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Cantù, capogruppo e presidente del consiglio lasciano Forza Italia. Gaudiello: “Partito irriconoscibile”

Un terremoto scuote Forza Italia e in particolare i forzisti canturini. In un solo colpo e contemporaneamente si sono autosospesi dal partito – e si sono posti a un passo dall’addio definitivo – il presidente del consiglio comunale della città del mobile, Mirko Gaudiello, e il capogruppo, Ciro Cofrancesco. Due nomi pesanti del partito di Berlusconi a Cantù che pure lasciano in una scia di amarezza e critiche verso i vertici, con il neosegretario provinciale, Mauro Caprani in testa, ma inevitabilmente giunte fino ad Alessandro Fermi e Mariastella Gelmini.

Con noi, parla apertamente Mirko Gaudiello.

“Lascio il partito a malincuore – premette subito – Ne faccio parte da molti anni, mi sono ritrovato a lungo nelle idee e nelle persone, ho molti amici. Ma ora non mi ci ritrovo più, Forza Italia è cambiata e a me risulta irriconoscibile. E soprattutto, manca la democrazia interna rispetto a una volta, quando si prendevano decisioni collegiali, ci si confrontava, si discuteva. Oggi, nella Forza Italia comasca, tutto questo non c’è più, sparito”.

E’ palpabile l’amarezza del presidente del consiglio comunale canturino. “A proposito del ruolo che rivesto ora – precisa – voglio precisare subito che lo manterrò perché me lo sono conquistato con il lavoro e la fiducia degli elettori che mi hanno portato in Comune con oltre 220 preferenze. I canturini hanno votato me, prima ancora di Forza Italia”.

Tra lui e l’ormai ex capogruppo forzista in Comune a Cantù, sono quasi 400 le preferenze che abbandonano il partito. “Ma forse a Forza Italia va bene così, anche se tra qualche mese si voterà ancora – sottolinea Gaudiello – Sono mesi che personalmente chiedo un incontro ai vertici, a partire da Mariastella Gelmini, e invece è arrivato solo silenzio. Caprani? Non lo conosco, non posso dirne bene o male. Ma il punto è proprio questo: mai sentito, mai una telefonata, mai la possibilità di un confronto. Inaccettabile”.

Il tutto, con alcuni fatti specifici nel mezzo. “Prendiamo Como Acqua – spiega Gaudiello – E’ stato nominato un cda, la presidenza era in quota Forza Italia. Il risultato? Noi non ne sapevamo nulla e ci siamo trovati un presidente (l’ingegnere Enrico Pezzoli nella foto sotto, ndr) di Bergamo, senza che nessuno ci abbia informati, avvisati, consultati. Nulla contro di lui, ci mancherebbe, ma è possibile che a Como non ci fosse nessuno in grado di rivestire quel ruolo? E non parlo certo per me, non avevo mire o persone da consigliare. E’ il metodo che non va”.

Dopo aver sottolineato che “per me, onestamente, è più facile avere rapporti e considerazione dalla Lega, a partire da Edgardo Arosio e Nicola Molteni”, Gaudiello conclude solo lasciando un microscopico spiraglio.

“Mi pare che, come dimostrano il trattamento riservato a Domiziana Giola alle regionali o l’incredibile frattura con Silvia Sardone in Regione, in Forza Italia ormai non ci sia più interesse a trattenere le persone ma le si lasci andare via senza battere ciglio – afferma Gaudiello – Si vede che si è scelto di lasciar cadere il partito in picchiata, a Milano come a Cantù. Ne prendo atto e mi spiace. Io comunque sono qui, non avrei problemi a un confronto faccia a faccia se qualcuno facesse una chiamata. Ma non accadrà, come non è accaduto in tanti mesi”.
“Mi piacerebbe davvero poter illustrare tutto questo al presidente Berlusconi – chiude Gaudiello – credo dovrebbe sapere cosa accade nei territori. Capirebbe meglio perché il partito va male, ultimamente”.

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