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Moschea chiusa a Cantù, l’associazione Assalam: “In piazza per la libertà di culto”. Dalla Pastorale Migranti della diocesi al Pd, ecco chi aderisce

L’Associazione Assalam di Cantù ha organizzato una manifestazione il prossimo 3 dicembre 2022 “alla luce – spiegano – della negazione della libertà di culto”. Come noto il capannone usato per anni come moschea è stato confiscato e adesso è nelle disponibilità del Comune di Cantù. La vicenda è stata al centro di una durissima tensione tra l’amministrazione e l’Associazione.

Così ora la manifestazione, spiegano gli organizzatori: “Sarà l’occasione (una conferenza stampa organizzata per giovedì 24 novembre, Ndr) per ribadire l’ingiusta situazione in cui si trova l’Associazione che non solo non può disporre del capannone per pregare, ma rischia di perderlo per via dell’acquisizione al patrimonio che il Comune di Cantù intende confermare, proseguendo il procedimento. Oltre la questione giudiziaria che sarà trattata nelle sedi proprie, il senso del corteo è per la libertà di culto e non contro le istituzioni: l’Associazione intende, ancora una volta, avviare il dialogo e per questo motivo, nel corso della manifestazione, sarà comunicata un’ulteriore iniziativa”.

Al corteo organizzato dall’Associazione Assalam di Cantù, hanno aderito all’appello: Vivere Insieme, Teranga, Il Ponte, Anpi Cantù Mariano, Agesci Cantú 1, Arci Provinciale, Arci Terra E Libertà,Arci Mirabello, Comunità Laudato Si’, Cittadinanzaattiva, Como Senza Frontiere,  Prc/Se Federazione Di Como, Gc Como, Osservatorio democratico sulle nuove destre Como, Cgil Como, Uil Lario, Auser Territoriale Como, Auser Cantù, Unire Cantù, Lavori in corso, Cantù Rugiada, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Unione Popolare Como, A.A.C.S( Associazione Africana CO-Integrazione e solidarietà), Aspem, Tavolo Interfedi Como, Pastorale migranti Diocesi di Como, La soglia, Coperativa In cammino, Psi, Civitas, Assadaka Erba, Osservatorio Giuridico per i Diritti dei Migranti, Articolo 1, Comunità del Pellegrino.

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5 Commenti

  1. La libertà di culto prima di tutto chiedetela ai vostri Paesi di origine dai quali siete fuggiti prima di venire a imporre o pretendere la vostra “cultura/religiosa”.

  2. Un buon avvocato o un bravo prestigiatore, sa sempre come mescolare le carte a proprio favore e quello che si sta tentando di fare sulla questione del capannone a Cantù è proprio questo.
    Qualsiasi associazione, partito politico, rappresentante di una qualsiasi realtà sociale può legittimamente manifestare pacificamente per difendere un diritto sancito dalla costituzione come quello della libertà di culto.
    Tutt’altra cosa invece far passare il concetto che un diritto può prevaricare un dovere, specie se tale dovere è quello di rispettare la legge.
    Il capannone in questione è stato teatro di un illecito da parte del proprietario: l’associazione Assalam.
    Illecito ritenuto tale e passato in giudicato non dall’Amministrazione di Cantù che ne ha rilevato e giustamente denunciato delle irregolarità, ma da un tribunale italiano.
    Tale sentenza definitiva ha determinato il sequestro del capannone dando la possibilità all’amministrazione di entrarne in possesso.
    Un’azione legittima e normale quando un tale illecito viene effettuato da un qualsiasi cittadino.
    L’associazione privata Assalam deve essere quindi ritenuta al di fuori delle regole che un canturino deve doverosamente rispettare?
    Per la Lega di Cantù NO.
    Chi vuole manifestare per un diritto lo faccia tranquillamente in piena serenità, ma se qualcuno vuole distogliere l’attenzione dalla verità, sancita dalla legge italiana, legittima esclusivamente chi vuole trasgredirla.
    La #LegaCantù non approverà mai tale volontà e si atterrà sempre alle decisioni degli organismi legittimamente competenti.

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