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Agenda Como 2030, attacco a centrodestra e Molteni: “Dietro il candidato, la squadra dei vecchi disastri”

Il giorno dopo la presentazione pubblica della coalizione di centrodestra che sostiene la candidatura a sindaco di Giordano Molteni, la lista pro Minghetti di Agenda 2030 – dopo gli scossoni del “caso mistress” – va all’attacco. E prendendo spunto dalle parole del segretario provinciale di Fratelli d’Italia, Stefano Molinari, che avevano rimarcato la differenza tra l’uscente Mario Landriscina e Molteni sulla capacità di ascolto della città (“Analisi precisa e spietata nel rintracciare le cause del degrado di Como”, chiosano da Agenda Como 2030) la lista va oltre, nel suo affondo.”

VIDEO Elezioni, ecco il centrodestra unito per Molteni: “Decoro, parchi, strade le mie priorità”. Il programma elettorale completo

“Un’indubbia verità – si legge nella nota – ma basta da sola a spiegare la palude amministrativa di oggi?”.
E ancora bordate sul programma del centrodestra: “Le ricette sembrano fatte apposta per bacchettare il malgoverno degli anni più recenti. Como deve mostrarsi più umana: capito, assessori della Lega? Como deve essere più sicura e curata. Capito che non basta lasciare andare le cose alla deriva e contare sul fatto che, tanto, turisti arrivano? Come deve offrire opportunità alla nuove generazioni. Come nei cinque anni precedenti?”.

Attaccando anche sulla rivendicazione di unità politica del centrodestra che “poi si squaglia come neve al sole”, Agenda 2030 pone altre domande: “Siamo certi che i comaschi ci cascheranno ancora? Che non capiscano che dietro il candidato nuovo (si fa per dire…) c’è esattamente la stessa vecchia squadra dei combina disastri di ieri?”.

“Noi di Agenda Como 2030, sportivamente, li ringraziamo per il migliore assist possibile alla candidatura di Barbara Minghetti. Proprio per dare un’alternativa a chi vuole Como di nuovo al centro – è la conclusione – Per una attività amministrativa curata ed efficace. Nelle mani di una squadra di cittadini, non di professionisti della politica e, a rotazione, dei vari consigli di amministrazione che dalla politica dipendono”.

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4 Commenti

  1. Buonasera,
    ? SEMPRE DA ANALISTA POLITICO RIMANGO SPIAZZATO. Affrontare una campagna elettorale si sa, è stressante. Sia per gli elettori indecisi su chi appoggiare sia per i candidati stessi che, traditi dalla pressione, a volte si lasciano andare a qualche gaffe di troppo. L’ultima è stata quella di Mattia Santori, portavoce del Movimento delle sardine e candidato alle comunali di Bologna da indipendente nella lista del Partito democratico.

    In un video pubblicato sui social, infatti, Santori ha voluto denunciare una criticità presente nella sua città, ossia il traffico in tilt di via Saragozza a causa della partita del Bologna. Peccato che, come qualcuno ha fatto notare, per girare quelle immagini il leader delle Sardine ha percorso in contromano a bordo del suo scooter un tratto della corsia riservata agli autobus. Travolto dalle critiche, ha infine deciso di rimuovere il video dai social. ORA CON RISPETTO ASSOLUTO PER LA PASSIONE E IMPEGNO POLITICO QUESTA FORMAZIONE POLITICA SAREBBE PIÙ BELLO PARLASSE DI PROGRAMMI DOPO CHE HANNO FATTO DIRE A CALENDA E SCRIVERE A COLLEGHI GIORNALISTI “Accade su quel ramo del lago di Como, “No” di Calenda alla candidatura della star del sadomaso

    Guizzo di decoro della politica. Uno scatto insolito incontro a un minimo di dignità. Merce, questa, di norma non reperibile nelle botteghe degli uomini politici in Italia. Soprattutto di quelli al vertice dei partiti, impegnati a razzolare candidati quando è tempo di elezioni. Quali che siano. Il nome non importa e neppure il background della persona, conta la disponibilità il numero, la casella da occupare nella lista. Una tantum, sconfitta la regola diventata maledetta consuetudine.

    Carlo Calenda, segretario politico di Azione, ha bocciato la candidatura di Lady Demonique. La signora demonio, proprio così. La pornostar bloccata nella sua corsa a un posto nel consiglio comunale di Como.

    Il sogno infranto di Doha Zaghi, trentuno anni, nata a Carpi, in arte appunto Lady Demonique. Una star sadomaso, con tutto il rispetto per il mestiere che pratica quasi tutte le notti nei locali dedicati. La candidatura della donna pronta ad abbandonare i panni della mistress, a favore del ruolo di candidata al consiglio comunale. Da Carpi al trasferimento sul lago di Como, avvenuto diversi anni fa, e la polemica generata dall’imbarazzo originato appunto dalle mire politiche di Lady Demonique.

