Ok, almeno un dato è chiaro, tra i vari emersi in queste ore: vasta parte del mondo degli architetti comaschi stronca in maniera sanguinosa il cosiddetto masterplan per il futuro dell’area Ticosa.
Obiezioni e critiche pesantissime, vedasi qua sotto – dopo quelle filtrate dalle commissioni dell’Ordine vero e proprio e le sciabolate di Attilio Terragni – l’ultima in ordine di tempo, ossia quella di un nome quale Ado Franchini, apparsa su Facebook. Bocciature del tutto legittime e che hanno anche un peso specifico notevole: vengono da chi conosce la materia, non è poco.
Un aspetto che naturalmente nulla toglie alle perplessità più o meno feroci espresse anche ben oltre le categorie professionali – e a livello popolare forse la sensazione di inutilità di uno spostamento del Comune in Ticosa è quella prevalente – ma certamente il dettaglio dona profondità al “no”.
Anche a livello politico non sono mancate le prese di posizione forti, tra tutte l’intenzione della lista “Rapinese Sindaco” di sottoporre a referendum popolare la proposta della giunta, mossa che peraltro sembra riscuotere approvazioni di massima anche in altri gruppi.
Dunque, fino a qui siamo nell’alveo assoluto di un dibattito democratico e diffuso che comunque non può che fare bene in una città che spesso brilla per disinteresse assoluto rispetto ai temi che escono dalle stanze municipali.
E però, un tassello, finora, manca. E manca clamorosamente, per certi aspetti, poiché se è vero che un gran numero di dettagli essenziali sulla proposta Landriscina-Butti-Ruffo è emerso soltanto nelle ultimissime ore, è altrettanto evidente che la filosofia portante del progetto era venuta a galla già mesi fa (era il 22 maggio 2019 per la precisione).
Ticosa, presentato il Masterplan con tutte le cifre: spese per 84 milioni, ricavi per 106
Questo tassello è riassumibile in una domanda aperta a tutti gli attori sulla scena: assodato il tentativo di affogare nel sangue la proposta di Palazzo Cernezzi, quali sono le alternative che proponete?
Quali i progetti (di massima, ovviamente: nessuno chiede di estrarre il masterplan perfetto all’improvviso dal comò) che possono cambiare la storia di quell’area?
Quali le proposte realizzabili o “filosoficamente” di altra natura che il vasto popolo della ghigliottina in movimento ha da offrire al dibattito pubblico?
Architetti, ingegneri, urbanisti, politici, amministratori, che cosa buttate nell’agone del confronto, dello scambio, delle possibile modifiche o rivoluzioni rispetto a quanto conosciuto finora e marchiato Comune?
Ad oggi, l’unica proposta minimamente strutturata e di tipo sostanzialmente diverso da quella uscita dagli uffici municipali resta quella di Officina Como, ripetutamente presentata dall’imprenditore Paolo De Santis.
La Ticosa di De Santis. L’imprenditore rilancia: “Como, vieni e seguimi”
Altro, o almeno altro con un minimo di base concreta, non si conosce.
E allora, l’invito, la sfida – se vogliamo portare a un livello di serietà minima anche la decapitazione della proposta Landriscina-Butti-Ruffo – sono semplici: questo è il momento di pulire i coltelli dopo averli affondati nelle carni cartacee del masterplan e di usarli per ritagliare qualcos’altro che possa essere utile a tutti: agli Ordini professionali, alla politica, al cittadino che legittimamente vuole conoscere e capire le opzioni in campo per un’area maledetta da 40 anni.
Altrimenti diventa solo massacro: e se dal letame nascono i fiori, dai cadaveri difficilmente si costruisce il futuro.
10 Commenti
Un super parcheggio oltre il monte croce (zona ospedale/bennet o altro) e una cabinovia (proprio tipo stazione sciistica) a flusso continuo che porta alla ticosa. Costo minore della metrotramvia, più persone portate, meno tempo di percorrenza, tempi attesa zero e risolto il traffico in convalle. Con un attento progetto che non produca troppo impatto ambientale potrebbe arrivare sino ai giardini.
ma poi mi pongo altre domande, abbiamo vari problemi irrisolti in città, come il padiglione del mercato coperto in attesa di un destino, l’ex Politeama, villa Olmo, potremmo aggiungere la questione pista ciclabile, ex baden powell, ex carcere san donnino (vabbè non sarà comunale ma comunque c’è), il rudere di san Lazzaro, i collegamenti alla spina verde, i giardini a lago, la passeggiata di villa olmo, pinacoteca e musei da rinnovare…altro? mura e torri medioevali abbandonate…
la zona Ticosa, diciamocelo, non è che sia questo gioiello dimenticato, ma un’area esterna con parecchi problemi, per cui inutile rappresentarla con vialetti verdi tortuosi, fantasiose passerelle aeree, e idilliache funzioni pubbliche, quando oggi il municipio si trova in un’area centrale, pedonale, comoda e anche simbolicamente importante, vicina ai servizi pubblici ed ai parcheggi. l’area ex ticosa si presta a funzioni meno prestigiose rispetto al municipio, certamente a parcheggio anche per la presenza del cimitero monumentale, però rimane il fatto che dovrebbe essere attuato uno studio complessivo della città, che analizzi le aree disponibili, le funzioni presenti, le carenze e le necessità perchè senza una visione di insieme non è possibile sviluppare seriamente aree così vaste – diversamente il risultato è quello proposto in questi giorni, un progetto slegato dal contesto e dal tessuto esistente.
