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“Alla stazione di Como tre taxi si sono rifiutati di portare i turisti al B&B di Blevio. Sono andata io, ma è gravissimo”

Anna Scarrone, avvocato e titolare di un B&B a Blevio, l’aveva annunciato assieme ad altri gestori di strutture ricettive simili nella zona: “Ci organizzeremo privatamente per far fronte alle esigenze urgenti dei turisti: creeremo un gruppo di volontari disponibili per pura simpatia e spirito di soccorso, a dare un passaggio ai turisti in difficoltà nel tragitto Como-Blevio, ed invitiamo gli altri gestori dei B&B dei comuni limitrofi a fare altrettanto”.

Di fronte ai ripetuti problemi dei bed and breakfast sul lago con il servizio taxi del capoluogo, era stata scelta anche la sigla dei gruppi di autosoccorso: “Sarà S.A.L.I., acronimo di Simpatici Automuniti di Libera Iniziativa: i passaggi saranno del tutto gratuiti ed improntati allo spirito di accoglienza e di simpatia”.

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Ebbene, oggi 30 ottobre, 27 giorni dopo quell’annuncio, verso le 18 è arrivata una prova pratica sul campo anche se per ragioni che forse – sia Scarrone, sia i turisti diretti alla sua struttura di Blevio – avrebbero volentieri evitato: “Due clienti stranieri mi hanno telefonato sbigottiti – spiega – perché da ben tre taxi davanti alla Stazione San Giovanni di Como, alla richiesta di essere accompagnati a Blevio, si sono sentiti rispondere che non sarebbero stati portati. A quel punto, ho chiesto loro di fare una fotografia alle auto che hanno rifiutato il servizio per poter procedere con una denuncia, ma, nel tempo di concludere la telefonata, non c’era più nessuno”. Le foto qui sotto e in copertina, sono relative proprio al viaggio della titolare del B&B verso Como.

“Quanto accaduto è gravissimo e tra l’altro, dopo quel momento, in stazione non c’erano più altri taxi disponibili, dunque non mi è rimasto altro da fare che mettermi in auto e andare a prendere i clienti di persona”, prosegue Anna Scarrone.

A questo punto arriva uno dei nodi caldissimi della vicenda: la questione sulla facoltà o meno dei tassisti di Como di rifiutare le corse per destinazioni fuori dal territorio comunale. Tema su cui le associazioni di categoria comasche Cna e Confartigianato erano intervenute con una lunga lettera inviata a ComoZero poche settimane fa (documento che ripubblichiamo integralmente sotto) per spiegare le loro ragioni e per puntare il dito su un servizio pubblico di trasporto del tutto inadeguato, tale da mettere in difficoltà il servizio taxi. Un punto di vista che però non cambia la posizione di Anna Scarrone.

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“Loro possono dire quello che vogliono ma il regolamento comunale attualmente in vigore non dà la facoltà di scegliere se portare o meno le persone al di fuori del Comune. Il servizio è obbligatorio all’interno della Regione di riferimento e il taxi può dire di no solo se si esce dalla Lombardia”. Insomma, lo scontro per ora sembra lontano da una composizione, anche perché – come ha riferito recentemente anche il Comune di Como – prima che possano essere rilasciate nuove licenze per aumentare i taxi, serviranno almeno 2-3 anni.

Da sottolineare, infine, il traffico infernale di questa domenica sera sulla Lariana, nel tratto Blevio-Como: colonna di auto poco più che a passo d’uomo verso il capoluogo, per l’enorme mole di veicoli che, complice la giornata pressoché estiva, si era riversata sul Lario per tutta la giornata.

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24 Commenti

  1. Istanbul, Città del Capo, Perù, Vietnam ad esempio. Quando scelgo i B&B verifico sempre se propongono un servizio navetta con un costo adeguato, anche per evitare contrattempi e sorprese negative con certi taxi. Ovviamente verifico anche se ci sono mezzi pubblici .

  2. Caro,tu dici uber,ma come vedi inizia a scarseggiare anche uner.Perche?Su un servizio da 100€ ne lasci giu di mazzetta 25..poi aggiungici il resto.vedi tu.Uber,se non ce lavoro sfrutta il conducente..e se ce’x la stessa corsa ti chiede il doppio…o a me o a te..sempre in quel posto te lo infila.

