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Tra Nerone e “Fuoco cammina con me”: l’apocalittico discorso di Stefano Fanetti (più il Signor Bosi)

C’è la misteriosa mail inviata a tutti i capigruppo di Palazzo Cernezzi dal “signor Bosi”, come unico spunto accertato e dichiarato. Ma deve anche esserci dell’altro, qualcosa di insondabile e profondissimo, alla base del discorso apocalittico pronunciato ieri sera in consiglio comunale dal capogruppo del Pd, Stefano Fanetti.

Un misto di accuse politiche durissime alla giunta Landricina, di sconforto per il generale stato di “inutilità” a cui sarebbe ormai stato ridotto il cosiglio comunale della città, di contrizione per il disinteresse di cittadini ed elettori rispetto a quanto avviene nell’aula consiliare ogni settimana e infine anche di critica e autocritica rispetto al ruolo dei consiglieri e dunque anche di se stesso.

Una sorta di “crepuscolo dei (semi)dei” cantilenato, dolente, dal cuore del palazzo di via Vittorio Emanuele, a metà strada tra Nerone che canta l’incendio di Roma e un seguito postmoderno del film “Fuoco cammina con me”, sviluppo cinematografico della serie di enorme successo negli anni ’90, “Twin Peaks”.

Lo pubblichiamo di seguito integralmente, il discorso di Fanetti, come sorta di autobiografia noir della politica cittadina (almeno dal suo punto di vista).

Come tutti gli altri capigruppo, ho ricevuto anche io la mail del signor Bosi, cittadino pieno di entusiasmo e idee, attento, tra i pochi che seguono il consiglio comunale. Ma proprio la visione in streaming del consiglio comunale l’ha portato a scrivere questa mail ironica, da cui però traspare una grande amarezza.

Non si capisce infatti che cosa il Comune abbia fatto in questi anni connotati dal più completo immobilismo su pressoché tutti i fronti. Siamo quasi alla fine della legislatura e viene da chiedersi quale sia il lascito di questa amministrazione e per quali risultati positivi sarà ricordata.

Diffcile a dirsi, vista l’assoluta mancanza di visione di una giunta dedita solo all’ordinaria amministrazione, a coprire qualche buca e a pensare a qualche parcheggio in più, salvo andare totalmente in crisi al primo imprevisto.

Difficile dare una risposta davanti all’inerzia più totale al cospetto della pandemia: quale il piano per il rilancio di Como dopo il Covid?

In quest’aula arrivano quasi solo documenti contabili o di programmazione imposti dalla legge, documenti che danno un senso di vuoto, di un che senz’anima.

Di fronte alla grandi questioni aperte, ataviche o contingenti, quello che dovrebbe essere il centro pulsante della politica cittadina, il consiglio comunale, non viene interessato mentre si svolgono sedute che hanno completamente perso il contatto con la realtà.

Se la giunta ha certamente gran parte delle responsbailità per questa situazione, probabilmete anche noi consiglieri potremmo fare di più e di meglio. Non ne faccio una questione generale, ci sono colleghi che danno il massimo, anche se di fronte all’inerzia e all’inconcludenza di chi guida la città non è facile essere propositivi, atteggiamento che comunque porta a ben pochi risultati.

Il danno più grande che questa amministrazione ha causato è il senso di inutilità e di sfiducia verso le istituzioni, senso che è molto presente tra i cittadini. L’ istituzione che dovrebbe veicolare le idee per migliorare la città, ormai, è diventata semplice ratificatrice di atti senza visione. Proprio come il consiglio comunale.

