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Serravalle, 6 giorni dopo Milano si fa pagare 2,7 ad azione. Como “perde” 147mila euro

Certo che un pochino, il sapore della beffa si sente.

L’altro giorno abbiamo dato conto della decisione della giunta comunale di Como, datata 25 luglio, di vendere il proprio pacchetto azionario nella società Milano Serravalle-Milano Tangenziali, concessionaria dell’Autostrada A7, delle tre tangenziali milanesi: A50 Tangenziale Ovest, A51 Tangenziale Est, A52 Tangenziale Nord e di cui fa parte Autostrada Pedemontana Lombarda S.p.A., concessionaria dell’autostrada A36 e delle tangenziali di Como (A59) e Varese (A60), e Milano Serravalle Engineering.

La partecipazione del Comune di Como nel capitale sociale della Milano Serravalle-Milano Tangenziali Spa era pari allo 0,2% e il valore di liquidazione della quota azionaria detenuta è stato fissato a 2,29 euro per azione. Il che significa che, in ragione del numero totale di azioni detenute (360.000), l’amministrazione – che vende ai “cugini politici” di Regione Lombardia – incassa 824.400 euro.

Proprio in queste ore, però, è emersa una notizia che come minimo fa mordere un po’ le mani. Dopo ben 4 anni di contenzioso legale, infatti, ieri il Tribunale di Milano ha dato ragione al Comune di Milano sul valore rivendicato delle azioni di Milano Serravalle-Milano Tangenziali Spa.

La consulenza tecnica d’ufficio disposta dal Tribunale, infatti, ha fissato il prezzo a 2,7 euro per azione (e dunque per tutto il pacchetto comunale a 91 milioni di euro). La stessa stima che era stata formulata da Palazzo Marino, secondo cui il valore medio non poteva scendere al di sotto di 2,7 euro mentre la società offriva 2,25 euro ad azione.

Comuni diversi, contenziosi diversi, pacchetti di peso fortemente diverso, non c’è dubbio. Ma di sicuro, è impossibile sfuggire alla tentazione di fare un calcolo su quanto avrebbe incassato Palazzo Cernezzi con il valore delle azioni fissato ieri dal Tribunale per Milano. Con la singola azione valutata 2,7 euro e non 2,29 nelle casse comunali comasche sarebbero entrati 972mila euro e non “soltanto” 824mila (147.600 euro in più).

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6 Commenti

  1. Generalmente quando la cassa è piena non si ha interesse a vendere le partecipazioni a patto che chi le voglia comprare lo chieda con insistenza e non sia disposto a pagare di più. Evidentemente la Regione Lombardia non deve aver avuto bisogno di insistere più di tanto con il Comune di Como mentre a dovuto farlo con quello di Milano.
    Ognuno ha l’Amministrazione che si merita.

  2. Bene, adesso ci aspettiamo che qualcuno della minoranza protocolli entro sera una interrogazione urgente e poi nel caso di una risposta non convincente da parte dell’assessore alla partita, un dettagliata denuncia alla Corte dei Conti.

  3. Sarebbe interessante conoscere se il prezzo di vendita di 2,29€ ad azione sia stato oggetto di contrattazione con la società e se la valutazione iniziale sia stata effettuata da un advisor o comunque abbia tenuto conto di elementi quali, banalmente, il contenzioso aperto dal Comune di Milano in merito.
    (in altre parole forse bastava spulciare qualche carta del contenzioso per capire se fosse opportuno vendere a quel prezzo o meno)
    A me più che una beffa sembra, nella migliore delle ipotesi, una enorme ingenuità. Nella peggiore….

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