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JFK, Attilio Terragni e Bellagio: quell’opera geniale sul Potere che parla dell’Italia

Un gesto d’arte, che come azione umana ha un destino politico (etimologico) perfettamente incastonato sul tempo presente. Ecco il racconto:

Il 30 giugno del 1963, pochi mesi prima di essere assassinato a Dallas, John Fitzgerald Kennedy era in Europa, tra Berlino, Roma e il Vaticano.

E, tra un appuntamento ufficiale e l’altro (come già aveva fatto il suo predecessore Franklin Delano Roosvelt), decise di pernottare a Bellagio, a Villa Serbelloni.

Arrivò in elicottero sorvolando il lago (che, si dice, definì – precursore del tormentone moderno – il lago più bello del mondo) e quella sera si concesse un rapido giro per il centro, accolto da una folla entusiasta.

E Bellagio, a 56 anni di distanza (con il sostegno del magnate britannico Alan Howard, da sempre innamorato della Perla del Lario), nel progetto di restyling del lungolago ha pensato di dedicare un monumento proprio alla memoria di JFK, il presidente che avrebbe potuto cambiare il mondo e che, anche se solo per una sola notte, fece splendere Bellagio: il Memorial Kennedy.

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Autore di questo progetto, dopo aver vinto cinque anni fa il concorso internazionale d’idee Best Practices for Lake Award, è l’architetto comasco Attilio Terragni (purtroppo introvabile in questi giorni di vacanza) che ha ideato un monumento fatto d’acciaio e di luce che sembra appoggiarsi sulla passeggiata a lago, capace di illuminare il paesaggio senza imporsi e che svela, al centro, l’immagine di Kennedy accompagnata da una frase dello stesso JFK: “Quando il potere spinge l’uomo all’arroganza, la poesia gli ricorda i suoi limiti”. Un piccolo esercizio di poesia, anche questo, fatto monumento e, chissà, un modo per ricordare ma anche per riflettere.

GALLERY-SFOGLIA

Le fotografie del Memorial Kennedy sono di Attilio e Maddalena Terragni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un commento

  1. Sono contenta ogni volta che si ricorda Jfk. Purtroppo niente è rimasto della sua visione del mondo.

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