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2 Commenti

  1. Caro dottor Stefano Fanetti,
    Buonasera, la Legge dei Sindaci è stata una iattura per il Consiglio Comunale, il voto disgiunto porta e ha portato a confusione e purtroppo a brogli da Bolzano a Lampedusa abbiamo letto e visto di tutto.
    Ora forse la minoranza può organizzandosi farsi sentire con preliminari, mozioni ed interventi. Come alcuni “vecchi” costituzionalisti io sarei per un ritorno alle elezioni dei Consigli Comunali, per Comuni sopra i 15 mila abitanti, come prima del 1993. Poi via voto disgiunto, via la norma che il Consigliere Comunale eletto Assessore si debba dimettere. In Francia i Consiglieri Comunali hanno dignità e poteri democratici. Dal 1994 in questo Paese da destra, sinistra, centro, misto, qualcuno che è diventato Sindaco o è Sindaco da Bolzano a Lampedusa pensa di essere il Podestà, era un progetto di Legge del povero Onorevole Tassi, ma la Legge non fu approvata. I Consiglieri Comunali sono espressione del Popolo si facciano sentire. Nei Comuni al di sopra dei 15.000 abitanti il sistema, invece, è proporzionale con solo eventuale premio di maggioranza, doppio turno, collegamento dei candidati Sindaci con una o più liste, soglia di sbarramento al 3%, possibilità di esercitare il voto disgiunto e, per i candidati Sindaci ammessi al ballottaggio, ulteriore possibilità di collegamento con altre liste, rispetto a quelle con cui è stato effettuato il collegamento nel primo turno (art. 72, c. 7 l. cit.)14.
    Pur affidando agli elettori la possibilità di disporre di due voti, uno per il Sindaco e uno per il Consiglio, anche questo sistema, come accade per quello che opera nei Comuni minori, fa sì che la composizione dell’organo rappresentativo venga condizionata dalla competizione per l’esecutivo15.
    In questi enti il modello è più complesso: un ibrido – come è stato definito – dal momento che, in presenza di alcune condizioni, può essere proporzionale, in presenza di altre, proporzionale con premio di maggioranza, mentre il voto per il Sindaco è del tipo majority, poiché il candidato deve ottenere la maggioranza assoluta per essere eletto al primo o al secondo turno16.
    Le ipotesi realizzabili, pertanto, variano a seconda che un candidato alla carica di Sindaco sia proclamato eletto subito o in seguito.
    Nel primo caso, alla lista, o al gruppo di liste a lui collegato, che non abbia già conseguito ai sensi dell’art. 73, co. 8°, del d.lgs. 267/2000 almeno il 60% dei seggi del Consiglio, ma abbia ottenuto almeno il 40% dei voti validi, viene assegnato il 60% dei seggi, sempreché nessuna altra lista, o altro gruppo di liste collegate, abbia superato il 50% dei voti validi.
    Nel secondo, alla lista, o al gruppo di liste ad esso collegate, che non abbia già conseguito, ai sensi della medesima disposizione, almeno il 60% dei seggi del Consiglio, viene assegnato il 60% dei seggi, sempreché nessuna altra lista, o altro gruppo di liste collegate al primo turno, abbia già superato nel turno medesimo il 50% dei voti validi, mentre i restanti seggi sono assegnati proporzionalmente alle altre liste o gruppi di liste collegate. Insomma dal 1994 effettivamente il Consigliere Comunale per alcuni Sindaci o Assessori, sempre, da Bolzano a Lampedusa, sono un soprammobile in Consiglio Comunale. Allora bisogna reagire. Non è un bivacco il Consiglio Comunale? Non credo, e nemmeno un’ aula sorda. Allora alzare la mano e intervenire. Purtroppo da anni mi mancano gli interventi anche di 1 ora di grandi oratori della Prima Repubblica.
    Buona serata a tutte e tutti.
    Cari Saluti.
    Davide Dent
    @davidefent

  2. Buongiorno,
    Purtroppo non ho la fortuna di poter leggere del Signor Bosi, mi rendo conto del dolore del dottor Stefano Fanetti, dovuto alla nefanda Legge per la quale mi sono battuto, e me ne dolgo, dell’ elezione diretta del Sindaco, applicata a Como nel 1994, dove addirittura i Consiglieri Comunali nominati Assessori si devono dimettere. I Consiglieri Comunali han contato molto meno. Nei miei anni di Consiglio Comunale (con la nuova legge) almeno potevano parlare 15 minuti per un preliminare, 30 minuti durante il Consiglio. Ora il Consigliere Comunale sembra un inutile orpello che dà fastidio. Che tragedia. Consiglierei di proporre a Letta e ai giureconsulti del PD, di tornare per i Consigli Comunali agli prima del 1993. Può anche Onorevole Chiara Braga a farsi promotrice, disponibile a preparare un disegno di Legge. Dal 1994 ho visto gente alzare solo la mano, non ho mai sentito la loro voce al microfono. Perché contano solo il Sindaco e la Giunta, ed è sbagliato, è la morte della Democrazia. Diceva il buon Calamandrei “ “Però vedete, la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità; per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica, indifferentismo, che è, non qui per fortuna, in questo uditorio, ma spesso in larghi strati, in larghe categorie di giovani, un po’ una malattia dei giovani. La politica è una brutta cosa. Che me ne importa della politica”.
    Con Affetto
    Davide Fent

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