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Valichi, l’ambasciatrice svizzera: “L’11 maggio non riaprono tutti”. Zoffili insiste: “Insostenibile, agire subito”

Rita Adam, ambasciatrice della Confederazione svizzera in Italia, è stata ricevuta oggi in audizione dal Comitato parlamentare di Schengen, Europol e immigrazione per parlare delle problematiche dei lavoratori transfrontalieri a causa delle limitazioni alla circolazione per l’emergenza Covid-19.

Valichi chiusi, la Svizzera fa muro. Zoffili convoca l’ambasciatrice al Comitato Schengen 

Ad aprire la seduta Eugenio Zoffili, deputato comasco della Lega e presidente del Comitato parlamentare su Schengen, che ha riportato la situazione di difficoltà in cui si trovano i frontalieri che in questi giorni devono raggiungere il Canton Ticino per lavorare.

“Purtroppo ancora oggi ci sono lunghe code di auto che si determinano all’attraversamento della frontiera, causate dal potenziamento dei controlli doganali e dalla chiusura dei valichi minori – così Zoffili all’ambasciatrice Rita Adam – Questa situazione crea un insostenibile effetto imbuto per i lavoratori che devono percorrere anche solo pochi chilometri per arrivare al luogo di lavoro”.

“I lavoratori frontalieri che dall’Italia si spostano verso la Svizzera – ha proseguito il parlamentare comasco – sono costretti a svegliarsi prima dell’alba per cercare di raggiungere in orario il proprio posto di lavoro, è una situazione che colpisce i lavoratori ma anche le città e i comuni che vivono difficoltà di traffico e viabilità”.

L’ambasciatrice Adam, dopo aver sottolineato l’importanza delle relazioni economiche e umane tra Italia e Svizzera, ha parlato dell’impatto della crisi legata al Covid-19 sui due paesi. “Da subito ci sono stati stretti contatti, a livello nazionale e regionale, per discutere e confrontare le conseguenze delle misure di contenimento adottate dai due Stati per affrontare la pandemia – ha spiegato Rita Adam – Siamo ben coscienti della delicatezza della situazione, il Ticino è il secondo cantone svizzero più colpito dal virus”.

“La linfa vitale delle relazioni transfrontaliere non è mai stata interrotta durante questa crisi – ha proseguito – i lavoratori transfrontalieri attivi, la cui attività non è stata sospesa, hanno potuto continuare a recarsi in Svizzera, contribuendo anche al buon funzionamento del sistema sanitario. Questa continuazione di attività in loco o tramite smart working e lavoro ridotto, ha consentito a molte famiglie delle regioni italiane confinanti di poter contare sulla propria fonte di reddito in modo continuativo”.

Poi, sulla questione dei valichi, l’ambasciatrice svizzera ha riferito: “Il ritorno progressivo alla normalità sta avendo conseguenze per l’allungamento dei tragitti tra domicilio e luogo di lavoro in Svizzera, vista la chiusura di alcuni valichi di frontiera per la necessità di continuare a monitorare attivamente la situazione sanitaria. Specifiche riaperture dei valichi sono state effettuate nelle scorse settimane, d’intesa con le autorità italiane”.

“Dal 4 maggio il Canton Ticino segue il calendario riapertura progressivo deciso a liv nazionale: per garantire un flusso di traffico scorrevole c’è stata una riapertura progressiva dei valichi doganali chiusi, per un totale di 11 valichi attualmente aperti – ha aggiunto l’ambasciatrice – Dall’11 maggio ci sarà un allentamento graduale delle restrizioni di ingresso, grazie al monitoraggio della situazione. Una valutazione congiunta sulla prossima ripresa delle attività di trasporto pubblico transfrontaliero potrà contribuire ad alleviare la tensione sui valichi stradali. Non saranno riaperti tutti i valichi dall’11 maggio, anche se la volontà è di proseguire man mano fino ad un’apertura completa”.

Alle parole dell’ambasciatrice Adam ha risposto Zoffili, chiedendo ulteriormente che l’apertura dei valichi – con attenzione particolare su Maslianico e Valmara – venga anticipata anche rispetto alla data dell’11 maggio. “La situazione è veramente insostenibile, per i nostri territori italiano e di confine – ha concluso Zoffili – Trovarci all’11 maggio con ancora i valichi chiusi potrebbe essere ulteriormente problematico, anche a fronte della riapertura di altre attività in svizzera. L’apertura non completa alla data dell’11 maggio mi preoccupa un po’, quindi chiedo per favore di farsi portavoce al suo governo per risolvere la situazione”.

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