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Panzer Zoffili: “Airoldi bis a Erba, ci spero. Pandemia, Como al sicuro grazie a Landriscina. Meloni avanti? Sondaggi scritti sull’acqua”

Sole, mare, spiaggia? No, governo, partito unico, immigrazione. L’estate leghista è servita. Il Capitano naviga tra le tempeste dei palazzi romani e i canti delle sirene da Arcore, sostenuto dai suoi fedelissimi ma anche insidiato nei sondaggi da Giorgia Meloni a destra e dal Pd a sinistra. E sebbene le acque politiche del Lario siano decisamente più placide, il parlamentare erbese Eugenio Zoffili, anche presidente della bicamerale Schengen, Europol e Immigrazione, rimane il primo “scudo umano” di Matteo Salvini.

Onorevole Zoffili, voi fate parte e sostenete il governo Draghi, anche se a volte sembra che soffriate un po’ il ruolo istituzionale e la “grande coalizione” con Pd e Cinque Stelle. Che giudizio dà finora di questa esperienza? Non pensa che vi stia penalizzando in termini di consenso?
Penso che il cambio di passo da quando la Lega è al Governo con Draghi sia sotto gli occhi di tutti. Riaperture, campagna vaccinale massiva, stop a cartelle esattoriali, milioni di investimenti sul turismo, sostegno alle persone fragili e con disabilità, impegno costante nella difesa dei nostri asset industriali che qualcuno a sinistra era pronto a svendere, magari strizzando l’occhio alla Cina. Tutto questo oggi è possibile soltanto grazie alla Lega di Matteo Salvini e al centrodestra di Governo. Questa è la realtà.

Secondo un sondaggio Demos, pubblicato su Repubblica, Giorgia Meloni ormai potrebbe superare Matteo Salvini e potrebbe essere la leader di cdx designata dagli elettori. Secondo lei la leadership del Capitano è in discussione?
I sondaggi sono scritti sull’acqua e nel vento che corre. Contano i voti. E soltanto i voti si conteranno.

Berlusconi rilancia sul partito unico di centrodestra, Salvini punta invece a una semplice federazione, Meloni si chiama fuori da entrambi gli scenari. Alla fine cosa succederà?
Ognuno è libero di fare le proprie scelte, ma credo che la politica abbia bisogno di concretezza e semplicità, pur nel rispetto delle differenze di ogni storia. Una federazione come quella proposta da Matteo Salvini mi pare la sintesi più adeguata.

Lei e la Lega siete da sempre in trincea sul fronte dell’immigrazione ma a Lampedusa e in Sicilia in questi giorni sono ripresi a pieno regime gli sbarchi: siete soddisfatti della gestione del problema finora?
L’immigrazione dall’Africa è un fenomeno complesso, epocale per numeri e pericolosità di ciò che prolifera sul traffico di esseri umani. La stagione dei cosiddetti “porti chiusi” aveva arginato gli sbarchi e dissuaso le partenze, grazie all’ impegno e al coraggio di Matteo Salvini al Viminale. Una decisione che oggi gli costa nientemeno che un processo per sequestro di persona: robe da matti!

La sanità lombarda e la giunta di Fontana sono state attaccate su più fronti, sia per la gestione della pandemia sia inizialmente per il piano vaccinale. Lei cosa risponde?
Il tempo è stato galantuomo e oggi il successo e l’efficienza della campagna lombarda vaccinale e di contrasto al virus sono la miglior risposta a mesi di sciacallaggio mediatico e politico sulla Regione che più di tutte, in Occidente, ha dovuto combattere la pandemia.

Sia a Erba, sia a Cantù i rapporti tra Lega e Fratelli d’Italia sono spesso tesi, se non proprio difficilissimi. Schermaglie o fratture politiche insanabili, guardando anche al futuro? Airoldi sarà ricandidata con il vostro sostegno?
Il centrodestra trova sempre la soluzione quando si concentra sul giusto metodo di lavoro: prima la squadra, l’ascolto dei cittadini, il programma e solo alla fine il nome del candidato sindaco.  A Erba sto lavorando per unire il centrodestra in vista delle prossime elezioni comunali. Mai come oggi, in questa fase difficile di ripresa post pandemia, in politica c’è bisogno di armonia, non di inutili litigi e chi ha la responsabilità di amministrare un comune deve dare l’esempio. Veronica Airoldi? Ama la sua città, è un sindaco che decide e non tentenna. Spero di poter continuare a lavorare al suo fianco per i cittadini erbesi anche per il prossimo mandato.