    Meno male che c’è Calenda, viene da dire. Lady Demonique aveva scelto nella sua declinazione locale “Agenda Como 2030”, a sostegno della candidatura a sindaco per il centrosinistra di Barbara Minghetti. “Non ne sapevo niente, quando ho saputo sono immediatamente intervenuto”, ha sibilato tra i denti il segretario politico di Azione, arrivato in visita a Como.

    Sembrava fatta per la candidata Doha Zaghi, in arte Lady Demonique. Invece è andato tutto all’aria, sufficiente la notizia apparsa sui social, molto semplici da trovare in rete. I video girati da Lady Demonique dove pochissimo è lasciato all’immaginazione. Le immagini osè, molto osè, spesso accompagnate da un linguaggio fin troppo diretto, decisamente esplicito anche per i politici più spinti e lascivi.

    Lei finta stupita dalla reazione dei media. “Non capisco che male ci sia. Sono una dominatrice”, Proprio vero, lei è una star sadomaso, e non si preoccupa minimamente di nascondere il mestiere che esercita. “Sono una dominatrice che si interessa di politica. In Italia c’è discriminazione”. Esclusa dai giochi politici, bocciata dal segretario del partito, evidente mosca bianca in questo caso, ha accettato la decisione di Calenda, ma non senza spargere accuse qua e là. “Accetto di non essere più candidata, ne prendo atto, consapevole che l’Italia è un Paese molto sui generis. Mi ritengo di centrosinistra, ma so guardare anche a destra”. Bipolarismo politico inutile il suo, ormai non serve più a niente.

    Secondo i sostenitori politici che le sono rimasti vicini anche nella bocciatura, la candidatura di Lady Demonique voleva essere un segnale per capire realmente se è possibile vivere senza pregiudizi. “Senza sessismo e avvicinarci a quell’Europa e a quell’America tanto ammirate; in caso contrario, l’Italia è solo la provincia dell’Arabia Saudita”.

    Lei, la star del sadomaso, mandata metaforicamente al rogo da Calenda, è iscritta all’Università dell’Insubria al dipartimento di Diritto, Economia e Cultura. La candidata sindaco Barbara Minghetti l’ha difesa fino all’ultimo, con le unghie e con i denti. “Douha ha contribuito con serietà e ricchezza di idee al lavoro sul programma. Capisco il bisogno di onorare la campagna elettorale, ma sarebbe bello che nel 2022 ci concentreremo su cose serie”.

    Solidarietà alla candidata trombata è pervenuta anche dalla lista Agenzia Como, che l’aveva presentata nonostante molti fossero a conoscenza del suo lavoro. “Le scelte delle persone nella loro vita privata appartengono a un’altra sfera rispetto all’esercizio costituzionale dei doveri politici”. Tutto è filato in una certa maniera, piuttosto bene, fino a quando il caso è esploso sui siti nazionali. E sulla questione ha deciso di pronunciarsi il leader di Azione, Carlo Calenda. Il segretario ha portato a compimento un’azione in due tempi. Prima con un tweet, poi con una decisione da vero leader di un movimento politico.

    Da qui la scelta dura e drastica di escludere la star del sadomaso dall’agone elettorale. Niente più candidata a una poltrona in consiglio comunale. “Scherzi a parte, ragazzi miei, non conoscevo i trascorsi della signora in questione. Si fosse trattato di fatti privati, nulla quaestio, ma direi che non ci sono i presupposti perchè sia una nostra candidata”. E con questa dichiarazione l’ex ministro dell Sviluppo economico ha archiviato il caso.

    Ma il disturbo c’è stato comunque, come pure il disagio, l’impaccio. Sapeva o non sapeva, fosse a conoscenza della natura del lavoro della candidata pornostar, Calenda ha reagito d’imperio. Non appena ha messo il piede in riva a quel ramo di lago di Como.

    Quel tal Sandro, il Manzoni, non c’entra nulla, e neppure quella vecchia grottesca storia antica della pornostar chiamata Cicciolina deputata della Repubblica. MAGARI PARLARE DI PROGRAMMA… ? PERCHÉ CREDETEMI IN CASA CALENDA NON L’ HANNO PRESA MOLTO BENE …
    CREDO ANCHE NELLE PARROCCHIE DOVE CERCANO VOTI …
    Un abbraccio forte con Stima e Affetto
    Davide FENT
    @davidefent

  2. Agenda 2030. Sbaglia, sono tutti diversi, non diciamo stupidate. Se si vuole dire che sono gli stessi della Giunta Landriscina è un grosso errore. Sono peggio perché hanno perso il loro leader e quindi sono allo sbando. Bernasconi passa da FI alla Lega per poi passare a FdI l’anno prossimo.( Regionali/ politiche). Gervasoni aspetta Huber e Rezzonico.. lsZarina attende Putin. Pettinano dovrà studiare l’italiano prima di ripresentarsi. Come mai Nardone non è con Graziani per assonanza familiare. Tassone serve per la cedrata. Meglio il Mario che dipingi quadri in giro per Como.

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