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Coronavirus – Confine, rabbia Alfieri: “Frontalieri pressati per rimanere in Ticino. Controlli sanitari in dogana preoccupanti”

“A oggi il Canton Ticino ha da solo tanti contagi di Coronavirus quanti ne hanno insieme le province di Varese e Como”, è molto duro il il senatore del Partito Democratico, Alessandro Alfieri.

L’emergenza Coronavirus, lo raccontiamo da giorni, investe drammaticamente anche i lavoratori frontalieri che ogni giorno (ancora possono) si spostano in Svizzera, peraltro i controlli attivati dalla Confederazione in dogana hanno intasato per ore le strade cittadine.

“Nonostante questi numeri – accusa il capogruppo dem in commissione Esteri al Senato – abbiamo appreso nella giornata odierna che le misure introdotte dal Cantone sono decisamente meno forti di quelle applicate dall’Italia. Non saranno infatti chiuse le scuole dell’obbligo, non sono previste restrizioni efficaci per bar e ristoranti e si potranno svolgere incontri, assemblee ed eventi fino ad un massimo di cinquanta persone“.

Non bastasse, ecco un’altra denuncia: “A questo si aggiungono le quotidiane segnalazioni di datori di lavoro ticinesi che pressano i lavoratori italiani a trasferirsi in Svizzera fino a maggio. Devo sottolineare la collaborazione positiva con le autorità federali elvetiche, allo stesso tempo le comunicazioni del pomeriggio delle autorità cantonali, in merito a controlli sanitari per i frontalieri italiani, destano invece preoccupazione”.

Quindi un chiarissimo altolà: “Se nelle prossime ore venissero messi in campo controlli vessatori nei confronti dei frontalieri non staremo a guardare, fino a valutare la chiusura dei valichi se dovessero verificarsi discriminazioni per i nostri connazionali. Questo non è il momento di fare forzature a sfondo politico, ma è il momento della collaborazione, a partire dall’individuare insieme le misure più efficaci contro i contagi da coronavirus. E il Canton Ticino può fare molto di più”.

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