Como: Mario Landriscina non si è ancora sbilanciato sul secondo mandato. Secondo lei sarebbe la via migliore una ricandidatura del sindaco? Gli chiederete di restare?
Non spetta a me questa decisione. Mario è un amico, quando è scoppiata la pandemia ho pensato subito alla sua esperienza di “papà del 118 e dell’elisoccorso”. La sua professionalità e il suo cuore sono stati fondamentali per gestire l’emergenza da Palazzo Cernezzi e tra la gente. Con lui e il lavoro quotidiano della sua squadra i comaschi si sono sentiti al sicuro.

Nelle scorse settimane si è parlato di varie ipotesi, da Elena Negretti o Alessandro Fermi, ma non emerge mai un nome della Lega per la guida del capoluogo: come mai? Non avete la tentazione di candidare un nome vostro?
La squadra della Lega a Como ha sicuramente impresso una traccia importante nella rinascita della città. L’avanzamento dei lavori delle paratie per restituire il lago ai comaschi e a chi viene a visitarla, grazie anche all’azione leghista in Regione Lombardia, è una delle prove tangibili. La Lega ha come priorità, mancando ancora un anno alle prossime elezioni, le importanti sfide che ci attendono in questi mesi. Ripeto anche qui: prima la squadra e il programma, al lavoro per l’unità del centrodestra come a Erba senza dimenticarsi di quanto possa essere costruttivo e utile il coinvolgimento attivo di componenti civiche. Se si lavora col metodo giusto il risultato verrà da sé, con la responsabilità, il privilegio e l’onore di amministrare il capoluogo più bello d’Italia e del mondo. La nostra Como, il nostro cuore.

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Un commento

  1. A volte basta dirle per crederci da soli. L’idea che il cambio di passo del Governo Draghi sia merito della Lega è una sparata da mezza tonnellata di tritolo ma dire che Landriscina ha salvato Como dalla pandemia equivale a una bomba all’idrogeno. Sarebbe invece bello sapere cosa ne pensa il nostro Onorevole della mediocrità con cui la Regione Lombardia a guida leghista ha affrontato la pandemia, della delibera della maggioranza sulle RSA che ha causato immani tragedie, dei limiti che la riforma della Sanità lombarda targata Lega-Maroni, della gestione delle fasi iniziali della vaccinazione e delle imprese della Società ARIA, delle mascherine a forma di pannolino e della fornitura dei camici, delle statistiche di Gallera e del cabaret a buon mercato di Fontana. Sarebbe bello sapere se, tolto il cappello del comizio da fiera paesana, siano riusciti a porsi il problema di come è possibile che non riescano ad affrontare nessun problema serio senza dimostrare un’assoluta superficialità se non dichiarare dopo figuracce internazionali e propagandistici atteggiamenti muscolari che l’”immigrazione dall’Africa è un problema epocale” (sich!). Il problema del PD è la vocazione governista e il non saper più leggere le difficoltà della gente. Quello di FdI è l’ipocrisia liberale e liberista di un partito a vocazione statalista e nazionalista. Il problema dei 5Stelle è la vocazione al melodramma e l’incapacità di prendere una posizione che non sia quella di Grillo e del figlio del fondatore. Quello della Lega è la dicotomia tra il desiderio degli imprenditori, dei Giorgetti e dei Garavaglia di rimanere protagonisti in Europa e i comizi degli arruffapopolo cialtroni in cerca dei voti dei sempre meno che gli credono ancora. Forse bisogna veramente superare i sondaggi e scoprire altro. Ormai è l’unica sperando che la cura Draghi migliori la classe politica. Almeno quello.?

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