    1. Io sono un autista über in Germania e mi permetto di correggerti, su 100 euro io pago il 4,7 per cento… Colleghi con flotte maggiori pagano il 2,7 per cento… Solo per essere corretti

    2. Fulvio, ho l’impressione che non hai capito come funziona. La commissione che si paga è intorno al 5% da quello che mi hanno raccontato gli autisti Uber. Uber non scarseggia, Io lo uso abitualmente e francamente non ho mai avuto l’impressione che chi mi accompagnava si sentisse sfruttato. La maggior parte è gente che vuole arrotondare la pensione. Il problema è il costo del carburante. Non certo le commissioni.

  3. Ma tutti i B&B non si possono organizzare per offrire ai loro clienti dei trasferimenti da/verso la stazione e altri punti nevralgici ? . All’estero sia gli hotel e B&B si appoggiano a piccole strutture con minibus o taxi collettivi per trasferimenti da/verso aeroporti , stazioni , ecc. , tra l’altro con prezzi molto convenienti.

  4. E’ sempre più impellente liberalizzare il settore e la lobby dei taxisti. Ai taxisti che si sono rifiutati oltre a sanzioni idonee andrebbe ritirata, per sempre, la licenza. Consiglio per i viaggiatori annotatevi sempre il numero di targa di chi rifiuta un “SERVIZIO”.

  5. Aveva promesso anche un carro attrezzi H24 per sgomberare auto targate Svizzera….ma visto che le elezioni sono terminate e la cadrega c’è…chi si é visto si é visto!

  6. Tragico che nell’articolo e nei commenti non si faccia menzione di un’altra soluzione, più sostenibile ed economica, e a minore impatto sul traffico (ingestibile) della strada del lago: potenziare il servizio pubblico, su gomma e navale, ampliando gli orari di servizio e soprattutto incrementando la frequenza delle corse.
    La proposta di rilasciare più licenze è emblematica della scarsa attenzione alla viabilità del lago e alla sostenibilità del trasporto di chi lo frequenta, particolarmente per turismo.

    1. Ha ragione. Tuttavia, anche il Taxi è un Servizio pubblico normato da Leggi e da Regolamenti comunali. È il motivo per cui sono diffidente con UBER e gli NCC che sono, al contrario, un servizio privato. Tra l’altro, in Italia, Uber non è ancora regolamentato e quindi ha meno obblighi nei confronti dell’utenza e della collettività rispetto ai tassisti. Se i tassisti sono insufficienti, è necessario ampliare il servizio pubblico aumentando le licenze e condizionandole all’uso di auto elettriche o full hybrid o con bassissime emissioni di CO2. Con Uber e con NCC non si potrebbe fare proprio perché sono un servizio privato non condizionabile dalla Pubblica Amministrazione. Questo è compito di Rapinese Sindaco che mi risulta l’abbia compreso nel Suo programma elettorale (solo la parte di aumento delle licenze, la sostenibilità non è il suo forte! 😊). Speriamo, anche se per una che disse, cento non ne fa! 😊

  7. Questo è un tema per il nostro Rapinese Sindaco. Per quale motivo non ci si attiva, usando anche la grancassa degli amati e degli odiati media, per modificare la normativa comunale e aumentare il numero delle licenze dei taxi in città? 45 licenze, questo è il limite massimo previsto, sono assolutamente insufficienti per le esigenze di una città turistica. Rapinese Sindaco, cosa aspetta? Sta modificando, con disposizioni assai complesse e poco attuabili sul consumo degli alcolici, il Regolamento Comunale e non può sentire le Associazioni di categoria dei taxisti che hanno dichiarato, su queste pagine tra l’altro, la necessità di adeguare il numero delle licenze? È così complicato? Deve chiedere all’Agenzia dei Trasporti oppure non si fida se non ne parla prima con qualche suo amico “operatore”? Dai Rapi, ci vuole così poco. Basta presentarsi in Consiglio Comunale e far votare una modifica alle disposizioni del 1999 (23anni fa!!!) e concedere altre 15, ma cosa dico, 30 licenze taxi. Dai Rapi, facci sognare! 😊

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