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Coronavirus, il presidente dei medici ticinesi: “Stop frontalieri”. L’Ufficio di Sanità: “Ora no”

Nella zona di confine è uno dei temi più caldi: chiudere o no le frontiere tra Svizzera e Italia? La Lega dei Ticinesi insiste per il sì, come già dichiarato da Lorenzo Quadri, ma anche il presidente dell’Ordine dei medici d’oltreconfine, Franco Denti, in una lunga intervista a LiberaTv ha espresso forti preoccupazioni per il transito dei 70mila frontalieri totali in piena emergenza.

Coronavirus, Quadri (Lega dei Ticinesi): “Chiudere le frontiere, emergenza salute”

“Dal punto di vista medico, tenendo conto delle misure draconiane che si stanno già prendendo in Lombardia e in Veneto in queste ore, credo che potrebbe essere proporzionato introdurre una chiusura temporanea delle frontiere con l’Italia – ha dichiarato Denti a LiberaTv – proprio per evitare questo afflusso di 70.000 lavoratori frontalieri. Una misura che potrebbe durare 5 giorni: il tempo necessario per far stabilizzare la situazione in Lombardia e per consentire al Canton Ticino di prepararsi adeguatamente all’emergenza”.

QUI L’INTERVISTA ORIGINALE IN FORMATO INTEGRALE

Ancora stamattina 24 febbraio, però, l’Ufficio federale della Sanità pubblica ha confermato non essere in vigore alcun provvedimento specifico alle frontiere: “Finora in Svizzera il coronavirus non è stato riscontrato in nessuno dei campioni esaminati.Tuttavia è possibile che si verifichino casi anche in Svizzera. La Confederazione, i Cantoni e il sistema sanitario sono preparati al caso di una diffusione del nuovo coronavirus in Svizzera”.

QUI IL BOLLETTINO DI OGGI DELL’UFFICIO FEDERALE DELLA SANITA’ PUBBLICA

“In base alla stima della situazione attuale, non vi sono limitazioni all’ingresso in Svizzera – aggiunge l’Ufficio svizzero – Attualmente vengono esaminati in laboratori diagnostici strisci nasofaringei di tutti i casi sospetti. Qualora il laboratorio confermasse un’infezione da coronavirus, coloro che sono entrati in contatto con la persona ammalata verrebbero informati sul rischio dalle autorità sanitarie”.

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