche sottolineato di aver incontrato più volte, fin dal mese di febbraio, la Direzione dell’Istituto nazionale di previdenza sociale e di aver inviato una relazione anche al Ministero del Lavoro. “A tutt’oggi, i sindacati confederali non hanno ricevuto alcuna risposta. Il tempo è scaduto – spiegano i coordinatori nazionali di Cgil Cisl Uil Frontalieri – e riteniamo assolutamente necessaria l’individuazione di una soluzione definitiva affidata a un provvedimento del Governo, non certo incompatibile con la prassi di un esecutivo in carica per ‘il disbrigo degli affari correnti’, necessario a garantire la continuità nell’azione amministrativa e la certezza del diritto” si legge nel comunicato diffuso in queste ore.

 

 

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Un commento

  1. E’ disarmante.
    Ho un amico al quale, in gestione separata, hanno TRATTENUTO e NON CALCOLATO 46.000 Euro circa di contributi …parlando di aliquota, inquadramento, prescrizione…senza dare risposta neanche a un avvocato. Quindi SENZA AVVISARE versano una pensione inferiore non tenendo conto di quella cifra e SENZA DARLA INDIETRO se non usata ai fini pensionistici …credo che i contributi versati siano/restino dell’ utente e non dell’ INPS!
    ….da chi sono stati guadagnati? Chi li ha versati? Sotto che voce sono stati messi questi contributi versati e che fine hanno fatto? L’ INPS non risponde neanche a un avvocato (extra pagato)…vedete voi!
    Ma guarda un po’ che ci si deve fidare (per forza, per non essere evasori) e poi si dovrebbe andare IN CAUSA contro chi dovrebbe tutelarci!!! Non so se questo accade solo all’ INPS di Como, ma che l’ INPS non risponda non è una novità o risponde rifiutando le domande con regole interne che sanno solo loro!!!
    Tutto questo è molto deludente perché dietro questi casi ci sono persone, lavoratori, famiglie, speranze.
    Non bisogna mollare per ottenere delle risposte. Avvilisce parecchio se si pensa che l’INPS sarebbe un’ Istituzione a sostegno dei lavoratori che affidano e confidano in questa cassa Nazionale per costruire il proprio futuro per la propria vecchiaia, dovrebbe avere lo scopo di garantire i lavoratori un pronto, rapido e diligente sevizio.
    L’ INPS è una struttura mantenuta dai contribuenti o sbaglio?!?
    Comunque seguiremo come vanno a finire queste “storie” perché se ne sentono parecchie!

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