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La crisi della griffe Corneliani fa suonare l’allarme sul tessile comasco. Cgil: “Qui già 15mila in cassa”

Il tessile lariano guarda già con preoccupazione al dopo-estate, quando è probabile che gli effetti dell’emergenza Covid continueranno a farsi sentire come, se non più, di queste settimane.

Sul tema, anche sulla scorta di una notizia di cronaca altamente simbolica – ovvero la richiesta (ammessa) di concordato preventivo in bianco avanzata dalla celeberrima casa di abbigliamento maschile Corneliani – interviene la Filctem Cgil di Como invocando “un’azione condivisa fra istituzioni e sindacati per scongiurare il pericolo di licenziamenti a settembre”.

“È il rischio cui si trova di fronte il comparto tessile lariano – prosegue il sindacato – Per evitarlo e rilanciare il settore, la Filctem Cgil di Como propone l’estensione fino a fine anno degli ammortizzatori sociali e del divieto di licenziamento, oltre a un nuovo modo di fare sistema nel distretto: le reti di impresa. In questo quadro è anche importante rinnovare tutti i contratti nazionali in scadenza per far ripartire i consumi”.

“Nel nostro territorio – spiegano Sandro Estelli, segretario generale Filctem Cgil Como e segreteria Camera del Lavoro – si sono registrate più di quattrocento richieste di cassa integrazione. Molte aziende hanno utilizzato le nove settimane per cassa COVID-19, alle quali sono seguite le proroghe delle ulteriori cinque settimane. I lavoratori coinvolti sono stati oltre 15mila. Il settore vive un periodo di profonde trasformazioni, dovute anche al forte calo dei consumi. Occorre che le istituzioni, le imprese e le organizzazioni sindacali si adoperino per il rilancio del settore tessile e serico comasco, ricco di professionalità e qualità riconosciute nel mondo”.

La segreteria della Filctem Cgil di Como esprime la propria vicinanza alle lavoratrici ed ai lavoratori della Corneliani che da mesi vivono nell’incertezza.

La crisi della casa di moda mantovana, che ha presentato al Tribunale la richiesta di concordato in bianco, desta forte preoccupazione.

“La Corneliani, società che lavora con alcune aziende tessili lariane, potrebbe essere una delle prime vittime illustri del coronavirus, che ha inevitabilmente aggravato una situazione già difficile – aggiunge Cinzia Francescucci, segretaria organizzativa Filctem Cgil Como – A rischio 550 posti di lavoro in Italia, mille in tutto il mondo. Numero destinato a salire perché colpirà inevitabilmente tutto l’indotto e anche alcune aziende del nostro territorio. Confidiamo che le Istituzioni possano intervenire mettendo in campo azioni importanti e condivise con le organizzazioni sindacali e le maestranze per salvare questa realtà che è marchio indiscusso del Made in Italy. L’arrivo del commissario giudiziario è una buona notizia, nella speranza che si sblocchi la situazione e arrivino gli investitori”.

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