Consiglio viaggio studio a Valencia
Ma che razza di domanda è? Va fatto un concorso internazionale. O pensiamo davvero di essere in grado di avere le competenze per un’area di 50.000 mq?
servirebbe un attento e serio studio della viabilità, è l’occasione anche per dare spazio a percorsi ed assi su cui gravitano molte automobili. poi c’è la presenza del cimitero monumentale con cui confrontarsi, c’è la vicina università, la santarella… Sant’Abbondio, di spunti ce ne sono parecchi direi, senza tirare in ballo il nuovo comune
Riprendiamo in mano il progetto della metropolitana leggera e realizziamola, a seguire tutta Como in un decennio cambierà volto automaticamente, non serve altro.
un master plan realistico:
il parcheggio a raso da centinaia di auto in Ticosa scomparirebbe nel verde;
collegamento con l’ex Danzas e il viale della stazione rifatto secondo il progetto Radice/Cattaneo;
il Borgo Vico collega la zona razionalista; stadio solo per il calcio; c’è già una piscina e una palestra; i giardini a lago collegano il centro.?
Mentre a Roma si discute, Segunto è espugnata…
Il sale della democrazia è il confronto che, se pacato e privo di denti che avvelenano, può gettare basi solide per un buon inizio.
A tal riguardo, la nostra Associazione (CNA) si era già espressa su progetto di “Officina Como”, pensatoio senz’altro interessante ma non inserito all’interno di una maggioranza la quale ha il compito di governare la città
( naturalmente ascoltando critiche e suggerimenti dai rappresentanti di minoranza).
Il progetto segue un logica che può piacere oppure no però segna una tappa importante per il futuro dell’area e di Como.
Vero è che non tutti gli architetti potranno redigere il progetto finale, indirizzando con il proprio intelletto i lavori; forse sarebbe opportuno che tutto l’Ordine faccia quadrato affinché possa esprimere univocamente un pensiero.
Le aziende nostre associate e non, attendono e sono pronte da anni.
Il tempo è maturo, non si affossi nulla ma si diano concrete risposte alla città.
Riflessioni e richieste di CNA Como, sono state ampiamente dibattute; siamo sempre disponibili ad un confronto costruttivo, non divisivo !
Como non ha bisogno di altro cemento ed il mercato immobiliare non è di certo fiorente. E, soprattutto, Como non ha bisogno di girare il lungometraggio “Le paratie 2”. Troppe incognite e variabili girano intorno ai numeri prospettati. Io dico che i ricavi saranno un terzo di quelli “sognati” nel masterplan, mentre le spese, ahimè, saranno ben oltre i 100 milioni di euro (basti vedere come sono lievitati i costi di quello che dovrebbe essere il primo step, ovvero la bonifica dell’area). In poche parole, il Comune ci perderebbe, e non poco. E poi, indipendentemente dalla consistenza e valenza progettuale presentata, si deve anche essere realisti: non si è in grado di adeguare alle vigenti normative la maggior parte del patrimonio immobiliare del Comune di Como, ci sono numerosissime case comunali sfitte perché non a norma per poter essere locate, diversi immobili fatiscenti e abbandonati a loro stessi (in primis l’ex Baden Powell), lo stesso Palazzo Cernezzi, che ora che il povero cedro si è suicidato, mostra tutto il suo “splendore”, con facciate multicolore così sporche da sembrare una fabbrica dismessa di periferia, infissi fortemente ammalorati e persiane alcune pari altre dispari, perché mancanti di uno dei due elementi. Ci si lamenta, e giustamente, dello spettacolo “Ticosa”, quando si arriva in Città, ma possibile che nessuno dica nulla sulla stato pietoso di Palazzo Cernezzi?
Cara Ammistrazione, se vuole essere un minimo credibile, incominci dalle piccole cose, a fare funzionare i lampioni, a sistemare le scuole, a mettere in condizioni di abitabilità le case comunali, a rendere più accoglienti i Cimiteri, a sistemare le aiuole, a ridare ai cittadini le piscine, a rifare i giardini a lago, a sistemare le orribili facciate della parte nuova di Palazzo Cermezzi etc etc…
Como non ha bisogno di un altro infinito cantiere e non c’è alcun pubblico interesse nel voler spostare gli Uffici Comunali in altra sede. Per contro, Como ha bisogno di posti auto e di verde. Pertanto vada per l’autosilo interrato e sopra si faccia un grande parco.
Tutti in Costa Azzurra:
Brigitte Bardot, Bardot
Brigitte beijou, beijou
( ho nel comò 2 master plan:
1 – lo stadio Sinigaglia ⚽️
da 12000 posti rispettando i principi razionalisti vista lago ;
2 – la Ticosa:
un enorme parcheggio immerso nel verde; con bus ? navetta per lo stadio quando fra un paio di anni saremo in serie A ?⚪️)